“Obiettivo: la costituzione di un’Agenzia Salento d’amare a capitale pubblico nella fase di start – up con la possibilità di aprirla alla partecipazione dei privati, che avrà un ruolo attivo di animatore e di propulsore dei processi di sviluppo turistico, di regia e di coordinamento delle iniziative attivate assicurando al contempo il confronto costante con le parti economiche, sociali e istituzionali”. L’idea che nasceva in seno alla Bit di Milano nel 2008 e che doveva accompagnare  i prossimi passi del marchio Salento d’amare fu espressa dall’assessore provinciale al Turismo e al Marketing territoriale Maria Rosaria Manieri, socialista già senatrice.

Indubbiamente  fu un’ottima idea in quel senso, ovvero promuovere il territorio salentino attraverso il riconosciuto marchio d’area di proprietà della Provincia di Lecce che doveva sostenere l’iniziativa del marketing con una società pubblica.

Poi purtroppo le cose cambiarono, le maglie della finanza degli locali furono ridemensionate tramite la famigerata legge 7 aprile 2014, n. 56 (cd. ‘legge Delrio’) che ne ha ridefinito i compiti e i ruoli e quindi di conseguenza anche le disponibilità di cassa.

Punto qualificante del nuovo ordinamento delle province è la ridefinizione delle funzioni a queste spettanti. In particolare, l’impianto riformatore distingue tra funzioni fondamentali, ossia quelle demandate alle province dalla stessa legge n. 56, e funzioni non fondamentali, ossia quelle eventualmente riattribuite alle province all’esito dell’attuazione del processo riformatore. Nelle specifico, le funzioni fondamentali sono:

a) pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché tutela e valorizzazione dell’ambiente, per gli aspetti di competenza;

b) pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, nonché costruzione e gestione delle strade provinciali

c) programmazione provinciale della rete scolastica

d) raccolta ed elaborazione dati ed assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali;

e) gestione dell’edilizia scolastica;

f) controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale.

Le province possono altresì, d’intesa con i comuni, esercitare le funzioni di predisposizione dei documenti di gara, di stazione appaltante, di monitoraggio dei contratti di servizio e di organizzazione di concorsi e procedure selettive.

Sino all’entrata in vigore della Legge “DELRIO” le provincie e gli enti locali in generale potevano promuovere il loro territorio di riferimento attraverso mezzi finanziari propri vedesi la sponsorizzazione della Provincia di Lecce nella stagione 2005/2006 che sino alla stagione 2008/2009  sono state erogate  cifre oscillanti tra i 500-600mila euro, intercalando tra la la serie cadetta, e i 900mila-1,2 milioni di euro, per gli anni trascorsi in serie A.

Quell’anno ovvero il 2008  invece a foraggiare le avventure del Lecce, vi fu  una parte dei 2,1 milioni di euro che l’Unione europea  stanziò per attività di promozione e sponsorizzazione. Fondi che, con una delibera di inzio estate, la Regione Puglia girò alla Provincia di Lecce. E che a sua volta, con delibera nel mese di agosto del 2008   decise di impiegare per implementare la segnaletica turistica (700mila euro) e per iniziative legate alle sponsorizzazioni, un milone e mezzo circa, di cui 900mila euro per l’’accordo con l’U.S. Lecce.

Il Presidente della Provincia di Lecce dell’epoca avvocato già senatore Giovanni Pellegrino spiegò l’operazione:«Facciamo marketing territoriale e promuoviamo l’imprenditoria locale». Quindi, spiegò, non è un finanziamento ma «un contratto di reciproca utilità», secondo il quale la società si impegna a compiere la promozione del marchio d’’area «Salento d’Amare», e per il quale «circa 250 imprese salentine hanno acquisito il diritto di utilizzare come marchio di qualità dei loro prodotti».

Il logo Salento D’Amare divenne comunitario. La Provincia di Lecce depositò il  contrassegno e relativa registrazione presso l’ufficio europeo di Alicante, in Spagna nel 2007.