La rivincita di Anszou. Due gol in un tempo, una prestazione da protagonista con la maglia della Castelnuovese. Dopo giorni di preoccupazione, forse una svolta per il 19enne calciatore senegalese, richiedente asilo, che nei prossimi giorni dovrà per forza lasciare il Centro rifugiati di Castelnuovo di Porto, struttura che chiuderà i battenti dopo il trasferimento di oltre 300 persone. «Per fortuna – spiega Anszou Cissè, “bomber” per i tifosi della squadra del paese che milita del campionato di Prima categoria – un compagno mi ospiterà a casa sua».

Cissé detto “Paul” ha segnato due gol
Già nei giorni scorsi il sindaco Riccardo Travaglini aveva annunciato di aver raggiunto un accordo con la Prefettura affinché una ventina di rifugiati con permesso di soggiorno o in attesa di ricevere la risposta al ricorso presentato per ottenere la protezione umanitaria potessero essere accolti presso le famiglie dei castelnuovesi. E così sarà anche per Cissé che nel frattempo domenica è tornato sul campo di Ponte Storto, alla periferia del paese, proprio di fronte al Cara in via di sgombero. Due reti al Tor di Quinto, alla fine battuto per 3-1 con un gesto da campione: «Paul», altro soprannome del 19enne, per via della somiglianza con il fuoriclasse francese del Manchester United, ex Juventus, e campione del mondo Paul Pogba, ha lasciato che a battere il rigore finale fosse un compagno di squadra. Già in precedenza aveva piegato gli avversari con un uno-due micidiale nel giro di pochi minuti: contropiede sulla fascia sinistra e pallonetto da 20 metri sul portiere avversario in uscita – con corsa e abbraccio a un volontario del Cara che assisteva alla partita a bordo campo -, e poi dribbling secco su due difensori e battuta a rete.

«Sprecato per questa categoria, merita di più»
«Uno come lui è sprecato per questa categoria», ha sentenziato più di qualcuno a Ponte Storto. Per Mauro Sabatini, presidente della Castelnuovese, «Paul è un ragazzo d’oro, umile, che non si è mai montato la testa. Gli ho promesso che mi darò da fare per fargli fare dei provini per società di categorie più importanti perché se lo merita davvero. Intanto incrociamo le dite affinché rimanga qui, poi si vedrà. Magari ospite di qualche compagno di squadra, vediamo quello che riusciremo a fare. È bravo, sa stare in campo. Vorremmo che rimanesse qui a Roma Nord».

«Il calcio la mia passione. Tifo Manchester e Roma»
«Arrivare in Italia non è stato facile, è stato anche pericoloso – spiega Cissé, 19 anni, senegalese, richiedente asilo -, prima in Libia, poi sulla barca verso Lampedusa. Da due anni e mezzo sto qui, ora finalmente c’è un po’ di serenità anche se l’ultima settimana è stata un po’ pesante. Ma sono contento di giocare qui e vorrei restare. Per chi tifo? Per il Manchester United, ma qui per la Roma». Per i tifosi della Castelnuovese d’altronde “Paul” è già un idolo. È il punto di riferimento della squadra, anche da prima che la chiusura del Cara finisse in prima pagina. «Il calcio è la mia passione, ho sempre sognato di poter giocare in Italia, e alla fine questo sogno si è avverato», dice ancora il 19enne. Come lui nel campionato di Prima categoria, ma anche in altre divisioni, ci sono molti giovani provenienti proprio dalla struttura d’accoglienza di Castelnuovo di Porto. «C’è voluto parecchio tempo per tesserarlo perché non è stata una procedura semplice – ammette il presidente della Castelnuovese -, adesso speriamo di non vedere sfumare tutto. Di ragazzi come lui ne ho visti passare parecchi, qualcuno ha fatto provini anche in società di serie B e in Lega Pro». Giovani promettenti sui quali anche la Lega Dilettanti si sta muovendo per facilitarne non solo il tesseramento ma anche la regolarizzazione dal punto di vista amministrativo e del permesso di soggiorno. Si pensa ad esempio a un sistema di accoglienza da parte delle stesse società di calcio come garanzia per la loro permanenza in Italia. E il caso del “bomber” potrebbe fare da apripista.

Fonte: redazione Corriere Tv.

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