La dura analisi di coach Dalmonte dopo il tremendo ko in Sicilia
L’analisi più efficace e, ovviamente, autorevole, la fa lo stesso Luca Dalmonte, a caldo. Per il coach granata non c’è stato nulla da salvare, nell’atteggiamento generale, nelle percentuali, nei singoli. Un naufragio generale quello di Agrigento, dal quale lo stesso condottiero di Hdl Nardò Basket non si tira certo fuori. Il tema, inevitabile in queste ore, è che si possono accettare le sconfitte, non le figuracce come quella del PalaMoncada. Il capo di imputazione su La Torre e compagni, gravissimo, è come si possa scendere in campo con la spina staccata in un match cruciale per la stagione (per poi cercare di riattaccarla dopo il mortificante 51-18 dell’intervallo, ovviamente troppo tardi). L’interrogativo, infine, è cosa fare adesso e come uscire da questo tunnel. Le parole di Dalmonte sono severe, giustamente.
Sono mancati i primi 20 minuti – ha detto – l’approccio è stato pessimo, non siamo stati supportati da percentuali di tiro, perché il 17% dal campo è un numero pessimo. Con un atteggiamento difensivo assolutamente insufficiente in termini di efficienza e di concentrazione. È necessario rendersi conto che se vogliamo giocare per salvarci, l’atteggiamento deve essere diametralmente opposto a quello di oggi. La capacità di reagire a un errore diventa determinante. Oggi non c’è da salvare nulla, non c’è una prestazione individuale che può essere salvata”.
Una cosa è certa. Nel passaggio più complicato della triennale esperienza in serie A2 di Nardò Basket, serve essenzialmente lucidità. Freddezza. L’obiettivo è alla portata e il Toro, nonostante 4 sconfitte in 6 partite della poule salvezza, ha ancora nelle mani il proprio destino. Certo, i bonus sono davvero finiti perché Chiusi ha completato l’aggancio in classifica. La ricetta di Dalmonte è quella di giocare con il cuore e con la testa, le uniche cose che possono supplire a carenze tecniche e, soprattutto, caratteriali.
“Ognuno di noi, e io sono dentro al “noi”, cerchi una soluzione per giocare le prossime 4 partite. Si riparte semplicemente cambiando la presenza, l’atteggiamento, il desiderio, che poi vanno a supporto dell’attenzione, della concentrazione e del coraggio. Credo che dal punto di vista tecnico e tattico, giocando ogni 3 giorni, diventa difficile proporre situazioni nuove. Oggi quello che decide è tutto ciò che c’è nel cuore e nella testa. Di conseguenza la capacità di reagire immediatamente, spendendo poche parole e giocando con i fatti”.
Si torna in campo già mercoledì, a Lecce, contro Luiss Roma, aritmeticamente in B dopo la sconfitta con Chiusi. Palla a due alle ore 20:30.
Nardò non può più sbagliare.