Dieci ori, venti medaglie, quaranta finalisti: numeri senza precedenti nella storia azzurra, in attesa dell’ultima sessione di gare questa sera agli Europei di Roma. “All’inizio del mandato avevo promesso che avremmo avuto un’atletica vincente e unita”, le parole del presidente della FIDAL Stefano Mei nella conferenza stampa conclusiva a Casa Atletica Italiana, all’indomani di un’altra fantastica notte di successi allo stadio Olimpico. “Siamo riusciti a vincere e dovremmo imparare da una squadra straordinariamente unita: c’è un concetto di squadra condiviso da tutti, ognuno va a tifare per gli altri”. Un’edizione sensazionale: “Adesso siamo la nazione più forte d’Europa nell’atletica. Quest’anno abbiamo confermato la tendenza della scorsa stagione, dopo aver conquistato la Coppa Europa, perché andiamo meglio in tutti i settori anche se qualche specialità soffre un po’ di più. Sono commosso da questi ragazzi. Al mio primo campionato da presidente, tre anni fa agli Europei indoor, mi veniva da piangere per gli ottimi risultati che in quel caso erano merito di chi scendeva in

gara e dei tecnici. Poi abbiamo cercato di formare questo gruppo di atleti educati e determinati, che hanno percepito la presenza di una Federazione che crede nelle loro qualità”.

BOOM IN TV, 3,5 MILIONI SU RAI 2 – L’atletica stravince anche in tv con 3,5 milioni di appassionati su Rai 2 ieri in prima serata e il 18,6 di share, ma anche oltre 400 mila telespettatori su Sky e 135 mila sul canale dedicato alla finale del salto in alto con Gianmarco Tamberi. “Ci siamo meritati gli spazi che ci siamo presi a livello mediatico”, aggiunge il presidente. “E quando c’è competizione tra due reti televisive è meglio”. Trionfi azzurri che riaffermano il ruolo dell’atletica. “In questo momento l’atletica sta guidando lo sport italiano, anche perché non c’è uno sport universale come questo. Significa che non è stato un caso Tokyo e tutto ciò che è arrivato dopo. Sono veramente contento, un uomo felice, al punto che potrei dimettermi oggi anche se non lo farò. Con il DT La Torre mi sono trovato sempre bene, non sono mai entrato nel suo campo. C’erano

tante criticità e abbiamo cercato di rimediare: una su tutte, il Centro Studi e Ricerche che è basilare, in modo da creare le premesse per far sì che tra dieci anni ci sia una Nazionale così forte”.

OLIMPIADI – Dopo questi clamorosi Europei, quali sono le prospettive per le Olimpiadi tra meno di due mesi? “A Parigi c’è la possibilità di fare meglio che a Tokyo come numero complessivo di medaglie. Poi dovremo accettare i risultati, anche se dovessero arrivare otto quarti posti, ma abbiamo dati riscontrati e non diamo numeri a caso. Il segreto, che tanti presidenti di altre federazioni mi chiedono, è raddoppiare o quasi gli investimenti per l’attività, perché la vita di un atleta è fatta di dettagli: andare una volta in più dal fisioterapista, per esempio, può evitare problemi”.

IL PRESIDENTE MATTARELLA – Un onore e un orgoglio la presenza del Presidente della Repubblica allo stadio Olimpico ieri nella serata dei sogni: “Mattarella è stato molto cordiale – sottolinea

Mei – come lo è abitualmente anche con gli altri sport. Quando Nadia Battocletti ha vinto l’oro ci siamo detti di farla salire in tribuna d’onore e sono andato a prenderla, ho pensato a Nebiolo che probabilmente non ci sarebbe andato. Per Gimbo Tamberi sono sceso mentre saltava 2,31 perché non avevamo capito che volesse andare avanti e allora sono rimasto a vedere la gara attaccato alla balaustra”.

EMOZIONI – Poi il presidente federale torna sugli azzurri: “Tamberi ci ha regalato emozioni, anche qualche attimo di spavento quando scherzando ha fatto finta di essersi infortunato. Filippo Tortu? In finale ha approcciato la gara forse in modo non giusto, troppo aggressivo all’inizio, ma dal bronzo di Monaco è passato all’argento. Ho visto un progresso rispetto all’ultima gara prima degli Europei, che lo aveva profondamente deluso. Il Presidente Mattarella gli ha ribadito quello che gli avevo già detto, cioè che sta facendo un grande percorso”.

IL GRAZIE A TUTTO LO STAFF – Sull’aspetto organizzativo, il presidente Mei spiega: “La scelta dei prezzi dei biglietti all’inizio non è stata felice, ci sono stati errori e abbiamo cercato di intervenire negli ultimi mesi insieme a Sport e Salute. Il ringraziamento va a tutto lo staff e a chi ha collaborato, rimediando a situazioni difficili. Chi era qui si è potuto godere uno spettacolo che non rivedremo in Italia nei prossimi anni, se non al Golden Gala. Il pubblico non è sempre stato quello delle grandi occasioni, tranne un paio di serate, ma gli Europei erano inizialmente previsti a fine agosto e quel periodo sarebbe stato meno favorevole”. E la candidatura per i Mondiali che non si è concretizzata? “Roma 2027 è una ferita aperta e non si chiuderà mai. Ci vorrebbe uno stadio per l’atletica. L’Olimpico è affascinante, ma non più adatto a certe manifestazioni e la sua grandezza non aiuta. Nell’eredità degli Europei, la legacy, c’è sicuramente il coinvolgimento degli spettatori, il legame tra il pubblico e l’atletica”.

