Di Danilo Sandalo. 

Chi credeva che con la fine dei campionati si sarebbe finalmente messo fine a tutte le polemiche vissute quest’ anno purtroppo è stato ancora una volta smentito. Dopo un’ annata turbolenta che ha visto in partenza il caos della Serie B a 19 squadre, i fallimenti delle compagini di di LegaPro, l’ agonia vissuta da importanti e blasonate piazze come Palermo e Foggia, i casi Icardi, De Rossi e Totti, la morte del tifoso napoletano, i playout prima saltati e poi ripristinati in Serie B e chi più ne ha più ne metta, ci ritroviamo ancora oggi a fine giugno a vivere una situazione calcistica paradossale che non ci saremmo mai immaginati di vivere per via delle mancate iscrizioni ai rispettivi campionati ancora di Palermo e di diverse squadre di LegaPro.

Insomma si deduce, ancora una volta, che l’ Italia sia un paese dove la regola rappresenta non più solo l’ eccezione, ma sia da considerare addirittura un’ anomalia!

Ancora una volta a farne le spese è la passione dei tifosi che genuinamente perseguono nella buona e nella cattiva sorte sportiva, ma che viene calpestata frequentemente dagli interessi e dai personalismi di pochi individui senza etica che detengono le sorti delle società e degli apparati calcistici.

E’ mai possibile che non si riesca a trovare una soluzione definitiva e che invece sembra proprio che sia il caos ed il disordine a riempire le giornate e le pagine dei giornali. Che si possa parlare di sport, ma sempre e soltanto in maniera polemica?
Una volta si parlava delle prodezze di Baggio, Maradona o Van Basten, dello spettacolo che offrì al mondo il Milan di Sacchi e Berlusconi, del Toro di Radice o della Roma di Falcao e Bruno Conti, del Lecce di Barbas e Pasculli o dei mitici presidenti Costantino Rozzi e Romeo Anconetani.

Eravamo un popolo che faceva dell’ ingegno una qualità per produrre l’ espressione estetica e per la felicità collettiva, caratterizzata talvolta da imprese di piccole realtà di provincia che con sudore e sacrificio riuscivano a salire alla ribalta delle cronache sportive. Sembrano tempi lontani anni luce eppure parliamo di soli 30 anni fa. Abbiamo smarrito il senso dell’ etica e del pudore, del rispetto delle regole e perso l’ abitudine di sognare. E’ questa la vera crisi identitaria e sociale che il nostro Paese vive e il calcio ne rappresenta solo una piccola quanto amara realtà.

Bisogna tornare a gioire per i gesti atletici, tecnici e sportivi di uomini e calciatori e non dover vivere solo di bei ricordi perché ogni epoca ha avuto i suoi artisti in questo sport, da Meazza a Rivelino, passando per Best, Pelè, Eusebio, Banks, Jashin, Cruijff, Van Basten, ecc.., ma oggi, purtroppo, vediamo nascere solo meteore fugaci come stelle cadenti nella notte di San Lorenzo. Che non lasciano ricordo alcuno. Stelle di un firmamento in mano alla speculazione economica e finanziaria di presidenti che passione per questo sport e per la vita ne hanno davvero poca e lo dimostrano giornalmente.

Per fortuna in questo squallore ci sono realtà come l’ Atalanta, dove vi è un presidente che prima ancora della carica che ricopre è un grande tifoso della Dea, oppure il neopromosso Lecce del presidente Saverio Sticchi Damiani e dei vice Corrado Liguori e Alessandro Adamo, tutti leccesi doc orgogliosi e tifosi della squadra della propria terra.

Sono questi gli esempi dai quali ripartire affinchè la bellezza di questo sport non rimanga solo un amaro “sogno di una notte di mezza estate”.

Articolo pubblicato in anteprima da Graffisulpallone.com

Su gentile concessione dell’autore. 

 

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