Nel 2004 Mediaset in seguito al successo del Grande Fratello ( Il 14 settembre del 2000 la prim a storica puntata del programma) prova a replicare con un nuovo format: per capire le proporzioni: la finale della prima edizione di questo nuovo format è stata seguita da oltre 16 milioni di spettatori, più dell’audience media del Sanremo di quello stesso anno – andando a pescare su un tema molto caro agli italiani ovvero il calcio. L’idea è quella di immetere le dinamiche dei reality show in una squadra, provando a rompere per la prima volta il tabù dello spogliatoio, da sempre un territorio inaccessibile a tifosi e media.
Nasce così: Campioni, il sogno – un programma che forse ha avuto un successo più fugace di quanto non ci si immaginava al tempo ma che ha comunque lasciato una traccia indelebile sul nostro immaginario.
Il format di “Campioni, il sogno”
L’obiettivo dei giocatori del Cervia era naturalmente quello di vincere il campionato di Eccellenza, a cui se ne aggiungeva un altro da perseguire individualmente. “Il sogno” menzionato nel titolo è quello di partecipare a un mese di ritiro con Milan, Inter e Juve dando così la possibilità a tre calciatori dilettanti di allenarsi con giocatori che magari avevano visto soltanto in televisione. Una formula ibrida, che riprende e in parte anticipa i tratti dei talent show che caratterizzeranno gli anni successivi.
La produzione nell’estate del 2004 avviò una serie di provini per selezionare la rosa del Cervia, e il 6 settembre va in onda la prima puntata su Italia 1, condotta da Ilaria D’Amico.
Già dai primi momenti era chiaro che il calcio era solo un pretesto. Più che altro, venne creato hype attorno ai giocatori selezionati, l’ingresso dei giocatori (“i magnifici 24”, come li chiama il giornalista Davide De Zan che seguirà la squadra per tutta la stagione) nella residenza di Milano Marittima, una piccola frazione del comune cervese, venne fatto passare come un bagno di folla. Successe anche che un giocatore veniva annunciato per errore da Ilaria D’Amico. È Vincenzo Zanzi, che abbracciò i genitori prima di scoprire di non far parte della squadra. Lo farà come “sfidante” e si giocherà il posto con un altro compagno, Zoran Ljubisic. I due si sfidarono a distanza di qualche settimana in varie prove a posteriori ininfluenti, perché è sempre il televoto a stabilire chi rimaneva nel Cervia.
Il pubblico da casa ricoprì un ruolo attivo anche nella scelta della formazione, visto che vota tre titolari, uno per reparto, obbligati a giocare almeno un tempo. L’XI titolare viene ufficializzato nella puntata del sabato pomeriggio, che va in onda dagli studi di Mirabilandia – il parco divertimenti che dista poco più di un chilometro dallo stadio “Germano Todoli” di Milano Marittima, dove si disputavano le partite casalinghe.
Come allenatore venne scelto Francesco “Ciccio” Graziani, il protagonista principale del biennio di Campioni. Graziani ha segnato più di 100 gol in Serie A e vinto il Mondiale del 1982, ma da allenatore era reduce da esperienze in chiaroscuro da tra Catania e Montevarchi (C2). Nella conferenza stampa di presentazione Graziani rimane subito nella storia affermando che: “stiamo facendo un programma così innovativo che se ci guardiamo dietro vediamo il futuro”. In un video del canale YouTube Calcio di periferia, l’ex allenatore del Cervia ha spiegato che “l’accordo era che una parte di giocatori li decidevo io e una parte li decideva la produzione”. I vari Di Matteo, Spagnoli e Olivieri, che l’anno precedente erano stati allenati da Graziani in C2, verosimilmente erano quindi una richiesta del tecnico, e forse lo stesso si può dire anche di altri giocatori scesi di una o due categorie. Poi c’erano alcuni profili più funzionali al reality, i veri personaggi che hanno portato alla ribalta il programma.
Nelle successive edizioni entrò nell’organico del Cervia anche il figlio del Pibe de Oro, Diego Armando Junior Maradona.
Il cantatutore Gigi D’Alessio scrisse e interpretò la canzone ” Campione nel Cuore” che fu l’inno della trasmissione.