Nardò si arrende a Trapani ai due possessi finali. L’amarezza e l’orgoglio di coach Dalmonte

I dettagli fanno la differenza quando le partite sono equilibrate e sono decise da scelte, centimetri e freddezza nei secondi finali. Hdl Nardò Basket perde il confronto con Sport Invest Trapani sprecando gli ultimi due possessi e quindi una prestazione da incorniciare per atteggiamento e qualità. Non era facile giocarsela alla pari contro una squadra senza difetti, che ha stritolato sin qui quasi tutti, ma il Toro è stato bravo a stare nel match quando i siciliani hanno allentato la presa, si sono innervositi e sono diventati imprecisi al tiro. Forse i dettagli li ha messi uno come Chris Horton, autore di una prestazione da 25 punti e 22 rimbalzi, anche se è ingeneroso citare un solo giocatore di un collettivo davvero impressionante. Smaltita l’amarezza per il Toro, adesso serve razionalmente fare tesoro della prova maiuscola.

“Non so se prevale l’orgoglio della prestazione o l’amarezza del risultato – è l’analisi di coach Luca Dalmonte – occorre equilibrio. Dobbiamo contenere l’emotività e il rammarico di aver sprecato i due possessi per vincere la partita, ma dobbiamo avere la capacità razionale di prendere il positivo di questa prestazione. Un equilibrio corretto con cui ripresentarsi al lavoro alla ripresa”. Dalmonte sa che uno dei fattori della partita è stato lo strapotere fisico di Horton, imbattibile sotto il tabellone, soprattutto nei possessi cruciali della sfida. “Abbiamo subito moltissimo, soprattutto all’inizio, a livello di rimbalzi – continua – e questo ci ha penalizzati non poco, perché ci ha fatto perdere quella fiducia a crescere nella produttività difensiva. Avremmo potuto e dovuto fare un lavoro migliore, ma con la qualità sul perimetro dei giocatori di Trapani, è chiaro che dovevamo fare una scelta. Forse togliendo dalla partita qualche rimbalzo in attacco e qualche disattenzione evitabile, il rendimento di Horton sarebbe stato inferiore e la partita sarebbe stata diversa”. La chiosa finale è uno sguardo al futuro, alle prossime tre partite della fase a “orologio” da cui passerà il futuro di Hdl. “Dal punto di vista tecnico la partita lascia la consapevolezza di poter essere competitivi, dal punto di vista emotivo la consapevolezza ci deve portare a rimetterla in campo questa competitività. Non ci possiamo far trascinare nelle analisi e avere uno sbandamento emotivo”. 

La prova di spessore del Toro non è sfuggita nemmeno al coach di Trapani Andrea Diana, che parla di un avversario vivo, capace di mettere in difficoltà a lungo la sua squadra. “Complimenti a Nardò per il tipo di partita che ha fatto e per l’aggressività che ci ha messo – ha detto – ci hanno sicuramente messo in difficoltà. Noi ci siamo un po’ complicati la vita, abbiamo avuto un buon approccio, poi l’infortunio di Notae ci ha costretto a cambiare le rotazioni e andare con un quintetto un po’ anomalo. Anche perché Rodriguez aveva due falli e dovevamo preservarlo per la seconda parte di partita. Abbiamo consentito a Nardò di crederci e di prendere fiducia. Diciamo che in quel momento è iniziata una seconda partita, dove la nostra difesa non è stata consistente e questo è il dato importante per noi su cui riflettere e migliorare. Abbiamo mosso meno la palla e abbiamo subito di più l’aggressività difensiva di Nardò. Mi è piaciuta la consistenza dell’ultimo quarto, soprattutto in fase difensiva, Negli ultimi 3/4 minuti, dove siamo stati sotto anche di cinque punti, abbiamo mantenuto la concentrazione e grazie a due o tre difese dure siamo andati avanti. Nardò è una squadra molto viva, ha giocatori molto rapidi, da Maspero a Smith, che è un terminale offensivo di primo livello. In bocca al lupo per la salvezza”.

La buona notizia adesso è che il calendario non presenterà più marziani come Trapani. Ora Cremona, Agrigento e Roma per chiudere la fase a “orologio” e guardare in faccia il proprio destino.