Qui ha vinto le ultime due finali della Wanda Diamond League, unico italiano a riuscire nell’impresa, una delle tante nella sua straordinaria carriera. E anche quest’anno Gianmarco Tamberi sarà in gara a Zurigo, stavolta da campione del mondo in carica nel salto in alto, a poco più di una settimana dalla magica serata di Budapest. Alla vigilia del Weltklasse che per il 2023 non è la tappa conclusiva del circuito (i trofei saranno in palio a Eugene a metà settembre) il capitano azzurro parla nella conferenza stampa ufficiale del meeting di giovedì sera: “Non è facile ritrovare le motivazioni a distanza di appena una settimana e spingere di nuovo se stessi al limite, dopo aver messo tutte le energie nell’ultima gara e raggiunto l’obiettivo principale dell’anno. Al rientro dai Mondiali ho iniziato a pensare di finire la stagione. Ma poi ho deciso di esserci: mi sento stanco, anche se la condizione di forma in pratica è la stessa, ma c’è inevitabilmente un po’ di differenza. Voglio restituire agli spettatori quello che ricevo e darò il massimo, voglio divertirmi con il pubblico per ciò che faremo insieme “.
Poi Gimbo torna sul rapporto di amicizia con il qatarino Mutaz Barshim: “La medaglia d’oro condivisa con lui alle Olimpiadi di Tokyo? Se potessi tornare indietro non cambierei niente, è stato un momento bellissimo, ma farlo una seconda volta non avrebbe senso, prima di tutto per noi due… Nella scorsa stagione ai Mondiali di Eugene ha vinto lui, io quest’anno a Budapest, non potevo essere da meno!”. La gara dell’alto prenderà il via alle ore 18.48, ma sono attesi in tutto 6 azzurri allo stadio Letzigrund: anche le tripliste Dariya Derkach e Ottavia Cestonaro, nel lungo Mattia Furlani, sui 400 metri Davide Re e nei 110 ostacoli Lorenzo Simonelli.
Ad aprire la due giorni di Zurigo, il prologo dedicato al salto con l’asta femminile disputato all’interno della stazione ferroviaria (e quindi indoor) con il sesto posto a 4,51 di Elisa Molinarolo. La veneta delle Fiamme Oro, una settimana dopo essere diventata la prima finalista italiana di sempre ai Mondiali in questa specialità e al debutto in un meeting estero della Diamond League, supera la misura alla prima prova dopo aver valicato 4,36 alla seconda, poi tre errori a 4,66 con cui avrebbe aggiunto un centimetro al personale ottenuto a Budapest in qualificazione. E a proposito di medaglie d’oro in comproprietà, la sfida tra le due vincitrici del titolo iridato finisce con il successo dell’australiana Nina Kennedy che sigla il personale di 4,91 e la migliore prestazione mondiale dell’anno davanti al 4,81 della statunitense Katie Moon, terza invece l’altra americana Sandi Morris con 4,76.