Serata di ‘good vibes’ per gli azzurri nella nona tappa della Wanda Diamond League nel Principato di Monaco. Soltanto la star Grant Holloway batte Lorenzo Simonelli nei 110 ostacoli a tre settimane dalle Olimpiadi di Parigi: 13.01 controvento per lo statunitense (-0.7), 13.08 per il campione d’Europa, a soli tre centesimi dal record italiano realizzato a Roma, un’altra conferma del meraviglioso valore internazionale di ‘Lollo’. È anche la notte di Catalin Tecuceanu, a un passo dal leggendario record italiano di Marcello Fiasconaro del 1973 (1:43.7) negli 800 metri. Con 1:43.75 scende per la prima volta sotto l’1:44 e sfiora anche l’1:43.74 di Andrea Longo del 2000, ma il livello è spaziale: l’azzurro chiude al nono posto sul set dell’algerino Djamel Sedjati sempre più vicino al primato mondiale con 1:41.46. Terza piazza per Stefano Sottile nel salto in alto, convincente 2,28 a soli due centimetri dal 2,30 dei recenti Assoluti: vince il neozelandese Hamish Kerr con 2,33. La campionessa europea Nadia Battocletti è quinta nei 5000 con 14:41.06, secondo tempo in carriera. Quinti posti anche per Roberta Bruni nell’asta con il primato stagionale di 4,66 e Filippo Tortu nei 200 con 20.43 (0.0) nella gara del 19.87 del botswano Letsile Tebogo. Luca Sito non tradisce al debutto nel circuito dei diamanti nei 400 con 45.26 (settimo). Pietro Arese dodicesimo con 3:35.19 nei 1500 metri dominati da un sontuoso Jakob Ingebrigtsen (Norvegia), al primato europeo di 3:26.73. Cade il record del mondo dei 2000 al femminile, merito dell’australiana Jessica Hull con 5:19.70 (precedente 5:21.56 della burundese Francine Niyonsaba nel 2021). Vola l’americano Quincy Hall nei 400 (43.80 migliore al mondo 2024), il big match dei 400 ostacoli va allo statunitense Rai Benjamin (46.67) davanti al norvegese Karsten Warholm (46.73).

PIETRO PASTORINI, ADDIO AL MAESTRO DELLA MARCIA
Ha portato l’atletica nelle periferie, in strada, nelle palestre e nelle scuole, oltre ad accompagnare i propri allievi ai vertici mondiali. È venuto a mancare Pietro Pastorini, storico e carismatico allenatore della marcia azzurra, scomparso all’età di 87 anni. Maestro di sport e di vita per tanti ragazzi, decano tra i tecnici del tacco e punta, sotto la sua guida ha condotto al podio internazionale Michele Didoni, campione del mondo a Goteborg 1995 nella 20 km di marcia ad appena ventun anni, e Giovanni Perricelli, argento mondiale della 50 km nel 1995 dopo il bronzo europeo del 1994, ma nel corso della carriera ha seguito anche Erica Alfridi.

Nato il 10 aprile del 1937 a Galliavola, piccolo centro in provincia di Pavia, e cresciuto nella vicina Lomello, si era poi trasferito negli anni Sessanta a Milano dove ha lavorato in Comune, vivendo nel popolare quartiere di Quarto Oggiaro. Dopo aver praticato la marcia ha cominciato ad allenare nel 1973, soprattutto con la Nuova Atletica Astro, avviando allo sport migliaia di giovani: all’inizio, con il suo proverbiale spirito di iniziativa, segnando le strisce su una via a fondo chiuso per dare una possibilità di riscatto ai ragazzi delle zone di frontiera urbana. È stato anche tra i promotori della marcia femminile e animatore del Trofeo Ugo Frigerio, circuito di manifestazioni che da oltre mezzo secolo è culla di campioni. Tra i molteplici ruoli che lo hanno contraddistinto, quello di organizzatore inesauribile di gare, eventi, incontri con gli studenti, e di speaker appassionato con la sua inconfondibile voce roca. Anche dopo aver superato gli ottant’anni, tornato a Lomello con l’amata moglie Maria scomparsa nel 2022, aveva continuato il suo impegno perché “lo sport è cultura, ancora prima che tecnica”. Nel 2017 aveva ricevuto la Quercia al merito di III grado, la più alta onorificenza dell’atletica italiana. 

Ai familiari vanno le più sentite condoglianze e l’abbraccio del presidente della FIDAL Stefano Mei, del Consiglio federale e di tutto il mondo dell’ atletica.