Nel corso del consueto tavolo di confronto avviato dal Dicastero allo Sport: sì all’aggiornamento del registro professioni e a un codice etico
che sancisca le regole di concorrenza anche tra gli stessi enti di promozione sportiva.
Il numero uno dell’Associazione italiana cultura sport: “Stop ai furbi delle tessere al ribasso”
Roma, 8 maggio 2024 – Si è riunito stamane al Ministero dello sport il consueto tavolo di confronto tra il ministro Andrea Abodi e gli enti di promozione sportiva. Diversi i temi sul piatto: dalle professioni sportive nate a seguito della riforma del settore e l’atavico nodo dei rapporti – non sempre distesi – tra federazioni ed enti di promozione sportiva.
“Su questo, ho chiesto al ministro Abodi un intervento perché sia chiaro il confine tra le attività federali e quelle promozionali – rimarca Bruno Molea, presidente dell’Associazione italiana cultura sport, tra i primi enti di promozione sportiva del Paese -. Siamo diventati il bancomat di alcune federazioni: AiCS ha registrato ultimamente l’interferenza di alcune federazioni che esigono pagamenti speciali dai nostri tesserati per la partecipazione alle loro gare o che addirittura intervengono fisicamente per impedire la partecipazione dei loro atleti alle nostre competizioni. In alcuni casi, si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine; siamo pronti a ricorrere al Garante come già accaduto in passato, ma qui serve un chiarimento nelle sedi opportune che coinvolga Coni e Ministero. L’atteggiamento di alcune Federazioni è dominante e limita la libertà di fare sport: tutto ciò fa sempre e solo il male degli sportivi”.
Al tavolo tecnico, si è parlato però anche di altro. “Ho chiesto l’intervento del ministro Abodi perché sia aggiornato il registro delle professioni sportive – rimarca Molea -: per permettere ad esempio ai nostri operatori dei centri estivi di essere remunerati con regolare contratto sportivo, dobbiamo ‘inventarci’ nomi che ne identifichino le competenze. Così non va: serve un intervento chiaro e a riguardo il ministro ci ha dato massima disponibilità e sensibilità, e torneremo a incontrarci nei prossimi giorni”.
Sul tavolo, anche la questione contributi pubblici e i rapporti tra gli stessi enti di promozione sportiva. “Stop ai furbetti – dice Molea -, a chi regala tessere, a chi fa campagna acquisti: il calo dei contributi pubblici sta rendendo la promozione sportiva un far west per alcuni e anche questo fa solo il male degli sportivi. Con gli altri enti abbiamo proposto la stesura di un codice etico che preveda anche sanzioni per chi non sta nei patti: torneremo a presentarlo ad Abodi a fine giugno. Per il momento, sarebbe intanto bene prendere atto del fatto che i bandi appena usciti da Sport e Salute sono assolutamente parziali rispetto a quanto necessario per garantire sui territori sport gratuito e inclusivo, che possa abbattere la sedentarietà e produrre socialità, il nostro unico faro. Al diritto allo sport serve uno sforzo in più”.