La Cantina Sociale Vecchia Torre, eccellenza produttiva della comunità leveranese, ha superato il suo 60° anno compleanno da diverso tempo. Difatti il 17 settembre del 2019 si sono ricordati i 44 soci fondatori, dei quali si menzionano i loro nomi, i quali temerariamente, come antesignani forti e caparbi generarono una delle più importanti realtà produttive nel settore vitivinicolo. I soci fondatori, coinvolti dal dott. Antonio Biasi sottoscrissero l’atto notarile, e aderendo allo statuto avrebbero conferito ogni anno l’uva prodotta proveniente dai propri vigneti, la cooperativa si impegnava nella trasformazione, vinificando le uve conferite e impegnandosi nella vendita del prodotto finale. Ma è negli anni ottanta e novanta che si realizza la svolta: grazie anche all’oculatezza e alla lungimiranza degli amministratori, si avvia un piano di investimenti destinati a cambiare radicalmente il volto della Cantina: si introduce una moderna linea di imbottigliamento e si investono ingenti risorse in macchinari ed attrezzature per adeguare i processi di vinificazione agli standard enologici più esigenti.
“Comincia proprio in questo periodo a prendere forma il progetto qualità -spiegava tempo fa il presidente della cantina Vecchia Torre dottor Antonio Tumolo, cioè la consapevolezza che le caratteristiche uniche di un vino sono il risultato dell’interazione di tre elementi: il territorio in cui viene prodotto, il vitigno d’origine e le tecniche di vinificazione. La scelta di fondo è stata quella di prediligere la produzione di vini Doc e ad Indicazione Geografica Tipica, continua, regolati in ogni fase produttiva da severi disciplinari, e di valorizzare i vitigni autoctoni del Salento, il Negroamaro e il Primitivo. Naturalmente, per completare la gamma dei nostri vini e per aprirsi alle richieste di una clientela sempre più esigente, è stata ampliata la gamma ampelografica mediante l’introduzione di vitigni internazionali quali Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Syrah. I risultati conseguiti hanno premiato il nostro impegno e realizzato il sogno dei soci fondatori: la Cantina ha oggi un fatturato di oltre dieci milioni di euro ed una quota crescente della propria produzione rivolta ai mercati esteri Olanda, Germania, Svizzera, Svezia , Danimarca, Austria, Giappone, Stati Uniti e Canada”.
Ricordi
“ (* 1 )Nel 1961 fui eletto presidente della Cantina Sociale di Leverano, che allora contava pochi soci e non possedeva stabilimento proprio. Da allora oltre alla mia professione di medico, mi sono dedicato allo sviluppo del settore vitivinicolo, poiché, io nato da una famiglia con una grande passione per l’agricoltura, ho coltivato tale passione dedicando il mio tempo libero. La mia attività nella Cantina Sociale era rivolta a sviluppare il settore affinchè i soci ne beneficiassero, i quali da un piccolo gruppo hanno raggiunto un numero di circa 1200 con una potenzialità di circa 140.000 hl; tale sviluppo ha permesso alla Cantina Sociale di Leverano di essere la prima della provincia di Lecce. Inoltre ho contribuito ad accrescere il prestigio di Leverano che per mezzo della sua Cantina produce vini che si possono annoverare tra i migliori d’Italia, infatti sono stati premiati più volte con medaglia d’Oro alla Mostra Internazionale di Milano, a quella di Belgrado e ad altre mostre nazionali. Oltre alla carica di Presidente della Cantina Sociale, nel 1974 venivo nominato Consigliere Nazionale della Federcantine , rieletto ancora nel 1980; inoltre per sette anni sono stato Consigliere della Unione Provinciale delle Cooperative e da Presidente delle Cantine Riunite del Salento, in carica per otto mesi, dopo le mie dimissioni sono consigliere di tale organismo dal 1974……”
ELENCO PRESIDENTI CDA
DOTT. ANTONIO BIASI 1959-1961
DOTT. FRANCESCO DURANTE 1961 – MAGGIO 1990
AVV. SANTO LANDOLFO 1991 – 1993
RAG. ROCCO ROMANELLO 1994 – LUGLIO 2003
DURANTE ANGELO (F.F. da luglio a dicembre 2003)
DOTT. ANTONIO TUMOLO 2004 – AD OGGI
SOCI COSTITUENTI
BIASI ANTONIO
CAGNAZZO RAFFAELE
CALCAGNILE SANTO
D’AGOSTINO SALVATORE
D’AGOSTINO ANTONIA
D’AMANZO COSIMO
DELL’ANNA RAFFAELE
D’AGOSTINO ROCCO
ERROI GIUSEPPE
ERROI ANTONIO
FRASSANITO LUIGI
GRECO ROCCO
GUIDA COSIMO
LANDOLFO ANTONIO
LECCISO COSIMO
LANDOLFO ROCCO
MAZZOTTA COSIMO
MARTINA VINCENZO
POLITANO GIUSEPPE
PAMPO GIOVANNI
PATERA ROCCO
QUARTA ANTONIO
QUARTA FERNANDO
RATTA LUCIANO
ROMANELLO GIOVANNI COSTANTINO
RATTA GIOVANNI
