Una quieta sommossa sta prendendo piede per le strade de L’Avana, non soltanto nel modo di vestire piuttosto essenziale dei giovani, tra una maglietta del Barcellona e quella del Real Madrid, piuttosto che nelle poche strutture presenti. Qui il football o soccer era visto con ostilità perché secondo Fidel Castro, incarnava in sé tutti quei principi del sistema capitalistico che i cubani dovevano respingere. Ad Ernesto, l’altro eroe della rivoluzione, il calcio invece piaceva. Prediligeva tutti gli sport e si racconta delle sue performance calcistiche insieme ad Alberto Granado ai tempi di quel percorso in motocicletta divenuto iconico per le generazioni a seguire. Perferiva stare in porta, si correva di meno ed era meglio, considerando il fatto che soffriva di asma. Una volta rafforzata la rivoluzione , il baseball è divenuto sport nazionale, con l’orgoglio di venticinque coppe del mondo (gli Stati Uniti sono secondi con quattro) la più recente aggiudicata nel 2005, scordandosi di quello che Eduardo Galeano ha scritto a proposito di ciò, nel suo libro Splendori e miserie del gioco del calcio: “I marines portavano quel bastone in spalla, insieme al fucile, mentre col sangue e col fuoco imponevano l’ordine imperiale nella regione. Da allora il baseball è per i caraibici quello che il calcio è per noi”. A ben guardare però, più che una rivoluzione questo mutamento è il frutto del combinato disposto di molteplici elementi, taluni dei quali occasionali. Il baseball è tutt’ora lo sport cubano per eccellenza, ma da quando tanti fuoriclasse sono fuggiti negli Stati Uniti per raccogliere i frutti, economici, delle proprie capacità, il campionato nazionale è rimasto privo di interesse. Nel gennaio 2017, a pochi mesi dal decesso di Fidel, l’attaccante Maykel Reyes è stato il primo atleta (dal 1961) a trasferirsi leggittimamente da Cuba verso l’estero, reclutato insieme con Abel Martinez, dai messicani del Cruz Azul. Dal 1998 al 2012, una decina di calciatori con il pretesto di campionati o amichevoli, si è dileguata, uniformandosi ai giocatori di baseball, restando all’estero. In tutto ciò la Fifa ha cominciato ad investire chirurgicamente sul calcio cubano, dalla realizzazione di terreni di gioco artificiali a La Polar (L’Avana) e nello stadio Antonio Maceo (Santiago) alla ricostruzione di quello universitario della capitale, Pedro Marrero, congiuntamente con gli uffici e le tribune degli impianti. Sono remoti i momenti in cui il governo del calcio mondiale distribuiva 250.000 dollari una tantum alle federazioni cenerentole. La nuova Costituzione, oltre a riordinare i poteri dello stato, avvierà in maniera ponderata ai principi del dominio privato e al mercato. Cuba sta mutando, Cuba cambierà, cosa diventerà Cuba? È un interrogativo che si stanno ponendo tutti, a cui però nessuno sa dare risposta. Internet bussa alla porta ed è complicato tenerlo fuori, in special modo tra le nuove generazioni, e così il calcio tramite i display, prende vita nell’immaginario collettivo con tutto il suo carico pop. La televisione ha donato il proprio apporto con la messa in onda, in differita, delle partite dei campionati europei, su tutti la Liga, e non soltanto dei mondiali. Tante gare contro solo uno di baseball a settimana e i giovani hanno cominciato a fare il tifo per Messi e Cristiano Ronaldo. Una goccia quotidiana che negli ultimi quindici anni ha modificato il verso sportivo di Cuba causando una spaccatura nella società. Per giocare a baseball i giovani sono sottoposti a forti pressioni da parte delle famiglie, quella è la cruna dell’ago da cui passa il successo, meno per giocare a calcio, oltretutto perche al di là della gara professionistica le squadre e i campionati giovanili sono veramente pochi. Ma è in questo scontro generazionale che il calcio trova linfa vitale, divenendo il mezzo con cui i giovani dicono di no agli anziani. Nel frattempo la federazione spagnola ha inaugurato un campus a L’Avana e tecnici italiani hanno esportato scuole calcio nel Paese Caraibico. Stiamo parlando di un movimento la cui Nazionale ha preso parte al Mondiale solo nel 1938, sconfiggendo la Romania negli ottavi e venendo eliminata dalla Svezia nei quarti, e che non è andata al di là dei quarti di finale delle diverse edizioni della Concacaf Gold Cup. Odelin Molina, portiere del Villa Clara, detiene il record di maggiori presenze in Nazionale (118) mentre Lester More è il goleador (25 reti in 46 gare,dal 1996 al 2007). Al massimo campionato può prendere parte una squadra rappresentante di ogni regione, sedici nel complesso, ma nella maggior parte dei casi sono di meno. Il club con più vittorie (16) è il Villa Clara (nella città di Santa Clara si trova la tomba monumentale di Che Guevara, sostenitore degli argentini del Rosario Central), ma nelle ultime due stagioni il titolo è stato guadagnato dall’Fc Santiago, astro nascente del calcio cubano allenato da un italiano. Nulla di particolarmente importante dal punto di vista sportivo, da scomodare gli scout europei, che, di fatto, optano per altre realtà come il Costa Rica. Qui il Barcellona ha fondato una propria accademia per ragazzi al di sotto della maggiore età, a dispetto di un torneo con pochissime squadre e una popolazione che è la metà di quella cubana. A L’avana intanto, sono giunte anche le magliette italiane di Juve, Milan e Inter, e c’è da pensare che sia già esplosa la CR7 mania.
A proposito di Cuba. L’ orchestra popolare della Fondazione Notte della Taranta sarà ospite delle celebrazioni per il 500esimo anniversario della nascita della capitale cubana l’ Avana. Il concerto in Avenida Italia si terrà il 6 novembre prossimo sotto ” Il planetario” di Giammello.