ROMA 2024, DT LA TORRE: “LA PAROLA-CHIAVE È CONSISTENZA”
Lo spirito della ‘Coppa Europa’ e una nuova mentalità azzurra alla base dell’Europeo dei record. A margine di numeri (20 medaglie di cui 10 ori, record di podi e di punti e una molto probabile vetta del medagliere) che stasera potrebbero ancora crescere nelle sei finali che avranno azzurri tra i protagonisti, il direttore tecnico Antonio La Torre nella conferenza stampa andata in scena stamane a Casa Atletica Italiana, alle Officine Farneto, ha focalizzato gli spunti principali emersi da una manifestazione destinata a restare nella storia di questo sport. “La cosa che più conta – l’esordio del DT – è stato far vivere lo stesso spirito della vittoria nell’Europeo a squadre di un anno fa. Questa Italia non è più solo figlia della ‘Generazione Tokyo’: Lorenzo Simonelli e il suo formidabile 13.05 sui 110 ostacoli sono il simbolo della ‘new wave’ azzurra, con un’età media molto giovane e per questo ringrazio Tonino Andreozzi e tutto lo staff che lavora con le squadre under”. Il dato che La Torre enuclea più volentieri è relativo ai finalisti:

“Calcolando le staffette, circa il 50 per cento di chi ha gareggiato all’Olimpico è arrivato in finale: la parola-chiave è ‘consistenza’, testimoniata anche dal fatto che, delle 25-28 potenzialità da medaglia di cui facevo cenno giovedì scorso alla vigilia, già venti si sono tramutate effettivamente in podi”.

DA GIMBO A UNA NUOVA MENTALITÀ – “Tamberi? Se avesse chiesto 2,40 mi sarei precipitato in pedana a fermarlo”: La Torre esordisce così parlando della prestazione dell’altista che ha infiammato l’Olimpico. “Ieri abbiamo visto un Gimbo rock, con il bisogno di sentirsi con le spalle al muro e di assorbire l’energia dal pubblico: il 2,37 è un chiaro messaggio verso la Torre Eiffel. Gianmarco è un atleta in grado di estrarre dal suo sistema nervoso qualcosa che non ci siamo ancora riusciti a spiegare”. Partendo dal capitano, il direttore tecnico ha parlato di numerosi protagonisti degli Europei: “Leonardo Fabbri in questo 2024 ha fatto qualcosa di storico: ha preso a ‘pallate’ il muro di Berlino dando l’impressione che

un momento storico con tanti chiaroscuri possa essere finalmente chiuso. Luca Sito sui 400 ha corso per vincere e per me ha fatto benissimo. Filippo Tortu? Il confronto con Salvino, coach e papà, è sempre stato improntato sulla schiettezza: la semifinale corsa in 20.14 mi è tornata a dare la sensazione di potenzialità sub-20 secondi. Mattia Furlani ha 19 anni ma sembra un veterano. Alessandro Sibilio è un altro leader di questa Nazionale. Anna Bongiorni ha mostrato grandissima intelligenza nel gestire il secondo cambio con l’infortunio di Dalia Kaddari. In generale chi approda in Nazionale cresce con una nuova mentalità: Arianna De Masi è il simbolo di chi entra dalla porta principale senza timori reverenziali”.

VERSO PARIGI – Uno dei temi maggiormente sviluppati dal DT è stato ovviamente il percorso che da Roma porterà ai Giochi 2024: “Parigi sarà un altro sport, un’altra storia: questo non dobbiamo mai dimenticarlo. Sarà importante non disperdere tutte le sensazioni vissute qui e seguire l’elettricità e l’energia di Gimbo Tamberi, ma sarà ancora più importante stare con i piedi per terra. Per i Giochi dovremo fare delle scelte: a Roma abbiamo di fatto qualificato la 4×400 mista, sulla quale sicuramente faremo alcuni ragionamenti in ottica olimpica. I Trials Usa ci faranno riportare l’attenzione sul tasso di competitività che occorrerà a Parigi e che sarà ovviamente altissimo: servirà un salto di qualità di quegli atleti che hanno vissuto una prima ribalta internazionale qui a Roma”. A livello di aggiornamenti sul piano sanitario, il DT ha dato un paio di notizie: “Massimo Stano ha svolto ieri un test estremamente importante in raduno a Roccaraso. Dalia Kaddari ha invece avuto un lieve stiramento nella batteria della 4×100”. All’inizio del programma dell’atletica ai Giochi olimpici mancano 50 giorni e la strada verso la capitale francese sarà giocoforza diversa a seconda della specialità: “Per i maratoneti ci saranno solo eventuali gare su distanze brevi e lavoreranno in quota. Fabbri tornerà ad allenarsi per un periodo a Schio per inseguire i 23 metri. Per Marcell Jacobs, per i saltatori e in

generale per quasi tutti ci saranno gare di verifica”.

LA LEGACY – “Roma 2024 e i successi azzurri porteranno sicuramente più ragazzi e ragazze sui campi di atletica” è il postulato da cui il professor La Torre parte per una doppia considerazione: “Fondamentale diventa formare nuovi tecnici che sappiano fronteggiare questo fenomeno: servirà anche una rivoluzione culturale, ci sono troppe poche donne che intraprendono il percorso da allenatrici. Importante anche il progetto di identificazione e reclutamento del talento (il progetto PISTA, scattato l’anno scorso, ndr), destinato a dare frutti individuando, come ci auguriamo, un centinaio di giovani destinati a essere protagonisti”. Parlando degli Europei, La Torre ha anche valutato positivamente la scelta del centro di preparazione olimpica “Giulio Onesti” all’Acquacetosa quale base operativa della squadra azzurra e ha poi citato “il livello alto di diverse gare nella rassegna, su tutte il triplo maschile di ieri: la pedana dell’Olimpico ha sicuramente aiutato, basti vedere la media dei risultati”.

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