“Volevo dare il mio esempio ai giovani che stanno passando un momento incerto, di difficoltà. Questa è la risposta che serve”. Ha dovuto rinunciare alla stagione indoor per un doppio infortunio, ma nel cross, nel ‘suo’ cross, non poteva mancare: Nadia Battocletti è campionessa italiana per il quarto anno consecutivo. È perfetta, la medaglia d’argento degli EuroCross di Bruxelles. Non al 100% della forma, ma in grado di indossare la maglia tricolore con il crono di 28:47 negli 8 km particolarmente ondulati e tecnici della Festa del Cross di Cassino (Frosinone). Nella gara per il Campionato di società (aperta anche alle atlete straniere) la precede soltanto la keniana Lucy Mawia (27:50) mentre la trentina non ha rivali nella corsa per il titolo italiano: seconda Federica Del Buono (29:36), terza Nicole Reina (29:46). Al maschile (10 km) è il primo titolo italiano assoluto per Pasquale Selvarolo (31:45) davanti al campione uscente Marco Fontana Granotto (32:06) e a Yassin Bouih (32:15). Vittoria per il keniano Joseph Kimutai (31:11) nella corsa valida per il Cds. Titoli assoluti del cross corto (3 km) a Sebastiano Parolini (8:50) e Micol Majori (10:21).

NADIA, AGAIN – Tre gare in una. Quella per la vittoria nel Campionato di società, con il duo Lucy Mawia-Francine Niyomukunzi che già nel primo giro guadagna una trentina di secondi di vantaggio sulle inseguitrici. Poi quella di Nadia Battocletti che fa coppia con la keniana Teresiah Omosa. E quella per le altre posizioni del podio. La keniana Mawia (Gs Lammari) scappa via prima ancora di passare a metà gara, la burundese Niyomukunzi perde contatto e viaggia in seconda posizione, mentre l’azzurra argento europeo del cross lotta con Omosa, sul percorso che presenta un dislivello di 41 metri in ognuno dei quattro giri da due chilometri, con una punta molto aspra al 18% e diversi cambi di direzione che lo rendono piuttosto complicato. Fango sì, soprattutto in prossimità dei due ponti che attraversano il fosso Folcara, ma non è Bruxelles, qui non si affonda, il tracciato regge alla grande, anche perché non c’è pioggia a rovinare i piani. In gara con un vistoso ‘taping’ sulla tibia sinistra, la trentina delle Fiamme Azzurre che ha ripreso a correre soltanto lunedì dopo aver superato una periostite, prende il largo su Omosa nel terzo giro, mentre alle loro spalle infiamma il confronto per le medaglie assolute e under 23. Nella salita dell’ultima tornata, Nadia riprende e supera la vincitrice del Campaccio Niyomukunzi e si lancia all’inseguimento di Mawia, comunque troppo lontana per essere riacciuffata. Ma il finale in crescendo, senza esagerare nella prima parte, è davvero confortante per Battocletti.

“Il cross ha un posto speciale nel mio cuore, è una gara che faccio da sempre e la sento mia – le parole di Battocletti, imbattuta a Campi Bisenzio 2021, Trieste 2022, Gubbio 2023 e Cassino 2024 – È stato un periodo tosto, prima il fastidio alla caviglia, poi la periostite tibiale: oggi è un punto di partenza che mi dà gioia… e non voglio più vedere bici e piscina, ora basta con il lavoro alternativo! C’era tantissimo tifo qui a Cassino, ovviamente non era la gara che avrei voluto ma con una sola settimana di allenamento non potevo pensare di fare di più. Pensiamo alla stagione che sarà particolarmente impegnativa, lunga e tosta”.

SELVAROLO CAMPIONE AL MASCHILE – È un titolo assoluto che attendeva da anni. Pasquale Selvarolo, spesso sul podio ma a lungo in attesa dell’acuto, può finalmente brindare al successo tricolore. Finché può, mantiene il ritmo degli atleti africani che si giocano il primo posto nella gara valida per i Campionati di società: il keniano Joseph Kimutai (Dinamo Sport, 31:11), il connazionale Bernard Wambua (Gp Parco Alpi Apuane, 31:18), il ruandese Yves Nimubona (Atl. Casone Noceto, 31:21). In ottica titolo italiano, però, non c’è partita, almeno da quando Yassin Bouih perde contatto con il gruppo dei più forti, poco oltre la metà gara. Selvarolo (Fiamme Azzurre) ingaggia il testa a testa con il burundese Lin Ndayifukamiye (Atl. Castello) e se ne libera nel giro conclusivo (31:45 a 31:48).

