Verona passa al Pala San Giuseppe. Per il nuovo coach una montagna da scalare

La prima di Luca Dalmonte non segna la svolta per Hdl Nardò Basket. I segnali di una inversione di tendenza non arrivano, complice anche il valore di una Tezenis Verona di altissimo livello. Gli ospiti passano al Pala San Giuseppe senza troppi patemi, allungando la crisi di un Toro con troppe difficoltà in questa fase del campionato di A2. Sono nove le sconfitte (su dieci partite) nel girone di ritorno, nulla è perduto. Ma la rotta deve cambiare.   

Il primo quintetto di Dalmonte è formato da Parravicini, La Torre, Smith, Stewart jr. e Iannuzzi. L’esordio del Toro nel match è complicato. Verona va subito sul 9-0, dimostrandosi autoritaria e concreta. Hdl è un diesel e rompe gli indugi con le triple di La Torre e Stewart jr., subito caldi. Entrano Ferrara e Nikolic, poi Maspero, Nardò cerca di contenere l’onda d’urto scaligera, che corre gli ottimi Stefanelli ed Esposito. C’è applicazione e voglia di fare, anzi strafare, la mira spesso non è impeccabile. Ferrara da sotto chiude le ostilità del primo quarto: 15-18.

Gli ingranaggi granata vanno oliati, soprattutto a livello mentale. In apertura di seconda frazione i padroni di casa gettano al vento due possessi. In campo adesso c’è anche Baldasso, ma si fa tremenda fatica a ottenere e capitalizzare tiri puliti. Verona va sul +15, passeggiando sulle piccole e grandi amnesie neretine. Un canestro di Iannuzzi da sotto e una palla persa da Tezenis in attacco correggono di poco l’andamento della partita. Ramagli chiama il time out per evitare pericoli. Dalla pausa esce bene Parravicini che si guadagna un fallo e due liberi che sono ossigeno. È Murphy a mettersi i suoi sulle spalle, larghe e forti. Si soffre. 28-39 all’intervallo. 

Si riparte con due tentativi a vuoto di Stewart jr. e Nikolic dalla lunga distanza. Segna Smith in penetrazione, risponde Esposito dall’arco. La partita resta complicata, Verona difende bene. Penna toglie il fiato a Parravicini, Murphy fa a braccio di ferro con Iannuzzi nel pitturato. Il quarto fallo di Parravicini non è una buona notizia. Tezenis, intanto, si riporta a +17. Anche a rimbalzo non c’è partita. Sul +21 ospite sembra finita. Maspero segna da 3, poi subisce uno sfondamento, ma il Toro segna pochissimo. Il terzo quarto finisce 40-58.

Servirebbe un miracolo, una svolta emotiva e tecnica, che una squadra forte ed esperta come Verona si guarda bene dal concedere. Dalmonte inizialmente lascia Smith (0/7 da tre) in panca, Nardò lotta confusamente. C’è cuore, ma poco altro. Il Toro frana lentamente sotto i colpi di un avversario che ha tutto il diritto di stare nel club ristretto delle prime cinque del girone Rosso. I sussulti finali sono di Smith e Iannuzzi, giusto per le statistiche. Si chiude desolatamente 57-69, la riscossa per adesso non c’è. Ma la partita è un corposo dossier di lavoro per il nuovo coach. Pochissime luci e tante, tantissime ombre da valutare e cercare di cancellare.

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