“L’atletica italiana ha preso consapevolezza della sua nuova dimensione”. Il presidente della FIDAL Stefano Mei guarda con fiducia ai Campionati Europei di Monaco di Baviera che si aprono nella giornata di Ferragosto con i primi 29 azzurri in gara. “È stata una stagione incredibile per numero di eventi, non era mai accaduto di avere Mondiali ed Europei nello stesso anno – ricorda il numero uno federale nell’incontro con la stampa a Casa Italia Collection, a pochi passi dal parco olimpico di Monaco – ma il concetto che è emerso, e che più mi piace, è la compattezza di questa squadra, la presenza di un nutrito gruppo di atleti che può far bene. Tokyo ha lasciato nel cuore, nella mente, nell’animo di ognuno la voglia di emulare e la consapevolezza di poterci provare, senza farsi prendere dal ‘braccino’. Vedo tanto spirito di appartenenza alla maglia azzurra, dagli allievi ai più grandi”. Non è una scoperta che la dimensione continentale sia più abbordabile di quella mondiale, ma gli avversari non vorranno regalare nulla agli azzurri: “Certamente qui abbiamo più chance di cogliere medaglie anche se considero quella di Eugene un’esperienza assolutamente positiva, che non ci ha affatto ridimensionato ma che anzi ha confermato quanto di buono fatto a Tokyo, con un ricambio dei finalisti. Nel 1990 ho contribuito al miglior Europeo della storia azzurra a Spalato. Da presidente e da tifoso, quello che sogno e auspico è che si possa migliorare quel record”.
Poi rivolgendosi a Yeman Crippa, seduto accanto al DT Antonio La Torre e agli altri azzurri Sara Fantini e Andrea Dallavalle, il presidente Mei rievoca le sue due medaglie continentali di Stoccarda 1986, oro nei 10.000 e argento nei 5000: “Scegli tu in quale specialità arrivare secondo…”, è l’ironico e benaugurante invito. L’Italia, peraltro, è a Monaco anche nella veste di “future organiser” a un paio d’anni dagli Europei di Roma 2024: “Averli in casa sarà una motivazione ulteriore per tutta la Nazionale, un altro stimolo a far bene”.
LA TORRE: “AGLI EUROPEI NON CI POSSIAMO NASCONDERE, INIZIA QUI IL BIENNIO VERSO PARIGI” – Dal direttore tecnico Antonio La Torre, un messaggio chiaro a tutta la squadra, fatto di realismo e di concretezza: “Non ci possiamo più nascondere, non possiamo tirarci indietro”. La Baviera può tracciare una strada, ne è convinto il DT: “Dopo aver scavallato Eugene, con tutte le sue problematiche, qui inizia il biennio decisivo per l’atletica italiana a meno di 24 mesi dalle Olimpiadi di Parigi. Ognuno è qui per misurare la consapevolezza di sé: per alcuni si tratta di capire se possono stare in un contesto internazionale di alto livello, per altri c’è la possibilità di giocarsela fino in fondo”. Parlando di Crippa (1996), Fantini (1997) e Dallavalle (1999), il DT sottolinea il loro “cambio di mentalità in positivo” e la certezza che possano “arrivare tranquillamente a Los Angeles 2028”. Ma un pensiero lo manda anche ad altri tre atleti che per infortunio non sono saliti sull’aereo verso Monaco: “Palmisano, Weir, Sibilio, li sentiamo qui con noi”.
Di altri tre è inevitabile parlare, nonostante la base degli atleti di alto livello si sia allargata al punto che non sia l’unico dei temi da snocciolare: “Massimo Stano sta insegnando a tutti come si ragiona dopo un grande successo – le parole di La Torre – la sua vittoria a Monaco non è scontata, ma la sua testa era già qui un minuto dopo l’oro mondiale in Oregon. Jacobs? Rispetto a Eugene è cambiato il viso, il sorriso, ha l’allegria di poter fare bene: è qui da giorni e abbiamo condiviso con Paolo Camossi la sua partenza anticipata. A Tamberi dico di farsi questo regalo di matrimonio. Ha avuto il Covid dopo Eugene, ma spalle al muro ci sa stare, ha le stimmate del fuoriclasse”. A chi chiede conto del modello-Italia che sta dando frutti, La Torre risponde così: “Continuerei a volare basso. Se c’è un merito che ci riconosciamo è che non separiamo più l’atletica dei giovani dall’atletica degli adulti, e abbiamo ritrovato compattezza e schiettezza nel gruppo dei tecnici. Anche nel nuoto c’è un modello bello, da studiare, con cui continuare a mantenere scambi e contatti e con una programmazione relativamente più semplice. Io preferisco restare umile e dire che abbiamo ancora tanto da fare”.
