L’Arena Papp Lazlo Budapest in passato ha portato bene alla leccese Michela Rizzo. Infatti qui nel 2020, prima del Covid, l’atleta pugliese con la nazionale femminile juniores di kàta, aveva vinto l’oro nel campionato europeo contro la fortissima Spagna.
Stavolta, contro il temibile Giappone, patria del karàte, la nostra atleta e le sue due compagne di squadra si sono dovute accontentare dell’argento. Ma la gara è stata avvincente e le italiane hanno ben figurato nonostante il risultato finale.
La veterana Terryana D’Onofrio (già bronzo nel kàta individuale) e le esordienti Elena Roversi e Michela Rizzo (entrambe già campionesse europee U21 a squadre) hanno dato vita ad una nuovissima formazione che ha sorpreso tutti con uno straordinario percorso nella fase eliminatoria culminato con la finale contro il Giappone.
Le nipponiche si sono imposte sulle italiane con il punteggio di 47.1 a 44.3, con un distacco di quasi tre punti che, a detta degli esperti, non rende assolutamente giustizia alla prestazione delle azzurre che hanno dimostrato di avere un ampio margine di miglioramento.
Grande emozione per Michela Rizzo, seguita sui tatami di Budapest anche dal suo maestro, Vito Barletti, ha così commentato l’avventura mondiale appena vissuta mostrando di avere sempre un occhio al futuro: «E’ stata un’esperienza incredibile, la più bella della mia vita. da un giorno all’altro sono passata dal guardare da casa gli atleti più forti del mondo gareggiare aspirando a diventare come loro, al ritrovarmi ad esserne circondata e a doverci fare contro…per poi conquistare anche la finale per l’oro, vivendo un sogno. Da domani sicuramente torno a casa con un bagaglio di esperienza veramente ricco che mi permetterà di essere ancora più concentrata e focalizzata sui miei obiettivi futuri, perché ora c’è solo voglia di migliorarsi sempre di più. Per ora voglio godermi la carriera da atleta per riuscire a raggiungere i miei sogni e obiettivi e poi sicuramente in futuro vorrei iniziare a studiare fisioterapia, mi sto già preparando per i test».
Insomma, la medaglia è d’argento ma i sogni sono d’oro visto che la nostra Michela Rizzo ha solo vent’anni ed almeno altri 15 anni di carriera e di crescita davanti a se.
L’Italia chiude i Mondiali di Budapest con 4 argenti e 6 bronzi tra kata, kumite e parakarate.