Ci sono foto che raccontano lo sport, al di là del gesto tecnico, al di là dell’impresa sportiva.

La foto presente in questo articolo non è il semplice abbraccio di un bambino con il suo eroe calcistico, Jermain Defoe nello specifico.

E’ la storia di un legame che va oltre la cronaca di un match, di un rapporto che va ben al di là di quello tra tifoso e idolo sportivo.

E’ la storia di un’amicizia speciale, un racconto troppo breve di un pezzo di vita, quello che oggi è finito tra il piccolo Bradley, costretto a combattere sin dall’età di 18 mesi con un neuroblastoma, e l’ex attaccante del Sunderland.

A settembre del 2016 nello Stadium of Light, tempio del Sunderland, va in scena la gara con l’Everton. Il piccolo Bradley entra in campo con la mascotte, osannato da tutto lo stadio. Tre mesi dopo il piccolo supporter viene invitato per la sfida con il Chelsea. Gli viene affidato un calcio di rigore che viene eletto gol del mese. A febbraio Defoe ed altri compagni di squadra vanno a trovare il piccolo tifoso in ospedale e l’attaccante inglese rimane a dormire nel letto con Bradley. E’ qui che il legame diventa indissolubile, è qui che lo sport smette di essere semplice cronaca di un match per trasformarsi nel racconto lirico di una storia. La storia di un’amicizia. Quella tra Jermain e Bradley su cui oggi è stato messo il punto finale.

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