Spesso i tifosi sportivi, i simpatizzanti politici più in generale li sintetizziamo nei followers dei nostri tempi
Si identificano nei personaggi noti e meno noti che li rappresentano: il calciatore, il politico ,il cantante,l’attore,l’influencer. Eppure mai come adesso si sente il bisogno di riconnettersi al desiderio di identità comunitaria ovvero l’oggetto il simbolo che meglio rappresenta non solo la nostra personalità ma anche il nostro habitat, che è il nostro centro del mondo.
Finita l’abbuffata illusoria della globalizzazione spazzata via dalla pandemia prima e dalle guerre dopo, si respira l’aria di un “ritorno a casa”, alla riscoperta delle nostre radici, quelle che ci fanno sentire parte di un gruppo, di una sfida, di una comunità appunto.
La riscoperta delle proprie tradizioni ma anche la voglia di esserci nei tempi moderni con tutte le sue sfaccettature, le sue contraddizioni.
Lo sport ha da sempre coniugato il marchio di un’impresa alle storie dei club, tolta la stagione dell’austerità degli anni settanta, a partire dal 1980 si sono riviste sulle maglie da gioco nomi di brand più o meno conosciuti che hanno fatto fortuna delle aziende ma anche delle società sportive.
A partire dalla metà degli anni ottanta sono iniziati a comparire marchi sempre più riconducibili ai territori locali, un marketing finalizzato alla promozione attraverso il club di riferimento, un marketing così per dire di stampo “federalista”.
Così nel Salento arrivarono nei vari sport prima Alaska Gelati poi fu il turno di Banca del Salento poi 121, Notte della Taranta, Filanto, Nuova AN.PA. Italgest, Banca Credito Cooperativo di Leverano. Ora in stagioni recentissime si sono aggiunti Banca Popolare Pugliese, Links, Deghi, Nuovarredo e Leo Shoes
Marchi che oramai sono entrati di diritto nella storia dello sport salentino, simboli e magliette che sono divenuti leggenda ed altri che lo diventeranno.
Michele Giannotta