Come in natura vi sono uomini dalla possente fisicità, personalità e grinta, altri invece più leggeri, fantasiosi, armoniosi. Le diversità si cercano, si incrociano e danno vita ai poli opposti che convergono su una parallela. Vite diverse con prospettive diverse, il fato, il destino, la voglia di arrivare ,di emergere, un pizzico di fortuna che incrocia sguardi, idee di gente in carne ed ossa con l’orologio della storia. Può bastare il solo talento in una disciplina sportiva, in una professione, negli studi per affermarsi ai più alti livelli? Certo che no. Servono spirito di sacrificio, passione, volontà allo stato puro e forse l’obiettivo arriverà. Certo serve anche il contorno, l’ambiente sano, dai valori puliti, le persone oneste e concrete che credono nel seminare bene per raccogliere meglio. E infine serve il numero 46 che nella smorfia napoletana vuol dire fortuna. Qualcuno ha avuto in Attilio Adamo il proprio mentore, mitico allenatore e valorizzatore di giovani talenti nella Juventina Lecce negli anni ’60 e ’70 vedi per esempio Antonio Conte, qualcun altro ha dovuto sudare le famose sette camicie per farsi vedere ed apprezzare nei campi di calcio meno esorbitanti, con i suoi due piedi con cui poteva fare ciò che voleva ovvero Sandro Gnoni; cresciuto a Neviano e poi passato giovanissimo al Galatina. Uno ha avuto la fortuna di vivere e crescere nell’ ambiente calcisticamente idoneo,più attrezzato, l’altro in quello più improvvisato, artigianale ma tecnicamente non inferiore al primo. Ma la storia si sa, si scrive dopo averla vissuta, con i se e con i ma non c’è papiro che tenga. Poi come nell’attesa del sabato del villaggio di leopardiana memoria ci si ritrova un giorno in un campetto di provincia (la tanto bistrattata) a giocare e respirare aria di pallone genuino, come se la vita, con tutto il tempo trascorso sui rettangoli di gioco con le sue vittorie, sconfitte, la gloria e la solitudine dei numero uno, portasse ad una convergenza parallela, come se tutto quell’arco di vita vissuta non fosse passata mai.
A cura di Michele Giannotta