Si migliora ancora Giovanna Epis che sfiora il record italiano alla maratona di Amburgo. L’azzurra chiude in 2h23:46 a soli due secondi dal primato nazionale, 2h23:44 di Valeria Straneo a Rotterdam nel 2012, dopo averlo già avvicinato nello scorso dicembre con 2h23:54 a Valencia. Un’altra prestazione maiuscola per la veneziana dei Carabinieri, l’ennesima di una carriera che l’ha sempre vista riscrivere il personale in ogni maratona, tranne quelle di campionato. Anche in Germania la 34enne che vive a Legnano, nell’hinterland milanese, è protagonista di una gara eccellente viaggiando a un ritmo inferiore al record fino a pochi metri dal traguardo, con passaggio alla mezza di 1h11:21, e si piazza al sesto posto. Ora è l’unica azzurra a essere scesa in due occasioni sotto le 2 ore e 24 minuti.

LA GARA – Dal quinto chilometro la maratoneta allenata da Giorgio Rondelli aumenta la sua andatura, con cinque frazioni di 5 km in meno di 17 minuti e correndo intorno a 3:23 ogni mille metri, per possibile tempo finale sotto 2h23:00. A metà gara il crono è ad appena un minuto dal personale sulla distanza (1h10:15 nella passata stagione) e meglio di quanto fatto alla Stramilano (1h12:01) nell’unica uscita agonistica di quest’anno prima della trasferta in terra tedesca. Meno rapidi i parziali dal 30° km in poi (17:10 e 17:25) anche se fino al 40° rimane in tabella di marcia per il primato, con proiezione di 2h23:35. Questi i parziali di Giovanna Epis ad Amburgo: 17:03 (5 km), 33:52 (10 km), 50:48 (15 km), 1h07:43 (20 km), 1h11:21 (mezza maratona), 1h24:33 (25 km), 1h41:32 (30 km), 1h58:42 (35 km), 2h16:07 (40 km).

EPIS: “FELICE, SOLIDA E MATURA” – “Al traguardo il primo pensiero è stato di felicità”, commenta Giovanna Epis. “Quando si riesce a migliorarsi, non si può essere scontenti. Certo, è mancata la ciliegina del record italiano, ma l’obiettivo era di andare forte e correndo di nuovo in meno di 2h24 credo di averlo raggiunto, su un percorso diverso rispetto a Valencia e in un altro periodo dell’anno. Dopo il quinto posto agli Europei della scorsa estate a Monaco, mi sono chiesta cosa è mancato per la medaglia. Ci voleva maggiore consapevolezza di essere un’atleta che può fare questi crono. Adesso mi sento sempre più solida e matura”.

“HO DATO IL MASSIMO” – Poi racconta la gara: “Ho trovato condizioni ideali, senza vento e con cielo coperto. Dopo i saliscendi dei primi cinque chilometri, mi ero prefissata una mezza in 1h11:30-1h11:45 ma non mi sono preoccupata per il passaggio di poco più veloce. Fino al 30° mi ha aiutato soprattutto lo spagnolo Yago Rojo, che è stato quindicesimo agli Europei, e al 35° con me c’era il keniano Patrick Korir, però negli ultimi sette chilometri sono rimasta praticamente da sola. Ho provato a calcolare il ritmo da tenere per il record italiano, a un chilometro dall’arrivo c’era anche un tratto in leggera salita. Per un punto Martin perse la cappa, per tre secondi Giovanna ha perso il record, visto che per migliorarlo ne mancano tre… Ma ho dato tutto quello che avevo”. Non è stato facile l’avvicinamento a questa maratona: “Ero tranquilla perché negli ultimi allenamenti i riscontri erano incoraggianti, anche se ho dovuto modificare qualcosa durante la preparazione: nel training camp di sette settimane ai 2400 metri di Iten, in Kenya, da fine gennaio a metà marzo, ho avuto un virus intestinale che mi ha fatto perdere una decina di giorni. Ci ho messo un po’ per riprendermi, per questo ho rinunciato alla RomaOstia, poi non avevo belle sensazioni dopo la Stramilano e quindi non sapevo se ero in grado di affrontare una maratona. Ho scelto di provare cose nuove, introducendo lavori più lunghi fino a 38 km e più qualificati nell’ultimo periodo, con buone risposte. Mi sono detta che bisognava solo correre e provarci”.

“ORA I MONDIALI” – L’obiettivo si sposta sui Mondiali di agosto a Budapest: “Se voglio arrivare preparata nel miglior modo possibile alle Olimpiadi di Parigi, allora una gara di campionato come quella iridata può essere utile. Ma prima, dopo aver valutato il recupero, vorrei correre anche quest’anno nella Coppa Europa dei 10.000 su pista, il 3 giugno a Pacé in Francia, per uscire fuori dai soliti schemi”.

YAREMCHUK IN TOP 10 A LONDRA: NONA IN 2H24:02
Più di un minuto e mezzo di progresso, ormai vicina al record italiano. Entra in una nuova dimensione Sofiia Yaremchuk che corre in 2h24:02 nella maratona di Londra con un piazzamento tra le prime dieci in una gara stellare, al nono posto. La 28enne dell’Esercito abbatte il personale di 2h25:36 realizzato alla fine di ottobre a Francoforte, diventando la quinta di sempre a livello nazionale a soli 18 secondi dal primato di Valeria Straneo (2h23:44 in prova mista nel 2012) e sfiorando il miglior crono di un’italiana in una maratona solo femminile, appena due secondi sopra il 2h24:00 ottenuto da Sara Dossena nel 2019. Con questo risultato timbra lo standard World Athletics per le Olimpiadi di Parigi, fissato a 2h26:50, ma riscatta anche la delusione di tre settimane fa a Milano, dove si era fermata poco oltre la mezza. Stavolta invece porta a termine la gara dopo un passaggio intermedio più veloce del previsto in 1h11:15 riuscendo a mantenere un ritmo sostenuto fino al traguardo.