ROMANO SALVATORE
VALENTINO ANTONIO
ZECCA LUIGI POMPILIO
MACCHIA ROCCO
ZAGA’ VINCENZO
POLITANO ROCCO
PAMPO EMILIA TERESA
CAMISA EMANUELE
DE FERRARIS ROCCO
TRONO FRANCESCO
LECCISO SALVATORE
MUCI MICHELE
LEONE ANTONIO
GRECO CARMELO
CARAGIULI SALVATORE
DURANTE GIUSEPPE
DURANTE GIOVANNI
FIORE ROCCO
La vendemmia a Leverano nel passato attraverso i ricordi del prof. Fernando Romanello
“ (*2) In passato, a settembre, nelle campagne, tra i contorti ceppi dei vitigni di Primitivo e Negroamaro,…. cominciava la vendemmia. Eserciti di uomini, donne e fanciulli, con gli zoccoli o a piedi nudi affondati nella calda terra rossa e gialla, ricca di sostanze e umori sapidi staccavano con gesti rapidi e precisi i succosi e fragranti grappoli d’uva. La prima varietà ad essere vendemmiata era “lu Bribbitu” (vitigno ibrido) , particolarmente delicato, per il quale era d’obbligo usare le mani per staccare i grappoli. Quasi sempre questa varietà era usata per rinforzare i vini francesi. Poi era la volta “ ti lu Primatiu “ (Primitivo) e poi “ ti lu Neurumaru “(Negroamaro) che veniva raccolto con il ronchetto , “runceddra”(piccola roncola) . E per ultime le “ racioppe “ del primitivo. I grappoli venivano riposti dalle donne nelle “canisceddre”, cesti di canne intrecciate e da qui nelle “tine” di legno, portate a spalla dagli uomini ( la spalla era protetta da un sacco arrotolato detto “muscale”), che venivano svuotate nelle botti collocate sul mezzo di trasporto più usato il “ traino” . Le uve venivano trasportate nei palmenti per la pigiatura e le successive fasi di vinificazione.
Il contadino pigiava l’uva ammassata in grandi vasche di pietra , a volte interrate, nel palmento, calpestandola con la pianta del piede. A questa prima fase di lavorazione, seguiva la fermentazione delle vinacce che avveniva in grandi botti. Raggiunto il grado di fermentazione voluto, le vinacce venivano torchiate , almeno due volte, ottenendo i seguenti vini: lacrima, rosato, rosso. Alle vinacce ancora ricche di mosto, si aggiungeva dell’acqua tiepida ; quindi si rimescolavano calpestandole energicamente, e si lasciavano macerare; poi si torchiavano ancora sommariamente. Da questa spremitura si otteneva “ lu péte” : un vinello delizioso, poco alcolico, profumato e beverino, che si consumava entro Natale, nell’attesa di spillare il vino vero, quello buono ottenuto dalla prima spremitura…. Per tutto il tempo della lavorazione dell’ uva (da settembre a ottobre) tutte le strade erano sommerse da un forte odore di mosto, frammisto al gas di anidride carbonica, “lu ilenu” , che si sviluppava dai palmenti. La maggior parte delle uve di Leverano veniva portata nei comuni di Trepuzzi o Squinzano (vicini alla ferrovia) e venduta, tramite i sensali “ zznzali “, ad aziende del Nord Italia rinomate, che lo utilizzavano per “ tagliare “ i loro vini più leggeri ma che già si fregiavanodel marchio DOC; il prezzo era stabilito dagli acquirenti in piazza Sant’ Oronzo , presso il bar della Borsa. Solo esigue quantità erano impiegate per la produzione “ ti lu mieru ti casa “ …..
LA VECCHIA TORRE AI TEMPI NOSTRI: IL LEGAME CON LA VOLLEY LEVERANO.
Da oltre due lustri che la Cantina Sociale Vecchia Torre sostiene in qualità di sponsor la Volley Leverano, lo fa con spirito di servizio e identitario essendo una tra le prime cooperative sorte a Leverano sulla scia della Cassa Rurale Artigiana ( attuale Banca Credito Cooperativo di Leverano) fondata sette anni prima, ovvero nel luglio del 1952.
Entrambe le realtà cooperative sono molto attive nello sport leveranese.
In occasione della XXV Manifestazione “Novello in Festa” che si terrà nel centro storico di Leverano dal 3 al 5 novembre, manifestazione organizzata dalla locale Pro Loco in collaborazione con le più importanti aziende vitivinicole leveranesi tra le quali appunto la Cantina Vecchia Torre, le associazioni Circolo Tandem e Parco Girolamo Marciano Leverano 𝙊𝙍𝙂𝘼𝙉𝙄𝙕𝙕𝘼𝙉𝙊:
Una passeggiata tra racconti, monumenti, vie del centro storico e decorazioni in occasione della manifestazione enogastronomica leveranese.
Accompagnati dalla Guida turistica abilitata Fernando Villani, si potrà trascorrere una splendida mattinata all’insegna della cultura leveranese
*(1) Autobiografia Dr. Francesco Durante
*(2) Ricordi del prof. Fernando Romanello (tratto da: Alla scoperta di Leverano ed. Ideemultimediali 2002)
Fonte: archivio privato famiglia Durante e Circolo Tandem.