LA STORIA E LE PAROLE DEL NUOVO PLAYMAKER DELLA HAPPY CASA BRINDISI
Eric Washington è il nuovo playmaker della Happy Casa Brindisi. Una lunga militanza in Europa, mettendosi a lavoro con grande umiltà per emergere stagione dopo stagione fino a calcare parquet prestigiosi nei massimi campionati europei.
La sua carriera cestistica inizia alla W.J. Keenan High School e in NCAA totalizza 115 partite durante i bienni al Presbyterian College (2011-2013) e Miami University (2014-2016) ad una media di 14.2 punti, 3.2 rimbalzi e 5.5 assist a partita: “I miei primi anni di università sono stati come le mie esperienze in Europa. Credo che questo sia stato ciò che mi ha permesso di gestire la transizione verso il basket europeo. Ho imparato molto su me stesso e sul gioco. Andare a Miami mi ha permesso di diventare un professionista, avevano grandi risorse e strutture che mia hanno aiutato a diventare il giocatore che sono oggi. Se non mi fossi trasferito a Miami con buone probabilità oggi non sarei stato un giocatore di pallacanestro. Devo dare merito anche all’allenatore John Copper che mi ha reso responsabile, ciò di cui avevo bisogno in quel momento”.
Il trasferimento in Europa arriva da una porta secondaria, scegliendo il campionato cipriota dove con lEnosis Neon Paralimni registra una media di 13.1 punti, 3.8 rimbalzi, 4.7 assist e 2 recuperi a partita: “Ricordo che ad un certo punto della stagione non abbiamo avuto il wi-fi nel nostro appartamento per un paio di giorni a causa di una tempesta. Non avevo modo di comunicare e mi sentivo impotente. È stato allora che ho capito che essere all’estero era diverso, mi dovevo ambientare in fretta”.
Dopo una breve esperienza in Bosnia, approda in Ungheria, tappa fondamentale per la sua crescita europea. Con l’Oroszlanyi Sportegylet E Lions nella sua seconda stagione cresce in maniera esponenziale fino a tenere una media di 19.7 punti, 4.5 rimbalzi, 5.1 assist, 1.8 recuperi, tirando con il 54.7% da due, 36.1% da tre e 89.5% dalla lunetta: “Mi è stata offerta un’opportunità che non avevo mai avuto fino a quel momento e sono stato in grado di mostrare di cosa fossi capace. Questo è stato tutto per me, l’Ungheria avrà sempre un posto speciale nel mio cuore”.
Nonostante i numeri e le prestazioni fossero di alto livello, non arriva la proposta giusta e desiderata, tanto da compiere una scelta forte e per nulla banale. Accettare un campionato di seconda divisione, precisamente dalla Francia, al Maurienne: “Era frustante, ma serviva a uno scopo. Forse non era il miglior campionato sulla carta, ma era tutto ciò di cui avevo bisogno per la mia crescita. Mi ha dato fiducia per diventare il giocatore più completo che potessi essere. Sono stato in grado di esplorare il gioco offensivo in modi che non ero mai stato in grado di fare, imparando nuovi trucchi e mestieri di gioco. Non avrei mai avuto quellupgrade se non mi fossi messo in discussione scegliendo di scendere di categoria e accettare un club di seconda divisione”.
Domina il campionato a oltre 20 punti e 6 assist di media, e nell’estate del 2021 si fionda su di lui il Chemnitz, team tedesco della Bundesliga. In Germania lo apprezzano dal vivo, tanto da rimanere lanno successivo passando all’Heidelberg, squadra in cui esploderà definitivamente fino a diventare il terzo miglior marcatore della regular season 2022/23 e secondo miglior assistman alla media di 19.2 punti (30.9% da tre punti, 57.1% da due punti e 87.1% ai tiri liberi), 7.3 assist, 3.8 rimbalzi e 1.8 palle recuperate in 30.5 minuti. Numeri che conducono il club ad una storica partecipazione ai playoffs.
In una lega dominata dalla fisicità di team da Eurolega come Bayern Monaco e Alba Berlino, Eric cresce come un gigante: “Il nostro gioco è dominato dalle dimensioni, dalla fisicità, dalla forza. Essere un giocatore più piccolo ti mette in una posizione di svantaggio nella maggior parte dei casi. Proprio a causa della mia taglia ho avuto sempre motivazioni extra, cercando di essere il migliore”.
La scorsa estate arriva la chiamata dal campionato spagnolo, punto di riferimento attualmente in Europa, e dopo una parentesi in Turchia, decide di scegliere la migliore opzione per tornare ad essere protagonista come lo era stato solo pochi mesi. Brindisi, Italia.
“Penso che la chiave del mio successo sia stata continuare ad amare il gioco, capirlo e crescere come persona. Bisogna accettare e capire che nella vita ci saranno sempre alti e bassi, l’importante è non arrendersi e continuare a lavorare. Devi fidarti del processo e credere in te stesso”.
‘Trust the process’: Brindisi deve fidarsi del suo nuovo play e dei progetti che ha in mente per questo nuovo inizio. Eric Washington & la Happy Casa Brindisi per le dieci ultime partite di Lega A.