Leonardo Ghiraldini esce dalla storia ed entra nella leggenda del rugby italiano. 
Il tallonatore più presente di tutti i tempi in maglia azzurra, 107 caps con la Nazionale, scrive la parola fine su una delle carriere internazionali più prestigiose in novant’anni di storia del nostro rugby, annunciando il ritiro dal palcoscenico dei test-match a 36 anni. 
 
Un ritiro che arriva a qualche mese di distanza da quello dal rugby giocato di Alessandro Zanni, compagno di infinite battaglie e di un numero inquantificabile di stanze d’albergo condivise con Calvisano, Benetton e Italrugby. 
 
Con l’addio del tallonatore padovano all’Italia si chiude idealmente un’epoca, quella della generazione di atleti nati nella prima metà degli Anni ’80 su cui mise gli occhi John Kirwan e che trovarono poi in Berbizier prima, in Nick Mallett poi gli allenatori della maturità sportiva: Sergio Parisse, lo storico capitano dell’Italia oggi al Tolone, è il solo ancora in attività del gruppo che volò a Marsiglia sul finire dell’estate 2007 per la Rugby World Cup francese che avrebbe posto le basi per il lustro successivo.
  
Ripercorrere la carriera di Leonardo Ghiraldini vuol dire andare ben oltre le centosette partite in maglia Italia. Dal debutto sotto Pierre Berbizier a Tokyo contro il Giappone nel 2006, un susseguirsi di emozioni e ricordi. 
 
Diciassette volte capitano della Nazionale, inclusi l’intero Torneo delle 6 Nazioni 2010 ed i primi due turni della Rugby World Cup inglese del 2015, la maglia dei Barbarians, le esperienze da protagonista in due dei Club più prestigiosi d’Europa, Leicester Tigers e Stade Toulousain, dopo lo scudetto vinto – da giovanissimo capitano – con il giallonero di Calvisano e una serie di stagioni ad altissimo livello del PRO12 (oggi PRO14) con la Benetton, un totale di quattro edizioni della Rugby World Cup a cui ha preso parte. 
 
Per etica del lavoro, professionalità, capacità di ispirare i compagni con l’esempio Leonardo Ghiraldini rappresenta, nella mia opinione personale e in quella di migliaia di appassionati, uno dei più grandi rugbisti italiani di ogni tempo. Lo ricordo giovanissimo protagonista nel massimo campionato, quando si trasferì al Calvisano dal Petrarca: i primi passi di un percorso che lo avrebbe visto spiccare il volo di una straordinaria carriera verso Treviso prima, Leicester e Tolosa poi. Valgono, per Leonardo, le stesse parole che ho pronunciato per Alessandro Zanni: il nostro movimento non può che provare ammirazione e riconoscenza per l’impagabile contributo che ha garantito alla causa della nostra Nazionale in quattordici anni di carriera ai più alti livelli” ha dichiarato il Presidente della FIR Alfredo Gavazzi.  
 
Quel bambino irrequieto che venne accompagnato dai genitori alla Guizza di Padova nella speranza di abbassarne livelli apparentemente infiniti di energia ha vissuto un sogno molto più grande di quello avrebbe immaginato la prima volta che ha indossato la maglia del Petrarca: “Ho sempre dato tutto me stesso per l’azzurro, dentro e fuori dal campo, consapevole che non fosse un diritto acquisito giocare per l’Italia, ma facendo il possibile per conquistarmi quel diritto. Ogni convocazione con la Nazionale l’ho considerata un’occasione unica e speciale, da vivere con tutta l’energia, la passione ed il rispetto possibile, perché questi momenti non sono mai scontati” ha detto Leonardo Ghiraldini. 
 
Ho rappresentato il mio Paese a ogni livello, dall’U16 a quattro edizioni della Coppa del Mondo. Ho avuto il privilegio di capitanare l’Italia in molte occasioni, di giocare in tutti i più importanti tornei dell’Emisfero Nord. Dopo l’infortunio del 2019 contro la Francia ho lavorato al massimo delle mie possibilità per tornare all’alto livello e meritare ancora una volta la chiamata con la Nazionale: ringrazio Franco Smith per avermi offerto l’opportunità, lo scorso autunno, di vestire l’azzurro ancora una volta e per la fiducia che mi avrebbe dato ancora nel Sei Nazioni che sta per prendere il via. Ora, credo sia il momento giusto per dare il mio addio al rugby internazionale, di ringraziare l’Italia, i miei compagni, gli allenatori che mi hanno permesso di giocare per tutto un movimento,  i nostri incredibili tifosi per l’affetto che mi hanno dimostrato in questi anni e la mia famiglia per il fondamentale sostegno che mi ha garantito in questa lunga avventura. Lascio una piccola porta aperta al rugby giocato, ma è tempo per me di guardare oltre, al mio futuro professionale ed a quello della mia famiglia” ha dichiarato il tallonatore padovano.
 
