Una serata pazzesca, una vittoria memorabile. Ancora non ci crede il nuovo campione d’Europa indoor dei 60 metri, Samuele Ceccarelli, dopo l’impresa di Istanbul. “Non ho parole, sembra la solita frase fatta ma vi assicuro che non lo è – le prime parole di un incredulo Ceccarelli – Era la prima volta in un campionato del genere, con avversari di altissimo livello, e magari qualche aspettativa da mantenere: non ho dormito sonni tranquilli nei giorni scorsi, ma ho cercato di affrontarli al meglio. Da ieri mattina alle 9, fino a ieri sera alle 21, sono state dodici ore di gare e di attesa. È stato difficile ma ho cercato di raccogliere tutte le energie possibili e di dare il meglio. I tempi di 6.47 e 6.48? Sono prestazioni che arrivano da mesi di lavoro senza intoppi. Negli ultimi anni, purtroppo, sono stato frenato dagli infortuni che mi hanno tenuto fermo a più riprese, per cui non sono mai riuscito a completare un vero e proprio ciclo di allenamento. Invece quest’anno sono riuscito a preparare bene le indoor e il risultato è arrivato. Spero si possa continuare su questo livello di preparazione”.

Ancona non era un exploit, oggi la conferma definitiva. “Chi è Samuele? Sempre il solito: un ragazzo tranquillo, con i piedi per terra, a cui piace chiacchierare. Al debutto in Nazionale è incredibile vedere intorno a me tutti questi visi conosciuti ma sconosciuti: tutti i miei compagni li ho sempre visti gareggiare ma non ne conoscevo molti di persona”. Il grazie più sentito è per coach Marco Del Medico: “Ha la pazienza di starmi dietro giornalmente a Pietrasanta. Lui sa bene che sono un po’ duro a volte e che per farmi entrare le cose in testa ci vuole un po’. Ma spero di seguire ancora a lungo i suoi consigli”. E adesso? “Voglio continuare a migliorarmi, soprattutto nei 100 metri. Per i 200 invece c’è ancora tempo. Ed è molto più divertente quando si vince. Credo sia importante ricordare a tutti, e a me stesso, che quando si crede in qualcosa non bisogna mollare. Negli ultimi anni non è stato facile, però crederci sempre ha fatto la differenza”.

‘Dov’eri il 1° agosto 2021?’, chiede il cronista. “Ero a casa, con i miei, a guardare la televisione, incredulo come ieri – risponde Ceccarelli – L’oro di Jacobs mi ha dato una bella botta di energia, il suo risultato è qualcosa di storico. Non solo a me, ma a tutta Italia: ha dato una propulsione all’atletica e si vede anche dalla risonanza mediatica che sta avendo il nostro sport, esempio ne sia che le gare di ieri sono state trasmesse su Rai 2, quindi un canale generalista e non dedicato allo sport. Marcell ieri mi ha fatto i complimenti, era contento per me. Ovviamente durante quei sei secondi ognuno corre per sé e siamo tutti avversari, ma il capitano mi concederà l’espressione di ‘fratellone’. Non si è risparmiato, tra chiacchiere e consigli. Ha fatto la differenza. Un atleta della sua esperienza non può che giovare a tutti”. Anche a ‘Cecca’. Splendido e impensabile (fino ad alcune settimane fa) campione d’Europa.

E Marcell Jacobs, con estrema classe e signorilità, è il primo a riconoscere l’impresa di Samuele: “È stato bravissimo, è riuscito a scendere sotto i 6.50 sia in semifinale che in finale, due prestazioni incredibili. Da capitano di questa Nazionale posso dire di essere soddisfatto che l’oro europeo sia rimasto in Italia”. L’argento, in ogni caso, non può che stare stretto al campione olimpico: “Non è la medaglia che volevo – ammette – ho dato non il 100% ma il 120% di quello che potevo. Purtroppo le mie gambe non mi hanno sostenuto fino in fondo. I problemi fisici fanno parte del gioco, ma speravo di aver trovato il feeling giusto, le sensazioni erano buone. Poi a livello muscolare c’è stato qualche intoppo che cercheremo di risolvere il più presto possibile”.

DERKACH GIOIA D’ARGENTO: “FINALMENTE SONO GRANDE”
La medaglia cercata, attesa a lungo, si trasforma in realtà per Dariya Derkach. Agli Europei indoor di Istanbul l’azzurra è vicecampionessa europea del triplo, argento con 14,20 al secondo salto. Entra combattiva in pedana, in una gara condotta con grinta fin dall’inizio, cominciata subito a ridosso dei quattordici metri con 13,97. Poi non si accontenta e cerca di forzare (14,08 al quarto, nullo al quinto e senza chiudere il “jump” al sesto) per avvicinare l’oro rimasto a undici centimetri, il 14,31 al primo tentativo della turca Tugba Danismaz. Che questa fosse una buona stagione per la portacolori dell’Aeronautica era chiaro, alla luce della costanza di rendimento espressa in tutte le gare, dopo aver avvicinato il personale indoor con 14,25 nell’esordio di gennaio. Tante volte si era fermata allo scoglio della qualificazione, stavolta invece in finale e sul podio, a dieci anni dall’argento europeo under 23 del 2013. “Che bello, finalmente! Dopo il 14,20 ho provato a fare il più possibile – sorride l’azzurra – per andare in caccia della vittoria, ma purtroppo negli ultimi salti ho sentito un po’ di stanchezza, forse ho voluto strafare e non sono riuscita a chiudere i balzi. Sono contenta della stagione che ho fatto. Questa medaglia arriva dalla voglia di ottenere qualcosa, dopo troppe occasioni mancate e altrettante delusioni. Ho imparato, sono cresciuta, finalmente sono diventata grande”.