“Sfogliare i giornali e vedere i nostri atleti sempre in prima pagina è una soddisfazione enorme, è l’immagine di un’atletica vincente”. Il giorno dopo è il momento dei bilanci e delle analisi, a mente più fredda, ma ancora con i brividi azzurri sulla pelle. L’Italia al primo posto nella classifica a punti, come mai accaduto nella storia degli Europei indoor. Il dominio azzurro nello sprint con la coppia Ceccarelli-Jacobs, il trionfo di Weir, l’argento di Iapichino alle porte dei sette metri e i secondi posti di Derkach e della staffetta 4×400 femminile. Risultati che hanno reso orgoglioso il presidente della FIDAL Stefano Mei: “Sono felicissimo di come sia andata la spedizione di Istanbul – le sue parole – questi risultati sono semplicemente la dimostrazione che la scelta politica intrapresa due anni fa, ovvero aumentare risorse per l’attività tecnica, ha pagato. La nostra filosofia è investire sui ragazzi, il nostro ‘core business’, e farlo in maniera ulteriore (+3 milioni nel 2022) rispetto a quanto previsto dalla preparazione olimpica. Se investi una cifra mai investita prima, il ritorno c’è. Abbiamo messo gli atleti nelle condizioni di esprimersi al meglio delle loro potenzialità. E nell’immaginario collettivo siamo tornati a essere uno sport di punta, che traina il movimento italiano ed è la base di qualsiasi disciplina. Sono grato al presidente del CONI Giovanni Malagò per i complimenti entusiasti che ci ha rivolto dopo le gare, è il nostro primo tifoso”.

20 FINALISTI – Il risultato complessivo, al netto delle imprese individuali, memorabili, emozionanti, è il dato che Mei intende sottolineare con più forza: “Da presidente federale la cosa che mi dà più orgoglio è aver portato tanta gente in finale. Averne 20 tra i primi otto classificati, e vincere la classifica a punti, vuol dire che il concetto di squadra ha prevalso. Questo Europeo ci fa capire quali siano le situazioni su cui dobbiamo intervenire di più. E anche gli atleti che non hanno reso come desideravano hanno avuto modo di fare esperienza, in un contesto meno ‘shock’ dei Mondiali”.

VERSO ROMA 2024 – Istanbul 2023 è stata anche l’occasione per una serie di incontri con i vertici di European Athletics in funzione degli Europei che Roma ospiterà nel giugno del 2024. “In Turchia insieme al direttore generale Paolo Carito ci siamo confrontati con EA sui progressi a livello organizzativo ed entrambe le parti sono uscite molto soddisfatte dai colloqui. European Athletics è sicura che sarà la migliore edizione di sempre e noi stiamo lavorando per questo”.

LE 6 MEDAGLIE – Il capolavoro di Ceccarelli, l’orgoglio di Jacobs: momenti top. “Marcell si è comportato da vero capitano e ha saputo cogliere, anche nella sconfitta, il fatto che un altro azzurro abbia saputo ispirarsi a lui. E su Ceccarelli, che dire: è il simbolo di questa nuova era, di questa nuova generazione di talenti azzurri. Finalmente, come negli anni ’80, in tanti sgomitano per emulare i campioni di turno”. Fantastiche tutte le medaglie, e non solo: “Weir si è ripreso con gli interessi quello che la sorte gli aveva negato lo scorso anno, Larissa aveva un viso da guerriera che non ho mai visto: è diventata ‘donna’, domenica è iniziata la sua carriera da adulta. La 4×400? Se è vero che la staffetta del miglio restituisce lo stato di salute di un movimento, direi che usciamo a pieni voti. Derkach dopo tanti anni non è più una promessa, dispiace per il quarto posto di Cestonaro che avrebbe meritato il podio. E anche i quarti posti di Simonelli e Battocletti fanno solamente bene”.

E ORA… – Ottimismo verso i Mondiali di Budapest, e in prospettiva verso Roma 2024 e la destinazione principale delle Olimpiadi di Parigi. Ma prima, in giugno, c’è pure da mettere un altro tassello che sarebbe storico, la vittoria agli Europei a squadre di Chorzow, la vecchia Coppa Europa: “Non è mai successo, e l’ultima volta l’abbiamo sfiorata. Dopo questa dimostrazione di forza siamo tra i favoriti e sarebbe un sogno. Non ci dobbiamo tirare indietro”.