YAREMCHUK: “FINALMENTE DOPO TANTO LAVORO” – “Stavolta me la sono goduta, mi sono piaciute le sensazioni che ho avuto”, racconta Sofiia Yaremchuk, nata in Ucraina e futura azzurra, allenata a Roma da Fabio Martelli. “Sono venuta a Londra per prendere il mio, per raccogliere i frutti di tutto il lavoro svolto nella preparazione, e ora posso gioire. Ho avuto le risposte che volevo, dopo aver trovato la forza di riprovarci. Il primo obiettivo era il minimo olimpico, però puntavo a scendere sotto 2h25 e invece ho sfiorato le 2h24 quindi è andata benissimo. Mi sento felice e orgogliosa per me, per il coach Fabio Martelli e per tutto lo staff che mi ha aiutato a superare le difficoltà. Manca poco al record italiano, ma un passo alla volta ci potrò arrivare”.

“SENZA PAURA” – “Era rimasta una cicatrice dentro di me per lo stop di Milano, dove ho avvertito un improvviso calo di energie, con pensieri e dubbi su come poter gestire una maratona. Alla mezza avevo programmato di fare 1h12 ma mi sono trovata nel secondo gruppo, con la statunitense Susanna Sullivan (poi decima in 2h24:27) che ho staccato al 33° chilometro. C’è stato un passaggio più veloce, ho rischiato un po’ ma stavo bene. Con il senno di poi, dico che è stato giusto così e dopo aver superato lo scoglio del 25° chilometro ho capito di poter correre come desideravo, che non dovevo avere paura. Nel finale ero da sola, ma non ho sofferto come a Francoforte dove faceva troppo caldo”.

“BRAVA GIOVANNA” – “Non è stato semplice neppure il mese trascorso in Kenya, all’inizio dell’anno”, continua la campionessa italiana in carica di 10 km e mezza maratona. “Proprio lì avevo incontrato Giovanna Epis, che come me ha dovuto risolvere alcuni problemi. Ho visto il suo risultato di Amburgo (2h23:46 a due secondi dal record italiano) ed è stata bravissima, complimenti davvero. È bello e stimolante confrontarsi con un’atleta del suo livello”.

HASSAN E KIPTUM AL TRIONFO – Sensazionale la vittoria di Sifan Hassan in 2h18:33 al debutto sulla distanza dei 42,195 chilometri. L’olandese è regina della classicissima di Londra, nonostante un problema fisico che la costringe a rallentare con 28 secondi di ritardo al 25° chilometro, poi recupera e nell’ultimo tratto fa valere il suo irresistibile spunto da fuoriclasse della pista: due ori ai Giochi di Tokyo (5000 e 10.000) dopo i due ori mondiali nel 2019 con l’inedita doppietta 1500-10.000 metri. Finale palpitante con il sorpasso ai danni dell’etiope Alemu Megertu (2h18:37) e della keniana campionessa olimpica Peres Jepchirchir (2h18:38), ma corrono in meno di 2h19 anche Shelia Chepkirui (2h18:51) e l’etiope leader della scorsa edizione Yalemzerf Yehualaw (2h18:53). Clamoroso al maschile il crono vincente di Kelvin Kiptum in 2h01:25, secondo di sempre a 16 secondi dal record mondiale di Eliud Kipchoge, migliorando il primato della gara di oltre un minuto (2h02:37 di Kipchoge nel 2019) con uno strabiliante parziale di 59:45 nella seconda parte. Per il keniano, già sotto 2h02 a Valencia l’anno scorso con 2h01:53, vantaggio abissale sul connazionale Geoffrey Kamworor staccato di quasi tre minuti in 2h04:23 mentre è terzo l’iridato etiope Tamirat Tola (2h04:59).

GIORGI IN MARCIA: PRIMA GARA DA NEO-MAMMA
Eleonora Giorgi si rimette in marcia. A Scanzorosciate (Bergamo) c’è la tradizionale atmosfera di festa del Trofeo Ugo Frigerio, il circuito giunto alla 52esima edizione. La seconda tappa di questa stagione ospita il rientro alle competizioni della 33enne azzurra, medaglia di bronzo ai Mondiali nel 2019 sui 50 km e primatista italiana assoluta della 20 km, al via della 5 km su strada con un tifoso in più: il figlio Leone, dato alla luce cinque mesi fa e oggi in braccio al papà Matteo Giupponi, bronzo europeo della 35 km nella scorsa estate. Per la portacolori delle Fiamme Azzurre è la prima apparizione agonistica dopo le Olimpiadi di Tokyo. Senza tempi ufficiali (comunque ufficiosamente sotto i 22 minuti in 21:53) la milanese taglia per prima il traguardo molto soddisfatta. “Sono felicissima di rientrare – le parole di Eleonora Giorgi – e di averlo fatto al Trofeo Frigerio: tanti anni fa ho iniziato a marciare in questa manifestazione. Essere qui è una grande emozione, all’interno di un’autentica festa per tutti i marciatori. Prossimi impegni? Per ora andiamo avanti giorno per giorno”.