Ho condiviso la maglia del mio Paese con tantissimi giocatori di grande talento e con persone dall’importante spessore umano, con i quali abbiamo ottenuto vittorie che resteranno per sempre nei mio cuore, da quella del Flaminio contro il Galles nel 2007 alla doppietta con Francia e Irlanda nel Sei Nazioni 2013. Dico addio alla Nazionale con una certa commozione, quella maglia negli ultimi vent’anni ha rappresentato moltissimo per me. C’è un cambio generazionale che è già avvenuto da qualche tempo ormai e e sono tanti giovani interessanti che stanno prendendo il loro posto. Franco Smith ed il suo staff stanno dando loro un’identità precisa e gli strumenti per competere ad alto livello. Porterò sempre la maglia azzurra dentro di me – ha concluso Ghiraldini – ma è il momento che altri la indossino sul campo. E’ stato un viaggio meraviglioso e le emozioni vissute insieme a tutti voi le porterò con me per tutta la vita”.
 
 

LEONARDO GHIRALDINI ANNUNCIA IL RITIRO DAL RUGBY INTERNAZIONALE
“RINGRAZIO FAMIGLIA, ALLENATORI, COMPAGNI, TIFOSI: E’ STATO UN VIAGGIO MERAVIGLIOSO”
Roma – Leonardo Ghiraldini esce dalla storia ed entra nella leggenda del rugby italiano. 
Il tallonatore più presente di tutti i tempi in maglia azzurra, 107 caps con la Nazionale, scrive la parola fine su una delle carriere internazionali più prestigiose in novant’anni di storia del nostro rugby, annunciando il ritiro dal palcoscenico dei test-match a 36 anni. 
 
Un ritiro che arriva a qualche mese di distanza da quello dal rugby giocato di Alessandro Zanni, compagno di infinite battaglie e di un numero inquantificabile di stanze d’albergo condivise con Calvisano, Benetton e Italrugby. 
 
Con l’addio del tallonatore padovano all’Italia si chiude idealmente un’epoca, quella della generazione di atleti nati nella prima metà degli Anni ’80 su cui mise gli occhi John Kirwan e che trovarono poi in Berbizier prima, in Nick Mallett poi gli allenatori della maturità sportiva: Sergio Parisse, lo storico capitano dell’Italia oggi al Tolone, è il solo ancora in attività del gruppo che volò a Marsiglia sul finire dell’estate 2007 per la Rugby World Cup francese che avrebbe posto le basi per il lustro successivo.
  
Ripercorrere la carriera di Leonardo Ghiraldini vuol dire andare ben oltre le centosette partite in maglia Italia. Dal debutto sotto Pierre Berbizier a Tokyo contro il Giappone nel 2006, un susseguirsi di emozioni e ricordi. 
 
Diciassette volte capitano della Nazionale, inclusi l’intero Torneo delle 6 Nazioni 2010 ed i primi due turni della Rugby World Cup inglese del 2015, la maglia dei Barbarians, le esperienze da protagonista in due dei Club più prestigiosi d’Europa, Leicester Tigers e Stade Toulousain, dopo lo scudetto vinto – da giovanissimo capitano – con il giallonero di Calvisano e una serie di stagioni ad altissimo livello del PRO12 (oggi PRO14) con la Benetton, un totale di quattro edizioni della Rugby World Cup a cui ha preso parte. 
 
Per etica del lavoro, professionalità, capacità di ispirare i compagni con l’esempio Leonardo Ghiraldini rappresenta, nella mia opinione personale e in quella di migliaia di appassionati, uno dei più grandi rugbisti italiani di ogni tempo. Lo ricordo giovanissimo protagonista nel massimo campionato, quando si trasferì al Calvisano dal Petrarca: i primi passi di un percorso che lo avrebbe visto spiccare il volo di una straordinaria carriera verso Treviso prima, Leicester e Tolosa poi. Valgono, per Leonardo, le stesse parole che ho pronunciato per Alessandro Zanni: il nostro movimento non può che provare ammirazione e riconoscenza per l’impagabile contributo che ha garantito alla causa della nostra Nazionale in quattordici anni di carriera ai più alti livelli” ha dichiarato il Presidente della FIR Alfredo Gavazzi.  
 
Quel bambino irrequieto che venne accompagnato dai genitori alla Guizza di Padova nella speranza di abbassarne livelli apparentemente infiniti di energia ha vissuto un sogno molto più grande di quello avrebbe immaginato la prima volta che ha indossato la maglia del Petrarca: “Ho sempre dato tutto me stesso per l’azzurro, dentro e fuori dal campo, consapevole che non fosse un diritto acquisito giocare per l’Italia, ma facendo il possibile per conquistarmi quel diritto. Ogni convocazione con la Nazionale l’ho considerata un’occasione unica e speciale, da vivere con tutta l’energia, la passione ed il rispetto possibile, perché questi momenti non sono mai scontati” ha detto Leonardo Ghiraldini. 
 
