Trionfa l’Italia nella staffetta mista ai Mondiali a squadre di marcia ad Antalya, in Turchia. È un magnifico successo, a sorpresa, per Francesco Fortunato e Valentina Trapletti al termine di una gara tutta in rimonta, con il sorpasso decisivo all’ultimo chilometro. Nell’inedita specialità che per la prima volta assegnerà le medaglie alle Olimpiadi di Parigi, sulla distanza di maratona con 42,195 km complessivi suddivisi in quattro frazioni, gli azzurri chiudono in 2h56:45 davanti al Giappone (2h57:04) e alla Spagna (2h57:47). Costretta al ritiro invece la coppia formata dai campioni olimpici della 20 km Massimo Stano e Antonella Palmisano, a causa di una storta al piede sinistro rimediata da Stano al quarto km che li costringe ad abbandonare a metà gara. L’Italia potrà quindi schierare una sola staffetta al via il 7 agosto nella prova a cinque cerchi. Ad Antalya gli azzurri salgono sul podio altre due volte. La squadra maschile della 20 km è di bronzo, grazie ai primati personali di Riccardo Orsoni (1h20:11 a un secondo dallo standard per Parigi), Gianluca Picchiottino (1:21:06) e Michele Antonelli (1h21:18). Ottima giornata per i giovani. Le azzurrine U20 conquistano il bronzo di squadra nei 10 km e spiccano le prestazioni della juniores Giulia Gabriele (quarta con 45:26) e dell’allieva Serena Di Fabio (settima 46:12), ma è da sottolineare anche il notevole 40:32 del diciassettenne Giuseppe Disabato, quinto in classifica.

ESEMPLARI FORTUNATO-TRAPLETTI! – Si ritirano i campioni olimpici? No problem, ci pensa “Italy 2”, ovvero la staffetta composta da Francesco Fortunato (Fiamme Gialle) e Valentina Trapletti (Esercito). Eccellente la seconda frazione (Trapletti) con l’Italia in grado di risalire dal 15° all’8° posto e la terza frazione (Fortunato) quando il team azzurro si riporta a ridosso del podio, in virtù di altre quattro posizioni recuperate e soltanto otto secondi di svantaggio dalla Spagna. Gli ultimi dieci chilometri si fanno sentire per tutti, la gara diventa sempre più indecifrabile e aperta, peraltro senza la Cina che sembrava favorita e che invece era già crollata da un pezzo. Il Brasile rimonta sul Giappone, la Spagna sembra salda al terzo posto ma le certezze vacillano negli ultimi cinque chilometri quando cominciano a piovere i cartellini, con tutte le rivali degli azzurri gravate di almeno due rossi. L’Italia, che nei mesi scorsi aveva preparato a puntino la trasferta in Turchia studiando soprattutto le modalità di recupero tra una frazione e l’altra, è la nazione più ‘fresca’ al momento decisivo e, particolare non secondario, non ha cartellini all’attivo. Trapletti, 38 anni e la passione di una ragazzina, agguanta l’ultima frazionista spagnola Laura Garcia Caro a tre chilometri dal termine, il Brasile prende il terzo rosso e deve fermarsi per tre minuti. A quel punto i “FortuPletti” sono secondi e c’è soltanto il Giappone lì davanti. Una ‘Vale’ esemplare rimonta una trentina di secondi a Kumiko Okada, la raggiunge e la saluta quando manca un chilometro, incitata da ‘Effe’ Fortunato che impazzisce di gioia sulle transenne. Insieme si regalano un momento di gloria e quella che possono tranquillamente definire “la maggiore soddisfazione della carriera”.

“I SOGNI DIVENTANO REALTÀ” – “È incredibile! – continua a ripetere Trapletti, una vita in marcia, allenata da Alessandro Gandellini a Milano – A volte i sogni diventano realtà, questo è il nostro giorno. Tra una frazione e l’altra, nel periodo di recupero, ho cercato di rilassarmi e poi di muovermi. Nella 20 chilometri di solito si pensa molto, quando si è stanchi, ma oggi il ritmo è stato sempre veloce, non c’era tempo per pensare ed è andata bene”. Incredulo anche Fortunato: “Siamo arrivati qui con l’obiettivo di qualificare la seconda squadra azzurra, però alla fine abbiamo vinto! – commenta il pugliese di Andria allenato a Tivoli (Roma) da Riccardo Pisani – Non so bene come, ma è successo! Siamo riusciti a dare il massimo e Valentina è andata veramente forte… Come potremmo essere più felici? Durante la sosta tra le prime due frazioni, per i primi 20-25 minuti ho fatto riposare la testa e le gambe prima di ripartire con un breve riscaldamento. Ho provato a gestire al meglio entrambe le frazioni e ho pensato la prima come una 20 chilometri, viaggiando a un ritmo che mi avrebbe consentito di andare avanti più a lungo, per poi dare tutto nella seconda ma sempre in controllo. In questo modo credo di aver risparmiato più energie rispetto agli altri”.

