Oltre 300 over 30 iscritte, più figli e mariti per l’evento sportivo che si batte contro il gender  gap nello sport: tra i team, quello speciale di Rieti, gruppo di prevenzione alla lotta al seno 

Roma, 14 nov ’23 – Sono mamme, o donne over 30: mediamente non hanno mai fatto sport prima e ora si ritrovano sotto rete per giocare all’unico sport che ribalta i ruoli e mette al centro la lotta al gender gap sportivo. E’ il Mamanet, sport introdotto in Italia da AiCS: la versione femminile e inclusiva del cachibol, a metà tra pallavolo e palla rilanciata. Il 18 e 19 novembre si disputerà a Roma il suo ottavo campionato nazionale AiCS e vedrà scendere in campo ben 26 squadre provenienti da tutta Italia, specie da Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Puglia, Abruzzo – regioni dove il Mamanet è più diffuso: le atlete impegnate nei gironi saranno circa 300, oltre 200 gli accompagnatori tra tecnici sportivi e i tifosi “speciali”, per lo più figli. Tra i team anche una squadra speciale da Rieti: alcune delle atlete sono infatti reduci dal tumore al seno. La squadra di Rieti è nata grazie a Sport di Tutti – Inclusione , il progetto sostenuto da Sport e Salute. Nell’ambito della collaborazione territoriale, la More Sport ha accolto in squadra le donne di Movimento è benessere promosso da  ALCLI DONNA, il gruppo di prevenzione dell’ALCLI ODV e la ASL di Rieti.

Il programma prevede l’arrivo dei team venerdì pomeriggio e la riunione tecnica in serata: poi partite dislocate su due impianti diversi: Palatorrino e centro sportivo comunale Tellene. La finale è prevista poi per le 15 di domenica e le premiazioni per le 16.30. I tre giorni saranno costellati di terzi tempi, tra tutti quello di sabato sera che vedrà insieme per cena e dopo cena tutte le atlete in un clima conviviale e di grande divertimento, come ormai il campionato di Mamanet ci ha abituato.

La ricerca condotta dall’Università di Padova per conto di AiCS e denominata ‘Jump the gap’ ci ha purtroppo restituito l’immagine di un forte pregiudizio legato alla donna adulta e al suo rapporto con lo sport che è insito nelle donne stesse – commenta Bruno Molea, presidente di AiCS Associazione italiana cultura sport -: le donne si vedono ancora molto, e molti uomini con loro, come vestali della casa, come le uniche deputate alla cura dei figli e del focolare domestico e per questo rinunciano alla serata di sport con amiche e amici. E ben sappiamo quanto queste scelte sbagliate poi ricadano su salute e socialità. Il Mamanet è la nostra cura a tutto questo, la nostra ricetta per trovare luoghi solo loro, dove costruire reti e ritrovare il tempo perduto”.

“E ci sta riuscendo bene – aggiunge Monica Zibellini, coordinatrice Mamanet -. Da quando AiCS ha introdotto il Mamanet in Italia, ossia dal 2015, migliaia di donne si sono avvicinate per la prima volta da adulte allo sport. Per molte donne a rischio marginalità non è stata solo la valvola di sfogo ma anche un luogo sicuro dove ritrovare forza e sostegno fisico e morale. E’ poi soprattutto un luogo di grande compagnia, dove lo sport non trova solo la sua dimensione di benessere fisico ma di socialità. Qui ci si diverte e il campionato nazionale è certamente il nostro evento più rappresentativo a riguardo. Forza e compagnia: ingredienti base anche per combattere la violenza di genere; non a caso, il campionato è organizzato a ridosso della Giornata nazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Il Mamanet è il nostro manifesto più efficace per ricordare il 25 Novembre”.