Ho rappresentato il mio Paese a ogni livello, dall’U16 a quattro edizioni della Coppa del Mondo. Ho avuto il privilegio di capitanare l’Italia in molte occasioni, di giocare in tutti i più importanti tornei dell’Emisfero Nord. Dopo l’infortunio del 2019 contro la Francia ho lavorato al massimo delle mie possibilità per tornare all’alto livello e meritare ancora una volta la chiamata con la Nazionale: ringrazio Franco Smith per avermi offerto l’opportunità, lo scorso autunno, di vestire l’azzurro ancora una volta e per la fiducia che mi avrebbe dato ancora nel Sei Nazioni che sta per prendere il via. Ora, credo sia il momento giusto per dare il mio addio al rugby internazionale, di ringraziare l’Italia, i miei compagni, gli allenatori che mi hanno permesso di giocare per tutto un movimento,  i nostri incredibili tifosi per l’affetto che mi hanno dimostrato in questi anni e la mia famiglia per il fondamentale sostegno che mi ha garantito in questa lunga avventura. Lascio una piccola porta aperta al rugby giocato, ma è tempo per me di guardare oltre, al mio futuro professionale ed a quello della mia famiglia” ha dichiarato il tallonatore padovano.
 
Ho condiviso la maglia del mio Paese con tantissimi giocatori di grande talento e con persone dall’importante spessore umano, con i quali abbiamo ottenuto vittorie che resteranno per sempre nei mio cuore, da quella del Flaminio contro il Galles nel 2007 alla doppietta con Francia e Irlanda nel Sei Nazioni 2013. Dico addio alla Nazionale con una certa commozione, quella maglia negli ultimi vent’anni ha rappresentato moltissimo per me. C’è un cambio generazionale che è già avvenuto da qualche tempo ormai e e sono tanti giovani interessanti che stanno prendendo il loro posto. Franco Smith ed il suo staff stanno dando loro un’identità precisa e gli strumenti per competere ad alto livello. Porterò sempre la maglia azzurra dentro di me – ha concluso Ghiraldini – ma è il momento che altri la indossino sul campo. E’ stato un viaggio meraviglioso e le emozioni vissute insieme a tutti voi le porterò con me per tutta la vita”.
 
Leonardo Ghiraldini
Nato a: Padova
Il: 26 dicembre 1984
Club: Petrarca Padova, Calvisano, Benetton Treviso, Leicester Tigers, Stade Toulosain, Bordeaux
Azzurro n°: 582
Ruolo: tallonatore
Caps: 107
Debutto internazionale: Giappone v Italia 6-52, Tokyo 11 giugno 2006 (all. Berbizier)
Punti segnati con l’Italia: 30 (6 mete)
Caps Rugby World Cup: 6 (quattro edizioni, 2007, 2011, 2015, 2019)
Altre selezioni: Italia U17, U18, U19, U21, “A”, Seven, Barbarians
Campione d’Italia: 2008 con Calvisano, 2010 con Benetton Treviso
Campione di Francia: 2019 con Stade Toulousain
 
Laureato in Economia, fresco di MBA in Diritto e Management dello Sport, padre di due bimbi avuti con la compagna Federica, Leonardo Ghiraldini è uno degli innumerevoli prodotti del settore giovanile del Petrarca Padova, Club dove ha mosso i primi passi rugbistici e con cui ha debuttato giovanissimo nel massimo campionato italiano. 
Terza linea in gioventù, poi tallonatore nella fase finale finale del proprio percorso juniores e nella propria maturità atletica, è l’atleta italiano ad aver occupato più volte (107 caps) il ruolo centrale della prima linea azzurra.
Lanciato in Nazionale Maggiore da Pierre Berbizier nel tour del 2006 alle Fiji e in Giappone, Ghiraldini è stato da allora un punto fermo del pack azzurro partecipando a quattro edizioni dei Mondiali e capitanando l’Italia in diciassette occasioni tra il 2008 e il 2020, anno della sua ultima apparizione internazionale contro il Galles, a Llanelli.
Ha giocato, oltre che nel massimo campionato italiano – vinto due volte con Calvisano e Treviso –  nel Guinness PRO12 con Benetton Treviso, nella Premiership inglese con Leicester Tigers e nel TOP14 francese con lo Stade Toulousain, conquistando con i rouge-et-noir lo Scudo di Brenno 2019. Nell’ultima stagione 2019/20, prematuramente conclusa a causa della pandemia da Covid-19, ha fatto parte della rosa del Bordeaux.
Tra gli highlights della sua carriera internazionale il primo capitanato azzurro a soli 24 anni a Cape Town contro il Sudafrica campione del mondo in carica durante la gestione Mallett, la meta decisiva per la vittoria di Cordoba con l’Argentina la settimana seguente, il quarto posto al Sei Nazioni 2013 con le vittorie su Francia e Irlanda. Il Sei Nazioni lo ha di recente inserito tra i migliori tallonatore dei primi venti anni del Torneo, unico tra i numeri due italiani. E’ l’unico italiano inserito nel XV ideale del decennio da Guinness PRO14.

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