Con 22 medaglie e il primo posto nel medagliere cala il sipario sulla rassegna di Anadia: 14 ori, 5 argenti e 3 bronzi, tra sorprese e conferme, 4 nuovi record del mondo e un futuro tutto da scrivere, ma che promette già bene.

Dopo sei giorni di gare cala il sipario sui Campionati Europei pista riservati a Juniores e Under 23. Una rassegna continentale che ha visto l’Italia dominare in tutto e per tutto, imponendosi nel medagliere finale grazie alle 22 medaglie complessive conquistate. I numeri parlano chiaro: 14 ori, 5 argenti e 3 bronzi, tra sorprese e conferme, 4 nuovi record del mondo e un futuro tutto da scrivere, ma che promette già bene. Sul tondino di Anadia, palcoscenico della manifestazione a cui hanno partecipato complessivamente 387 atleti in rappresentanza di 30 nazioni, gli azzurri si rendono protagonisti anche nell’ultima giornata di gare con due vittorie di prestigio: quella nel Keirin Under 23 e quella nella Madison juniores.
Juan David Sierra e Matteo Fiorin conquistano la medaglia d’oro nell’Americana, regalando alla spedizione azzurra il titolo numero 13. Superlativa la prestazione della coppia italiana, che già dal primo dei 12 sprint in programma, balzano al comando della classifica per rimanerci fino alla fine, nonostante l’ostica resistenza dei britannici che chiudono in seconda posizione. Completa il podio il Belgio, medaglia di bronzo.
 
Una vittoria che fa salire a quota 8 – di cui 7 d’oro e 1 d’argento (nell’Omnium, a soli 2 punti dal titolo) – le medaglie raccolte dal gruppo junior guidato da Dino Salvoldi, tecnico di lunga data che ha dimostrato di sapere il fatto suo anche in una categoria delicata gli Juniores, che mixano puro talento e inesperienza. Questo campionato europeo ha messo in evidenza alcune individualità particolarmente interessanti tra loro, con atleti capaci di salire sul podio diverse volte: Davide Stella, tripletta d’oro tra Scratch, Eliminazione e Km da fermo; Luca Giaimi, capace di battere due volte il record del mondo sia nell’Inseguimento a squadre che in quello individuale; Juan David Sierra, anche lui nel quartetto più veloce d’Europa e campione nella Corsa a Punti e nella Madison, che nonostante sia giovanissimo ha affrontato ogni sfida a testa alta, dimostrando che credere nei propri mezzi sia la base fondamentale di ogni vittoria.

Vincere è una cosa, ripetersi un’altra. Matteo Bianchi ha mostrato il colpo di pedale dei giorni migliori, consentendogli di conquistare la seconda medaglia d’oro ai campionati europei di ciclismo su pista, arrivata nel Keirin Under 23. Il classe 2001 ha chiuso in trionfo la sua avventura di Anadia con un successo netto, mai in discussione e a dir poco meritato. L’oro arriva grazie ad una splendida rimonta nell’ultimo giro, superando proprio sulla linea d’arrivo il greco Konstantinos Livaanos e l’olandese Tijmen Van Loon con una irresistibile progressione, vincendo infine grazie ad una volata da applausi: il velocista sigla così un prezioso tris in questa rassegna, dopo essersi già imposto nel Team Sprint e nel KM da fermo.
 
Bianchi, assieme a Mattia Predomo, rappresenta il simbolo del tentativo di rinascita del settore veloce italiano guidato da Ivan Quaranta, che anche qui in Portogallo continua a lanciare messaggi inequivocabili. Il collaboratore tecnico in soli 18 mesi ha prima raccolto le tante risorse umane sparse sul territorio e poi dato una guida tecnica sicura, in grado di affrontare le gare con convinzione e sicurezza. Dalla sorpresa dello scorso anno siamo passati alla prima conferma con il 2023: “Abbiamo dimostrato di essere la Nazionale più forte in questa categoria, riuscendo a imporci in 4 specialità su 4” spiega Quaranta. Che aggiunge: “Stiamo arrivando anche con le donne: la vittoria di Beatrice Bertolini, che l’anno scorso avevo convocato per una prima esperienza, ne è un chiaro esempio. Così come la medaglia nel Team Sprint juniores. Sono ragazzi giovani e inesperti, hanno bisogno di un bagaglio d’esperienza importante, ma sono contento di vedere che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta”.