A Espoo, in Finlandia, l’azzurro Lorenzo Benati centra la finale dei 400 metri agli Europei U23: il romano, finalista mondiale a Eugene con la 4×400 mista, è partito oggi con il sesto tempo complessivo (45.94). Nella sessione pomeridiana arrivano altri tre pass per le finali, stavolta dalle pedane dei salti in estensione, con le prestazioni condizionate dal vento contrario: Kareem Mersal è promosso nel lungo con 7,57 (-1.5), Veronica Zanon passa il turno nel triplo con 13,21 (-2.1) così come Greta Brugnolo (12,99/-1.8). Al di là di Benati, escono di scena i quattrocentisti: comunque positiva la prova di Luca Sito che manca la finale di quattro centesimi, primo degli esclusi con 46.34, mentre al femminile dopo il personale della mattinata (52.61) non si ripete Ilaria Accame (53.19). Out anche tutti gli sprinter: nei 100 l’azzurro più veloce delle semifinali è Junior Tardioli (10.34/+1.0) ma non è sufficiente per entrare tra i migliori otto del continente: anche lui è il primo degli esclusi, in questo caso per due centesimi. Nell’unica finale di ieri con azzurri, Sara Verteramo chiude al nono posto nel peso con 14,31. Si è ripartito stamattina alle 8.40 italiane con 24 azzurri in gara nella sessione mattutina.

DOMANI MEETING DI LIGNANO: IN PRIMO PIANO LUNGO E SPRINT
Anche quest’anno il Meeting Sport Solidarietà di Lignano Sabbiadoro (Udine) riafferma la sua vocazione internazionale e per l’edizione numero 34, con diretta streaming su www.atletica.tv nella serata di oggi, attende diverse stelle del panorama mondiale. Nel lungo è annunciata la serba Ivana Vuleta, campionessa europea all’aperto e iridata indoor, nella gara che vedrà in azione la triplista azzurra Ottavia Cestonaro (Carabinieri), seconda agli Europei a squadre, per un test in questa specialità. Sui 400 metri da ammirare il giovane talento Letsile Tebogo (Botswana), doppio oro mondiale under 20 dei 100 che ha un personale di 46.09 in una delle sue rare esibizioni sul giro di pista, per una sfida con il sudafricano Lythe Pillay, campione iridato U20 in carica (44.80 quest’anno), con il giamaicano Rusheen McDonald, tornato di recente sotto i 45 secondi in 44.97, e con Brayan Lopez (Fiamme Azzurre), 46.01 a inizio luglio. Tra le donne in azione la bahamense Sada Williams,bronzo ai Mondiali di Eugene, 51.00 in stagione dopo il 49.75 del 2022, e la giamaicana Charokee Young, argento mondiale della 4×400 che finora si è espressa in 50.45, ma anche Kaylin Whitney (Usa), sul podio alle Olimpiadi con il bronzo della 4×400 mista.

Sarà la decima edizione del Trofeo Ottavio Missoni in palio per il vincitore dei 400 ostacoli, la gara in cui l’indimenticabile stilista riuscì a raggiungere la finale ai Giochi di Londra 1948. Al via il campione italiano Mario Lambrughi (Atl. Riccardi Milano 1946) che ha corso in 49.67 sabato a Courtrai, in Belgio, e se la vedrà con il britannico Seamus Derbyshire (49.29). Di grande significato anche l’alto sulla pedana dedicata ad Alessandro Talotti, con il giapponese Tomohiro Shinno, 2,31 in carriera e 2,25 quest’anno, oltre a Marco Fassinotti (Aeronautica). Tra le gare clou allo stadio Teghil, come di consueto, i 100 metri con la giamaicana Natasha Morrison, terza nell’ultimo weekend ai campionati nazionali in 10.98. Sui 200 è da seguire il finalista mondiale Luxolo Adams, sceso a 19.82 un anno fa. Nel mezzofondo due azzurri cresciuti di recente sui 1500 metri: Mohad Abdikadar (Aeronautica, 3:35.21) e Joao Bussotti (Esercito, 3:35.99).

100 ANNI DI NEBIOLO, L’ATLETICA SPETTACOLO
Celebrare il centenario della nascita di un uomo che ha vissuto così in anticipo sui tempi sembra quasi una contraddizione in termini ma oggi gli appassionati dell’atletica non potranno sottrarsi al ricordo del dirigente che ha segnato quarant’anni dello sport italiano e mondiale: Primo Nebiolo. Nell’atletica presidente di tutto, era nato il 14 luglio 1923 ed è morto il 7 novembre 1999, ma è come se vivesse ancora oggi, tanto le sue idee e le sue innovazioni sono ancora di attualità. Ispirato dal suo nome di battesimo, Primo vedeva le cose in anticipo come se le proiettasse sulla pedana di quei salti in lungo dove con i piedi non arrivò a superare i 7 metri ma con la mente aveva già oltrepassato il record mondiale di Bob Beamon. D’altra parte, proprio di fronte alla sua scomparsa — quando insieme a quello di Nebiolo smise di battere anche un po’ il cuore della federazione internazionale di cui era stato appena riconfermato presidente — si era avuta una prova tangibile di tutto questo: lui non c’era da 54 giorni ma il Nuovo Millennio si aprì sportivamente proprio nel nome di Nebiolo mettendo in scena la sua ultima magica visione. Erano in tanti in piazza San Pietro quando Papa Giovanni Paolo II parlò ai podisti a mezzogiorno del 1° gennaio 2000 e si misero a correre su varie distanze verso la nuova era. Nebiolo aveva previsto tutto.