Roma – Dean Budd, seconda linea con 29 caps con la maglia della Nazionale Italiana Rugby tra giugno 2017 e febbraio 2020, ha annunciato oggi il proprio ritiro dal rugby internazionale.
L’avanti trentatreenne ha ufficializzato il proprio addio alla scena dei test-match dopo aver concluso il proprio cammino con la maglia della Benetton Rugby, iniziato nel 2012 e che ha visto l’equiparato neozelandese guidare come capitano i Leoni nel 2017/18 e 2018/19.

Con la Nazionale Italiana Dean ha debuttato il 10 giugno 2017, lanciato dall’allora CT Conor O’Shea a Singapore contro la Scozia nel test inaugurale del tour estivo di quell’anno, diventando un punto fisso del pack azzurro durante la gestione del tecnico irlandese che lo aveva voluto capitano degli Azzurri sia nell’ultimo test pre-Mondiale di settembre a Newcastle con l’Inghilterra che nella seconda sfida iridata di Fukuoka, quando l’Italia aveva travolto il Canada prendendo temporaneamente il comando del girone.

Nel Torneo 2020, con Franco Smith che già lo aveva allenato a Treviso sulla panchina della Nazionale, l’esperienza e le doti di leadership di Budd lo avevano visto trovare spazio dalla panchina in tutte le tre gare disputate prima dello stop al Guinness Sei Nazioni imposto dal Coronavirus.

“Voglio ringraziare tutto il rugby italiano per questi otto anni vissuti insieme. Quando nel 2012 sono arrivato dal Giappone non avrei mai nemmeno sognato di poter vivere la fantastica avventura che l’Italia, adottandomi sportivamente e umanamente, ha messo sulla mia strada. Sono fiero di aver rappresentato questo Paese a livello internazionale, di aver avuto il privilegio di essere capitano della Nazionale in un incontro della Rugby World Cup, di aver sfiorato con Benetton Rugby una storica qualificazione alle semifinali di Guinness PRO14. Gli ultimi mesi hanno cambiato la vita di tutti noi, è il momento giusto per guardare avanti a ciò che la vita ha in serbo per me e la mia famiglia” ha detto Dean Budd.

Alfredo Gavazzi, Presidente della FIR, ha dichiarato: “Dean ha dimostrato grande professionalità e attaccamento alla causa azzurra nei tre anni in cui ha indossato la maglia della Nazionale. A nome di tutto il rugby italiano voglio ringraziarlo per aver messo al servizio del nostro sport e del nostro Paese le proprie doti di leader, di atleta e di uomo e augurargli il meglio per le sfide che lo attendono, dentro e fuori al nostro mondo”.

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