SFORTUNA STANO – Che sfortuna per Massimo Stano. Una bottiglietta che finisce sotto al piede sinistro allo spugnaggio del quarto chilometro, il dolore che si fa subito sentire, i rivali che scappano via fino a guadagnare una ventina di secondi. Il campione olimpico stringe i denti, rassicura il team azzurro a bordo strada, prova ad abbozzare un sorriso e riesce a concludere la frazione iniziale da 12,195 km. Terminata la prima parte della sua prova, passato il braccialetto/testimone ad Antonella Palmisano, la doccia fredda: la decisione, in accordo con lo staff azzurro in Turchia, è quella di non rischiare per non evitare complicazioni a 102 giorni dalla 20 km delle Olimpiadi di Parigi (1° agosto 2024) e a un mese e mezzo dall’appuntamento con gli Europei di Roma. Peccato, davvero, perché nella frazione femminile si era vista un’Antonella Palmisano in grande spolvero (dal 13° al 6° posto) e sommata alla condizione di Stano la doppietta Italia+Italia ad Antalya era molto più che una ipotesi.

TORTU DOPPIO SPRINT: 10.11 VENTOSO IN FLORIDA
Due volte in gara Filippo Tortu sui 100 metri a Clermont, in Usa. Nella notte italiana il campione olimpico della 4×100 si piazza secondo in batteria con 10.11 sospinto da un vento oltre il limite (+2.7) che vale il terzo tempo complessivo del turno. Poi l’azzurro chiude al sesto posto nella finale correndo in 10.20 con l’anemometro a +1.6 nel meeting Pure Athletics Spring Invitational, a cinque centesimi dal primato stagionale. Un doppio impegno nell’arco di un’ora e venti minuti per il 25enne delle Fiamme Gialle, sette giorni dopo aver iniziato l’annata agonistica oltreoceano con 10.15 regolare (+1.7) a Gainesville, sempre in Florida. Lo sprinter brianzolo, medaglia d’argento con la 4×100 nella scorsa estate ai Mondiali, in questo periodo si sta allenando a Montverde, nei dintorni di Orlando, e tra una settimana si unirà al gruppo di velocisti azzurri nel raduno di Miami in preparazione alle World Relays del 4 e 5 maggio a Nassau (Bahamas), l’evento iridato delle staffette che mette in palio la qualificazione per i Giochi Olimpici di Parigi.

Sulla pista di Clermont impressiona il 17enne statunitense Christian Miller con il folgorante 9.93 (+1.6) del successo in finale. È la migliore prestazione mondiale dell’anno, il miglior crono della storia per un atleta non ancora diciottenne (è nato il 16 maggio del 2006) e il primato nazionale under 20. Alle sue spalle Rikkoi Brathwaite (Isole Vergini Britanniche) con il personale di 10.03 e Cejhae Greene (Antigua, 10.09), quarto il tedesco Joshua Hartmann in 10.12 dopo essere stato il più rapido del primo round in 10.03 ventoso (+2.7) davanti a Tortu nella stessa batteria.

MARATONA DI LONDRA: JEPCHIRCHIR RECORD
Dopo sette anni cade ancora a Londra il record del mondo di maratona solo femminile, per mano della keniana Peres Jepchirchir, oro olimpico 2021 e iridata in carica di mezza maratona, che in 2h16:16 toglie 45 secondi al limite stabilito da Mary Keitany nel 2017 che a sua volta lo aveva sottratto a Paula Radcliffe (2h17:42, ancora Londra, nel 2005). Gara con un finale entusiasmante, dettato dal cambio di passo della Jepchirchir a 500 metri dal traguardo, dopo l’ultimo terzo di gara condotto dal poker di atlete composto dalla Jepchirchir, dalla primatista mondiale di maratona “mista” Tigist Assefa, dall’altra keniana Joyciline Jepkosgei e dall’altra etiope Megertu Alemu. Una classifica da record, con il primato della Jepchirchir, il secondo posto della Assefa in 2h16:23, il terzo della Jepkosgei in 2h16:24 (miglior crono di sempre per una terza classificata e record personale di quasi un minuto), e il quarto in 2h16:34 della Alemu (anche per lei primato personale), per la prima maratona di sempre con quattro atlete capaci di scendere contemporaneamente sotto le 2h17. Sotto le 2h20 anche Brigid Kosgei (2h19:02) e Sheila Chepkirui (2h19:31). Per la Jepchirchir anche il nuovo limite personale, che migliora di 50 secondi il 2h17:16 ottenuto a Valencia nel 2020, il successo londinese dopo il terzo posto nella scorsa stagione e il ritorno alla vittoria in una major dopo quello di Boston nel 2022.

Nella gara maschile trionfa l’altro keniano Alexander Mutiso Munyao in 2h04:01, seconda vittoria in quattro maratone disputate e ora sempre più in odore di convocazione olimpica dopo essere stato già preselezionato. La notizia è anche il grande ritorno alla ribalta di Kenenisa Bekele, secondo in 2h04:15 (per l’etiope un altro record mondiale master M40), e l’entusiasmante rimonta dei britannici, che nell’ultimo tratto di cinque chilometri raggiungono e sorpassano alcuni degli specialisti africani più quotati e trovano gloria londinese con l’exploit di Emile Cairess, argento europeo di cross nel 2022, che coglie un inatteso terzo posto in 2h06:46 (secondo brit di sempre dopo Mo Farah), e con l’ulteriore sorpresa del quarto classificato Mahamed (2h07:05, terzo britannico all-time) per una classifica che premia con la quinta piazza il francese Hassan Chahdi (2h07:30).