Dopo la doppietta in finale agli Europei under 19 contro il Portogallo, il “millennial” Moise Kean è finito sul taccuino dei ds di mezza Europa. Merito dei suoi gol, certamente, ma anche del carattere che ricorda quello di Supermario.
Ora se ne sono accorti tutti, anche i più scettici: è sbocciato il talento di Moise Kean. Dopo la doppietta rifilata al Portogallo nella finale degli Europei Under 19, che ha visto l’Italia perdere ai supplementari per 4-3, il giovane attaccante della Juventus è finito sui taccuini dei direttori sportivi di mezza Europa. Lo seguono in tanti anche se le favorite, secondo Sport Mediaset, sono Leganes e Monaco. Per il suo procuratore, l’onnipresente Mino Raiola, il ragazzo vale 75 milioni di euro. Merito delle sue doti, certo, ma anche di un carattere a metà strada tra il ribelle e il vincente. Un cocktail che ricorda un certo Mario Balotelli.
Due gol in finale, quattro in cinque partite. La Finlandia, sede degli ultimi Europei under 19, ha definitivamente svelato al mondo l’incredibile talento di Moise Kean. Non che ci volesse tanto a capirlo. Ma dopo il boom nella Primavera della Juventus, l’esperienza nella “fatal” Verona non ha portato bene al ragazzo italiano di origini ivoriane. Tra i continui infortuni e l’indifferenza del tecnico Fabio Pecchia, il ragazzo ha perso un anno. Che forse, però, ha contribuito a temprarlo, a dargli quella fame fondamentale per diventare un campione.
Velocità, tecnica, cattiveria agonistica in campo e sotto porta. Un fisico da carro armato e un pizzico di (in)sana follia. Doti che contraddistinguono il primo classe 2000 ad esordire in Serie A – 19 novembre 2016, non aveva ancora 17 anni – e che lo rendono simile, anche per ragioni “di pelle”, a Mario Balotelli. Nato 10 anni dopo l’attaccante del Nizza e della Nazionale, anche Kean ha avuto dei problemini. 4 settembre 2017, l’under 19 di mister Paolo Nicolato è in ritiro a Salsomaggiore Terme. Insieme a Scamacca, Moise si diverte a fare qualche scherzo di troppo. Il c.t. perde la pazienza, i due vengono rispediti a casa. Avranno tempo per ripensare alle loro marachelle, normale incidente di percorso di chi fin dalla nascita vive con il pallone tra i piedi e nella testa.
Qualche mese prima Kean, nato a Vercelli da una coppia di origini ivoriane, aveva segnato il suo primo gol in Serie A, contro il Bologna. Merito di Massimiliano Allegri, allenatore italiano atipico che a carta d’identità e anagrafe antepone tutt’altro. Quindi il prestito in Veneto, dove alla fine mette a segno 4 gol in 19 partite. 19 come l’under che ha esaltato il suo talento. Ora il suo futuro sarà lontano da Torino, chiuso com’è da una concorrenza che da quest’anno si è arricchita dell’alone mistico di Cr7. Allegri ha dato il benestare alla sua cessione a titolo definitivo, ma a una condizione: l’inserimento nel contratto di compravendita della clausola di recompra. Kean può diventare il futuro del calcio italiano. Ma senza gli eccessi di Supermario.
Fonte: Ilgiornale.it