CRIPPA, FANTINI, DALLAVALLE: L’ITALIA CHE CRESCE
Convinti, determinati, sempre più competitivi. È una squadra italiana con tanti atleti in grado di puntare a risultati di rilievo, agli Europei di Monaco di Baviera che prendono il via oggi, e già in luce a livello internazionale. C’è chi ha sfiorato il podio ai Mondiali di Eugene, poco meno di un mese fa, dove la martellista Sara Fantini è stata quarta come Andrea Dallavalle nel triplo. E chi ha conquistato una medaglia nella scorsa edizione: Yeman Crippa, bronzo continentale nei 10.000 quattro anni fa a Berlino, in caccia di riscatto dopo aver rinunciato alla rassegna iridata. A poche ore dall’esordio, i tre azzurri si raccontano a Casa Italia Collection, di fronte all’Olympia park.
“Per me questo è l’anno della svolta”, racconta Sara Fantini che in questa stagione ha migliorato più volte il record italiano del martello fino a 75,77. “Sto aumentando la consapevolezza, che mi ha aiutato a fare il salto di qualità e a raggiungere gli obiettivi. Ma è anche una stagione di crescita, verso un futuro che sento appartenere pienamente a me e a tutta l’atletica italiana. Ognuno di noi sta costruendo il suo futuro, come si è visto negli eventi giovanili di questa estate, con la vittoria tra le altre di Rachele Mori ai Mondiali under 20 nella mia specialità. Siamo compagni di viaggio, che camminano tutti sulla stessa strada, con determinazione. Per ora credo di esserci riuscita, in una stagione finora per me stupenda, e spero di chiuderla qui nel migliore dei modi”. L’emiliana dei Carabinieri è attesa in pedana martedì in qualificazione, dalle ore 12.15, mentre la finale è in programma mercoledì sera alle 21.05. “Ma sono anche contenta che si parli di lanci, e in particolare al femminile, per fare passi avanti in una sensibilità che sta cambiando, in modo che ognuno si senta libero di esprimersi”.
Nella prima giornata tocca subito ai triplisti e quindi anche ad Andrea Dallavalle, nel turno eliminatorio di oggi alle 20.05, con la finale prevista due giorni più tardi, mercoledì alle 20.15. “Dopo il quarto posto ai Mondiali che ha lasciato un po’ di amaro in bocca – ammette il 23enne piacentino – mi sono reso conto di essere ormai entrato in un contesto più grande di quello a cui ero abituato. Mi confronto con atleti molto forti, tra i migliori al mondo, però sono sicuro delle mie qualità e delle carte che ho in mano”. Parla chiaro il portacolori delle Fiamme Gialle, campione europeo U23 della specialità: “Ho buone sensazioni e spero di migliorare il piazzamento dei Mondiali, vorrei qualcosa di più luccicante. È bello avere una squadra azzurra numerosa (formata da 98 atleti, ndr) e in molti hanno ottime possibilità. A Eugene mi sembrava quasi di essere ancora tra gli “under”, per quanti giovani c’erano, e si sono visti tanti talenti in crescita, per dare il senso di una nuova generazione in arrivo”.
A Monaco per il rilancio. Non c’era ai Mondiali per un infortunio Yeman Crippa: “Penso solo agli Europei, il forfait a Eugene mi ha fatto male, ma bisogna guardare avanti. Ho un’occasione per prendere due medaglie e devo cercare di ricucire la mia stagione”. Lo stop non ha influito sulla preparazione dell’asso azzurro, pluriprimatista italiano su tutte le distanze del mezzofondo prolungato: “Ho lavorato molto bene nell’ultimo periodo a St. Moritz – le parole del trentino delle Fiamme Oro – e in pratica ho perso solo una settimana, poi sono riuscito subito a salire in altura, dopo aver preso una decisione difficile saltando i Mondiali per non compromettere anche gli Europei. Mi sento carico e qui c’è una bellissima squadra, perché le Olimpiadi di Tokyo hanno acceso una scintilla in tutti noi”. Si scende in pista martedì sera alle 21.08 nei 5000 metri, poi i 10.000 nell’ultima giornata, domenica alle 20.00. “Tra le due gare, credo di avere più possibilità nei 10.000 ma posso giocarmela anche nei 5000 anche se so che sarà molto difficile. Se devo essere sincero, avrei preferito correre prima nella distanza più lunga, ma è così e darò il massimo per fare qualcosa di importante”.