ROMA – La splendida location del Cinema Barberini, a Roma, ha ospitato ieri sera (mercoledì 25 ottobre) l’anteprima de “L’Ultimo Assalto”, il Docufilm che racconta l’incredibile storia del maestro di scherma Ezio Triccoli, un uomo che, dopo aver scoperto di possedere un talento, ne ha fatto la zattera di salvataggio per superare la prigionia e la chiave per una nuova vita, finita la guerra, diventando artefice di straordinari successi.
Il Docufilm, una produzione Apollo Media realizzata da Ivan Villa, ha avuto il patrocinato del CONI e della Federazione Italiana Scherma, ed è stato tenuto a battesimo in un evento con tante autorità e ricco di emozioni, prima della messa in onda in esclusiva su History Channel il 30 ottobre alle ore 21.50.
Per Giovanni Malagò, Presidente del CONI, “quella del maestro Triccoli è una di quelle storie che hanno contribuito a far diventare popolarissimo lo sport italiano”.
“Una straordinaria narrazione di sport e di storia, che rende omaggio a una figura importantissima per la scherma, per i successi conseguiti e i valori trasmessi”, ha detto il Presidente federale Paolo Azzi.
“È stato per me un punto di riferimento, un maestro di scherma e di vita, perdutamente innamorato del nostro sport”, le parole dell’olimpionica Elisa Di Francisca.
Dopo le introduzioni di Carlo Annese, giornalista e autore del libro I Diavoli di Zonderwater, voce narrante del documentario, e di Daniele Giuliani, Programming and acquisition director di A&E Networks Italia, editori di History Channel, si è passati alla proiezione.
“L’Ultimo Assalto” narra la storia di Ezio Triccoli cominciata in un campo di prigionia in Sudafrica, a Zonderwater, dove viene internato il 10 dicembre 1940, cinque mesi dopo essere stato richiamato alle armi. Ci resterà per sette anni.
Quello di Zonderwater è stato il più grande campo di prigionia costruito dagli alleati durante la Seconda guerra mondiale; ha ospitato tra il 1941 e 1947 oltre 100mila soldati italiani, catturati dagli inglesi nei fronti dell’Africa settentrionale e orientale. Come in altri campi, i prigionieri di Zonderwater per non soccombere hanno creato scuole di lingue, per analfabeti o professionali, e dato vita ad attività teatrali, musicali e sportive. Ezio inizia per caso a tirare di scherma con un sottoufficiale inglese e scopre di avere un talento innato. Ma il modo in cui apprende questa arte – è l’anatomopatologo Serafino La Manna, come lui prigioniero, a suggerirgli come modificare le mosse perché siano più efficaci – lo porta a fargli tentare l’impossibile: rivoluzionare la scherma, abbandonando i vecchi schemi.
Dopo la fine della guerra, tornato nelle Marche, fonda a Jesi una scuola di scherma leggendaria, nella quale con convinzione, nonostante le critiche e le difficoltà, segue il proprio metodo e lo cuce addosso ad ogni giovane allievo del quale sa riconoscere le doti nascoste. La sua scuola diventa un punto di riferimento nella scherma moderna, una vera fabbrica di medaglie olimpiche, conquistate dai suoi atleti più rappresentativi. Toccanti le testimonianze raccolte nel documentario, delle figlie Maria Cristina e Maria Paola, dell’olimpionico Stefano Cerioni (attuale CT della Nazionale azzurra di fioretto), delle campionesse olimpiche Giovanna Trillini ed Elisa Di Francisca e ancora di Giovanni Malagò, Renzo Musumeci Greco (maestro d’armi), Massimo Carboni (ex direttore RAI Ancona), Paolo Morosetti e Roberto Gagliardi (ex allievi del maestro).
Per Carlo Annese, la storia di Ezio Triccoli rappresenta “la determinazione, la genialità e la capacità di adattamento tipicamente italiane, l’abilità di trasformare anche i momenti più drammatici in una opportunità di crescita e di affermazione del proprio talento”.
Il soggetto de “L’Ultimo Assalto” è di Fausto Brizzi e la sceneggiatura di Giovanni Filippetto e Cosimo Calamini. Il documentario è stato realizzato in collaborazione con Fondazione Marche Cultura, Marche Film Commission e Comune di Jesi. Appuntamento in esclusiva su History Channel il 30 ottobre alle ore 21.50.