Aneddoti quasi incredibili da leggere tutto d’un fiato, ritratti precisi e impeccabili.Sono questi gli ingredienti che hanno portato alla nascita del libro “La Dea della giovinezza” (Edizioni Bolis), scritto a quattro mani dal giornalista de L’Eco di Bergamo Stefano Serpellini e dal professor Stefano Corsi, con la prefazione curata da Luigi Garlando.

Gli aneddoti, ricchi di emozione e nostalgia, raccontati direttamente da chi il settore giovanile di Zingonia l’ha vissuto in prima persona. Come Mino Favini, il Maestro Bonifaccio, Pierluigi Pizzaballa, Cesare Prandelli, e Giovanni Vavassori.

I ritratti, anche in questo caso focalizzati sulle stupende storie di chi a Zingonia, nella fabbrica dei talenti del calcio italiano e bergamasco, è sbocciato. Come Roberto Donadoni, Domenico Morfeo e – per citare il più recente caso – Mattia Caldara.

E poi l’orgoglio, quello trasmesso dalle due penne che hanno firmato “La Dea della giovinezza”, che non poteva trovare un momento migliore per vedere la luce, con l’Atalanta trascinata in Europa 26 anni dopo l’ultima volta proprio dai gioielli cresciuti nel suo settore giovanile.

Come dicevamo, il libro di Serpellini e Corsi è un vero e proprio viaggio tra le tantissime storie legate a doppia mandata al settore giovanile dell’Atalanta, con interviste ai protagonisti (ci sono perfino le parole degli storici magazzinieri Franca Marchini e Franco Monzani, meglio conosciuto come il “Mucci”), ricordi e racconti che ogni appassionato non si dovrebbe perdere.

Tante, quasi incredibili, le storie riportate nel minuzioso lavoro di ricerca fatto dai due autori. Come quella di un giovanissimo Donadoni che, convocato per la prima volta in prima squadra, si fece Cisano-Bergamo tra treno e pullman con 39° di febbre (salvo poi farsi “beccare” dal dottore che lo rispedì a casa, ancora in treno); o come quella della scazzottata tra Morfeo e Inzaghi per un calcio di rigore tirato dal fantasista; o come quella dei trenta provini fatti da Caldara prima di essere preso dall’Atalanta; o come quella di Vavassori che si rifiutò di fare la formazione prima di una partita di serie A; o come quella di Prandelli, che fece piangere a suon di gol quello che poi sarebbe diventato il numero uno più forte di sempre, Gianluigi Buffon.

Insomma, 150 pagine che un appassionato si dovrebbe leggere tutte d’un fiato.

fonte: bergamonews.it

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