Questa è la storia di un giovane trentenne solare, amante del calcio che viene da lontano da molto lontano, nello specifico da 7.315 Km.

Partiamo dalle origini

Brasile 1987, La dittatura militare brasiliana, conosciuta anche come regime dei Gorillas o Quinta Repubblica del Brasile è caduta da due anni. Fu il regime militare autoritario che governò il Brasile dal 1º aprile 1964 al 15 marzo 1985 nel contesto della Guerra fredda. Negli anni a seguire dopo la fine del regime dei militari, i brasiliani ovvero la stragrande maggioranza della popolazione viveva in condizioni di miseria. I nascituri figli di giovani coppie non potendoli sostenere gli affidavano a delle strutture equivalenti ai nostri orfanotrofi chiamati ” Lar”.

“Lar” in portoghese vuol dire casa, ed alla loro “Missione” gli vengono assegnati il nome di Santi cattolici cristiani come ” Sant’Antonio”, “San Giuseppe” e cosi via. Molti di essi anche non formalmente riconosciuti sono concentrati nello Stato di San Paolo.

Per esempio quello di Tupã, cittadina brasiliana di circa 64 mila abitanti nello Stato di San Paolo, da venti anni una comunità di suore, della “Congregazione das irmãs dos Pobres de Santa”, si prende cura di bambini bisognosi.

L’istituto “Lar Santo Antônio” nasce quindi come orfanotrofio, fondato nel 1946 da un giudice, Antônio Rodrigues Porto.

Il suo scopo era di accogliere brasiliane povere, orfane o abbandonate per strada.

Un’opera in tal senso la fa congregazione “Suore Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario” che sono oggi in 25 comunità del Brasile. tra cui proprio quello di S. Giuseppe a San José di Rio Pardo.

Come detto il Brasile post 1985 era un Paese e per certi versi continua ad esserlo bellissimo ed affascinante, ma che ancora annovera sacche di emarginazione, povertà, analfabetismo e centinaia di migliaia di meninos de rua che vengono abbandonati a se stessi. 

Dal 1986 ufficialmente dal Brasile possono essere adottati bambini in stato di abbandono residenti nelle residenti nelle missioni cattoliche.

Dopo il boom di adozioni internazionali degli anni 80 e dei primi anni 90, oggi il governo brasiliano si adopera per migliorare la situazione dei bambini e stimolare il reintegro nella famiglia d’origine. Ma in un Paese di 165 milioni di abitanti, è difficile avere il controllo della situazione: «A San Paolo ci sono orfanotrofi di cui le autorità non conoscono nemmeno l’esistenza». Attualmente con la discussione della Corte Costituzionale sull’ordinanza 230/2023 si sta avvicinando sempre più il giorno che deciderà sulla costituzionalità della legge sulle adozioni, che prevede l’interruzione in automatico dei rapporti con la famiglia d’origine.

Il Brasile; chi non conosce questo paese!Terra famosa per il calcio, per il carnevale più famoso al
mondo, per la sua natura incontaminata e per…..le favelas.
Questa è lo scenario del Brasile: un paese immenso(quinto pese per estensione territoriale, con
grandi metropoli e una costellazione di piccole città, con grandi latifondisti e milioni di senza terra,
con una classe d’elite medio-alta e di milioni di ricchi miserabile, con la capacità di risorse e di materia prima per costruire infrastrutture in qualsiasi paese al mondo e un deficit di abitazioni di milioni di unità.
Un paese di grandi contrasti dove povertà e ricchezza generano due mondi differenti, due città
differenti, la città “reale” e la città degli “invisibili”, la favelas appunto.
Da cosa dipende tutto ciò?
Da cosa deriva questo contrasto così impietoso?
Sicuramente le scelte politiche fatte dalle élite e dai funzionari brasiliani per decenni hanno portato a tutto ciò.

Proprio verso questa terra, verso questi bambini nel sentimento puro di genitorialità, nel prendersene cura amorevolmente ha portato una giovane coppia nevianese poco meno che trentenne negli anni ’80 a volare gioiosi verso lo Stato Federale del Brasile, ed a mettere sotto le proprie ali protettive un cucciolo di uomo di appena due mesi, per portarlo in Italia, nel Salento per farlo crescere sano e con valori importanti.

Questa è la storia di tanti bambini che hanno fatto il viaggio, il loro speciale viaggio dalla terra del futebol, del carnevale e della saudade a quella del sole, del mare e del vento.

Alessio Vantaggiato è nato Campos Altos il 23 agosto 1987 Campos Altos è un comune nello Stato del Minas Gerais un Brasile.

Sin dalla tenerissima età di due mesi vive a Neviano, cresciuto a pane, calcio e Juventus da papà Antonello (artigiano) e mamma Rita ( dipendente).

Sin da piccolino nutre una forte vocazione naturale per il pallone; è molto conosciuto ed amato in paese per la sua giovialità allegra, spontaneità e propensione per il sociale.

Il calcio dicevamo. Ha militato da calciatore e poi da dirigente nell’A.S.D. Neviano nel primo decennio degli anni duemila sotto la presidenza del padre prima, e successivamente del farmacista Mario Fonte, militando nel campionato regionale di Terza Categoria pugliese. Da vero sangue brasileiro è stato un calciatore con attitudine da attaccante tanto da fargli avere l’appellativo dai compagni di gioco di ” Bomber”.

Attualmente è un imprenditore edile molto apprezzato seguendo le orme del padre, dal quale ha ereditato l’azienda di famiglia fondata nei primi anni ’80.

L’impegno, la leggerezza di questo giovane impegnato anche in politica, dall’alma brasileira ma dal cuore nevianese è la sintassi perfetta di un integrazione che negli anni ha portato questi bambini dall’avvenire buio e sconosciuto a realizzarsi nella bellezza dell’orizzonte nitido.

Buon vento Alessio.