“È stata una giornata bella, l’inizio di un periodo importante per me – esulta Selvarolo, pugliese di Andria – Ho avuto un inconveniente a inizio febbraio al rientro in Italia dal periodo di lavoro in Kenya: una settimana a letto con febbre a 39,5. Ci ho messo tanto per riprendermi, soltanto martedì mi sono sentito veramente bene. Ma ci tenevo tantissimo a questo primo titolo italiano assoluto ed è una grande soddisfazione. Per quest’anno l’Europeo di Roma è l’obiettivo principale: spero di essere nella squadra per la mezza maratona, è una distanza sulla quale mi trovo a mio agio”. 

MARATONA: AOUANI QUARTO A BARCELLONA IN 2H08:05
Ai piedi del podio, a meno di un minuto dal record personale. C’è il quarto posto per Iliass Aouani alla maratona di Barcellona con il tempo di 2h08:05. Due settimane dopo il ritiro di Osaka, il 28enne milanese firma il secondo risultato in carriera. Un anno fa, nella stessa manifestazione ma su un altro tracciato, con 2h07:16 aveva stabilito il record italiano poi battuto di recente da Yeman Crippa in 2h06:06 a Siviglia il 18 febbraio. L’azzurro per buona parte della gara viaggia a un ritmo che non solo è in linea con il proprio limite, ma anche con il primato nazionale, correndo in testa al secondo gruppo. Notevole il crono di 1h02:54 alla mezza per proseguire con 1h29:53 al trentesimo chilometro e al quinto posto, recuperando posizioni. Fino al 35° km è ancora davanti alla tabella di marcia del record con 1h45:18 però da qui in poi si trova da solo in quarta piazza, senza punti di riferimento immediati. Ecco tutti i tempi intermedi: 15:00 (5 km), 29:51 (10 km), 44:52 (15 km), 59:42 (20 km), 1h02:54 (mezza maratona), 1h14:33 (25 km), 1h29:53 (30 km), 1h45:18 (35 km), 2h00:55 (40 km). Il portacolori delle Fiamme Azzurre riesce comunque a riscattarsi dallo stop del 25 febbraio in Giappone dove si era fermato al trentunesimo chilometro, anche a causa di una caduta. 

NAGOYA: EPIS 2H28:24 NELLA MARATONA IN GIAPPONE
Alla maratona di Nagoya, in Giappone, si piazza al decimo posto Giovanna Epis. L’azzurra chiude in 2h28:24 nella più grande corsa al mondo tutta al femminile sui 42,195 chilometri, con circa 20 mila donne al via. Una gara caratterizzata dal vento nella seconda parte oltre che dall’andatura incostante dettata dalle lepri nel secondo gruppo, quello della veneziana dei Carabinieri, terza italiana di sempre sulla distanza con 2h23:46 nella scorsa stagione ad Amburgo e già qualificata per le Olimpiadi di Parigi. Alla mezza la campionessa tricolore passa in 1h12:22, meno veloce rispetto al crono di 1h12:00 che era stato pianificato, dopo i parziali di 17:00, 34:01 e 51:22 ogni cinque chilometri. Poi transita in 1h26:05 al 25° km e 1h43:59 al trentesimo, 2h02:05 invece il riscontro al trentacinquesimo in una mattinata con cielo sereno e circa sei gradi di temperatura alla partenza. Vittoria alla Nagoya Women’s Marathon per la giapponese Yuka Ando con il personale di 2h21:18 dopo aver raggiunto a tre chilometri dal traguardo Eunice Chumba (Bahrain, 2h21:25), staccata nel tratto finale, mentre è terza l’altra nipponica Ayuko Suzuki che scende a 2h21:33. Ritirata l’etiope argento mondiale Gotytom Gebreslase, al comando fino al 37° km insieme alla Chumba prima di fermarsi.

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