RAZZISMO  DISCRIMINAZIONE E CLASSISMO

Stare a guardare senza osare e far finta di ascoltare

E’, secondo alcuni, banale e superfluo intavolare discorsi sulla discriminazione o quant’altro. Tra discriminazione e razzismo sono molti gli aspetti che sono legati a questo cancro sociale: calpestare i diritti delle donne, degli omosessuali e la gente di colore. Molte trasmissioni televisive argomentano questi fenomeni negativi e la rete politica interviene solo per convenienza. Ci sono, però, altri temi importantissimi, tra i quali la discriminazione territoriale alimentata, soprattutto, nell’ambito calcistico. I prefetti, per ogni partita, sono costretti a vietare, alla tifoseria ospite, la partecipazione alla gara. Ad esempio, l’odio tra Bari e Lecce; Casarano e Lecce; Maglie e Nardò; Nardò e Francavilla; Nardò e Taranto; Galatina e Maglie; Tricase e Nardò. Sono situazioni imbarazzanti che disturbano non solo i valori sportivi. Il massimo è l’avversione dei casaranesi nei confronti dei giallorossi. Probabilmente faranno pace prima Israele e Palestina. “Per sempre odierò Galatina e Nardò”. E’ il coro dei tifosi magliesi che cantano in ogni partita. Basta un errore arbitrale per far scattare il peggio della cattiveria che risiede negli uomini ricchi di odio e di insofferenza. E’ giusto proibire le trasferte a tali individui, ma l’errore è stare a guardare e, ancor peggio, far finta di ascoltare. Quest’ultimo aspetto è il peggiore perché figlio dell’indifferenza. Ci si agita solo se si viene toccati direttamente. Sull’emarginazione razziale, ad esempio, chi ha mai discriminato Ronaldo o George Weah (il neo presidente della Liberia)? Nel salotto degli affari non ci sono bianchi e neri perché il mondo è fatto di ricchi e poveri e in quel salotto sono, ovviamente, tutti ricchi. A Lecce i bianchi se sono della provincia diventano “gente de paise” con sottolineatura di sdegno. E se sono poveri o disoccupati? Allora sono figli di contadini o di basso rango? Qui subentra la piaga del classismo. La reputazione è l’obiettivo principale, poi per quanto riguarda la coscienza ci si ricorda nell’ultima confessione della vita. Apparire è il verbo più importante e, per essere più visibili, è importante non far progredire gli altri. Per progredire bisogna guardare nella parte giusta e senza voltarsi e soprattutto non fare finta di ascoltare.  

Vincenzo Congedo

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