Durissimo coach Luca Dalmonte dopo la pesante batosta di Rieti

E venne anche il giorno di Dalmonte a muso duro, senza mezzi termini o espressioni edulcorate. Una versione inedita del coach granata che sino ad oggi aveva sempre analizzato con cautela anche le prestazioni meno convincenti di Hdl Nardò Basket. Lo schiaffone di Rieti, evidentemente, ha fatto tracimare tutto. La sconfitta di 31 punti e soprattutto la prova dei granata non è piaciuta a nessuno, per primo a lui. Che torna su concetti consolidati, il gioco di squadra, ma che introduce nell’analisi motivi nuovi, come l’atteggiamento che definisce “aristocratico” da parte di qualcuno. Questo Toro – è la sintesi – è malato di egoismo e del braccino corto. Il messaggio finale del suo condottiero, tellurico, è “possiamo fare a meno di chi non si sporca le mani”.      

“Non guardo nemmeno le statistiche o le percentuali – esordisce nella “pancia” del PalaSojourner a fine partita – siamo stati travolti dall’energia fisica e, ancor di più, mentale di Rieti, a cui devo fare i complimenti. Metto un punto e giro pagina. Se vogliamo giocare per salvarci e per soffrire, dobbiamo assolutamente cambiare atteggiamento. E se qualcuno non è pronto per farlo, martedì non si presenti. Perché non abbiamo bisogno di giocatori che pensano prima di tutto a se stessi e in seconda battuta alla squadra. Non abbiamo bisogno di giocatori che giocano “aristocratici”, ma abbiamo bisogno di persone che si sporcano le mani, altrimenti possono restare a casa. Chiunque esso sia. Non faccio distinzioni tra passaporti, carte d’identità o altro. Non ci meritiamo il rispetto. Dico noi, non faccio nomi e cognomi. Sto cercando di essere gentile in quello che sto dicendo, ma è necessario che comprendiamo chi siamo e cosa dobbiamo fare. Se qualcuno non è pronto, alla ripresa martedì non venga, possiamo farne a meno. Perché abbiamo bisogno di un altro approccio, di un’altra faccia e di un’altra prestazione. Poi possiamo vincere o perdere, ma non posso accettare le modalità con cui giochiamo per l’obiettivo che dobbiamo raggiungere. 15 o 18 minuti, forse anche 20, posso accettarli. Quello che è successo negli altri 20 non posso accettarli. Non può succedere. Perché la forza mentale, il desiderio di lottare e di soffrire e di non essere dipendenti da una prestazione individuale, deve essere al centro della nostra attenzione. Dobbiamo assolutamente mettere in secondo piano le prestazioni individuali, se abbassiamo la forza mentale dei singoli, a catena provochiamo una valanga ed è quello che è successo. Non è la direzione giusta. Per andare nella direzione giusta abbiamo bisogno di persone e di giocatori in grado di allinearsi a questa idea. La pallacanestro è uno sport di squadra con dei momenti dei singoli, che significa stare assieme, giocare con disciplina, soffrire. Al primo momento di difficoltà abbiamo esaurito tutto quello che avevamo preparato”. 

Le parole di coach Alessandro Rossi, dal canto suo, sono di soddisfazione e, forse, appaiono sin troppo generose nei riguardi di un avversario inguardabile. “Una vittoria importante – ha detto – la terza consecutiva. Siamo saliti con la difesa e con l’energia nel secondo quarto, è chiaro poi che incide nella nostra partita anche una prova di Smith al di sotto dei suoi standard. C’è anche una capacità nostra ovviamente di limitare gli altri, perché può succedere anche a noi. Nel secondo tempo abbiamo perso molte meno palle banali e da lì la partita è scesa via facilmente. Quando riusciamo ad avere un apporto di intensità, di concentrazione e anche offensivo di questo livello, è chiaro che siamo una squadra che può dire la sua, sempre. Bravi tutti nella gestione dei vantaggi. Devo fare i complimenti alla squadra. Alla vigilia temevo molto la fisicità di Nardò, sono una squadra intensa e molto tattica. La nostra capacità è stata quella di avere pazienza. Nel primo quarto abbiamo difeso discretamente e attaccato male, loro hanno fatti canestri tosti con Parravicini. Poi abbiamo messo un livello di energia che per una squadra che viene in trasferta può essere difficile da sostenere. Abbiamo fatto tutta una serie di cose che mi fanno essere molto soddisfatto”.    

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