La querelle in corso sui Giochi del Mediterraneo sarebbe comica, se non fosse che a pagarne le conseguenze, come sempre, è Taranto e tutto il suo territorio.
In questi giorni sono state elencate diverse inesattezze per provare a scaricare colpe di eventuali ritardi sulle spalle di Regione e Comune quando, ad amor del vero, l’unico gravemente in ritardo è il Governo. E vediamo il perché.
Allo stato attuale il Commissario continua a chiedere agli enti locali i progetti degli impianti per la competizione del 2026, ma dimentica una regola basilare: i progetti costano. Come più volte ribadito nelle varie interlocuzioni con gli enti coinvolti, il costo dei progetti più importanti (quelli della città di Taranto in particolare) sarebbero a carico dei quadri economici previsti nella prima stesura del decreto di Governo che aspetta di essere varato da quasi un anno. Già, per correre con questi progetti basterebbe firmare un decreto che il ministro Fitto tiene bloccato da 10 mesi, usando ancora oggi la scusa dei progetti.
E come se non bastasse, il Commissario ha già ricevuto la documentazione relativa ai progetti degli impianti più importanti e i DIP (documenti di indirizzo alla progettazione) dei vari impianti minori. E già questo è tanto. Sapete perché? Ai sensi del decreto di nomina del Commissario, lo stesso dovrebbe provvedere a realizzare un nuovo masterplan degli impianti per la competizione sportiva. La domanda sorge spontanea: tra quelli dei quali chiede con insistenza la documentazione, in buona parte già ricevuta, quali progetti eliminerà, senza curarsi delle spese che gli enti hanno già sostenuto per realizzarli?
Scendiamo ora nel tecnico delle procedure. Ai sensi del Dl 36/2023 (il nuovo codice degli appalti, per intenderci) il Commissario può produrre un appalto integrato con progetto esecutivo/direzione lavori/cantiere partendo direttamente da un PFTE (progetto di fattibilità tecnico-economica) e non già da un progetto definitivo (cancellato dal nuovo codice). Per passare dai DIP ai PFTE basta sbloccare le risorse con il decreto del Governo e avviare rapide stesure di PFTE che avrebbero bisogno di non più di 40 giorni. Ciò facendo il Commissario potrebbe andare in gara integrata già in autunno, sempre che non voglia già procedere lui con la realizzazione dei PFTE, alla quale il Comune non si opporrebbe per leale collaborazione: conta il territorio, non le beghe politiche!
Se qualcuno si chiede se siamo ancora in tempo per realizzare i Giochi la risposta è chiara e inequivocabile: sì! Ma per farlo serve volontà politica e tanto lavoro. Se il secondo si vede, della volontà politica del Governo nemmeno l’ombra, se non le polemiche permanenti del ministro Fitto.
Il presidente del CONI Malagò, con la richiesta di cambio di governance di ieri, apre di fatto la strada a un cambio di passo che sia in grado di spingere tutti, stavolta davvero, a lavorare insieme per realizzare i Giochi di Taranto, anche se Fratelli d’Italia ha nominato un commissario non tarantino, dopo aver usato il tema della tarantinità come strumento di polemica per anni.
Andiamo avanti, abbandoniamo le sterili polemiche e le lettere perentorie, e lavoriamo insieme per il futuro di Taranto. Il Comune c’è, la Regione anche, il CONI lo ha scritto, ora il Governo chiarisca e la destra smetta di speculare.
Mattia Giorno
Assessore all’Urbanistica, alle Infrastrutture Strategiche e alla Mobilità Sostenibile