Il pallone bucato, il calcio sparito. Uno tsunami che non risparmia alcun campionato, che azzera storie importanti, una geografia di cambiamenti che se riempie il Sud di buchi profondi, non risparmia neppure il Nord che sino a qualche anno fa sembrava indenne dall’ “effetto gruviera”. I “c’ era una volta”, quasi come una stanca litania. Dietro i lustrini dei calciatori di fama , un giocattolo inceppato, immiserito dalla crisi che morde, ma anche dal pressapochismo organizzativo e gestionale.
“C’ era una volta”, uno stadio, il “Pippi Specchia” di Galatina che si vestiva di orgoglio, ribolliva di passione quando Lippi portava la Nazionale che aveva appena pareggiato a Sofia, per allenarsi nella città di Vallone e dei De Maria, in vista della gara col Montenegro al Via del Mare di Lecce, correva appena il 2008.
L’ alba pallonara galatinese era spuntata nel 1917. Un secolo, per abbassare il sipario. Addio derby storici con il Tricase, il Maglie, il Gallipoli, il Casarano, il Nardò e tutti gli altri capaci di riaccendere ogni volta gli squilli del “campanile”, di rivestire gli antichi orgogli della speranza del domani.
E’ firmato Boccolini, lo sbarco storico sullo scenario della nazionale della C/2. Cinque stagioni del 1983-84 al 1987-88, l’ultima volta, con il Salento che apriva e chiudeva la classifica: il Casarano in vetta insieme con il Perugia si riprendeva la C/1 appena perduta, il Galatina da ultimo, usciva dalla scena che è stata il vertice della sua storia.
Era il Galatina dei Maglio, con Franco presidente illuminato ed appassionato,che regalava l’orgoglio ad una città che sul piano calcistico non è mai riuscita a emulare i migliori periodi storici di Casarano, Nardò, Gallipoli, ed il Maglie nei tempi più lontani.
Era la Galatina della Metalma che supportava gli sforzi finanziari per stare ala passo con un’amministrazione comunque sempre avveduta e apprezzata a livello nazionale.
La gestione Maglio aveva seguito quella di Carrozzini che aveva avuto il merito di riportare in serie d la squadra dopo ben quindici anni(protagonista Spoti).
Dopo il ritorno fra i dilettanti, Vincenzo Martinucci spese risorse economiche e una grande passione provando a riportare la squadra fra i professionisti, mancando di un soffio l’obiettivo.
Per finire,poi sull’ascensore, fra D,Eccellenza,Promozione.
Rimane la speranza, certificata dalle parole del primo cittadino Marcello Amante che si è dichiarato molto dispiaciuto ma allo stesso tempo propenso far rinascere il calcio galatinese.
“ E’ un dispiacere per tutti, ma non si può prescindere dalla realtà e da ciò che è accaduto .
Di certo l’amministrazione ha tutta la volontà e l’interesse di non lasciare che questo pezzo di storia si spenga, ma i problemi non sono di immediata risoluzione.
Ci metteremo a lavorare già nelle prossime ore insieme a tutte le professionalità che possono avere un ruolo importante in tal senso, per valutare tutte le strade possibili per far ripartire il calcio a Galatina”.