In questo periodo di crisi economica, non è la politica a disgustare la gente spingendola ad astenersi dal voto, ma il disgusto va nei confronti di chi la rappresenta, del politico di professione e dei partiti. Così come esiste una corrente antipartiti, esiste il disgusto nei confronti della figura del calciatore, non più visto come eroe ed esempio dei giovani tifosi.

Non è il calcio che dalla vicenda calcio scommesse ne uscirà con le ossa rotte. Su questo, le società e le tv, potranno dormire sonni tranquilli, ma saranno i singoli calciatori, d’ora in poi, a perdere quell’aurea d’immunità a prescindere da tutto.

Se qualche tempo fa, il calciatore era il mito da seguire, oggi non è più così, la professione del calciatore che nell’immaginario collettivo è: auto, belle donne, discoteche, ha decisamente perso punti a livello di spread.
Certi comportamenti, oggi, non vengono più tollerati: il vaffa all’allenatore mancandogli di rispetto, le chiusure delle discoteche dopo le partite, le avventure amorose cambiando ragazze come una persona comune si cambia gli slip, le sceneggiate in campo e per finire, soprattutto, gli atti criminosi delle scommesse alle spalle degli ignari tifosi.

Tutto ciò, è diventato intollerabile per un sacco di gente che si guadagna 1.200 euro al mese onestamente con il sudore della fronte timbrando tutti i giorni il cartellino sul lavoro senza mai cercare vie di fuga illecite. Vedere gente che si toglie la vita strozzata da problemi economici e giocatori sommersi da milioni vendere una partita per pochi spiccioli, non è più tollerabile e giustamente, se un giorno, qualche tifoso andasse oltre le righe, non sarebbe da biasimare.

A cura di Luca Ronchi.

Audio tratto da “Tribuna Politica” del 15 dicembre 1981.
Intervento sulla “Questione Morale” in politica e nella società da parte dell’On. Enrico Berlinguer.

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