Ancora medaglie per gli juniores italiani che, nella seconda giornata della Paks Junior European Cup, hanno conquistato tre terzi posti con Anna Iovino ed Elena Guarducci nei 48 kg e Gaia Massimetti nei 57 kg, mentre Alessandra Rocco si è dovuta accontentare del quinto posto nei 52 kg.

Nei 48 kg Anna Iovino ha superato Lisa Peherstorfer (Aut) prima di cedere nei quarti di finale a Laura Bogdan (Rou), ma poi si è imposta nei recuperi su Eylul Budak (Tur) e Victoria Sibille (Bel). Percorso analogo per Elena Guarducci che, dopo la vittoria su Szonja Makkai (Hun) ha trovato il disco rosso con Morgane Annis (Fra), risalendo poi nei recuperi con le vittorie su Mariana Nunes (Bra) e Tamara Harsvolgyi (Hun). A completare il tris di bronzo è stata Gaia Massimetti nei 57 kg con la vittoria su Sarah Lippert (Aut) e dopo la sconfitta nei quarti con la brasiliana Bianca Reis, ha infilato tre vittorie di fila con Carla Duma (Rou), Maylis Rozan (Fra) ed Alya De Carvalho (Fra).

“Le ultime settimane sono state molto difficili sotto ogni punti di vista -ha detto Elena Guarducci– e questa era la mia ultima European Cup da junior: concluderla con una medaglia mi ripaga di tutti i sacrifici che ho sempre fatto”.

“Sono molto contenta per la medaglia di oggi -ha detto Gaia Massimetti– ringrazio il gruppo sportivo delle Fiamme Gialle che mi da’ l’opportunità di vivere il mio sogno, un ringraziamento speciale ai miei tecnici e preparatori e al maestro Ferro che mi ha seguito in tutta la competizione”.

“Seconda giornata di gara che regala all’Italia 3 medaglie di bronzo. -è il commento del coach azzurro Salvatore Ferro– Nei -48kg le due atlete in gara a rappresentare l’Italia raggiungono entrambe il bronzo, Iovino battendo la belga Sibille dopo un combattuto incontro e Guarducci vincendo anzitempo con la padrona di casa Harasvolgyi. Nei -52kg ci si deve accontentare di un quinto posto, Rocco, purtroppo, non riesce a superare la brasiliana Marques. Nei -57kg Massimetti regala l’ultima medaglia di bronzo di oggi all’Italia cedendo il posto solo alla nr.1 al mondo poi vincitrice della categoria, la brasiliana Reis, mentre vince la finale per il terzo con la francese De Carvalho. Peccato per gli uomini in gara oggi, tanto cuore e impegno ma purtroppo non riescono a portare a casa il risultato. Ringraziamo gli atleti e le società per questi risultati e per permettere l’espressione del judo italiano al di fuori dei confini nazionali”.

>>> RISULTATI SECONDA GIORNATA

Le interviste olimpiche (4)… mi basta essere Odette e la vittoria sarà una conseguenza

Buongiorno Odette! Iniziamo con una domanda facile facile… chi vincerà l’Olimpiade nella categoria -52 kg?

“Io… hahaha… questa era facile! Alza un po’ il livello”

  • Ok, ma intanto presentati: nome cognome categoria di peso e risultati sportivi di maggiore rilievo… vai!

“Sono Odette Giuffrida, ho 29 anni ed i miei risultati più importanti sono le due medaglie olimpiche, argento a Rio e bronzo a Tokyo 2021, poco fa ho vinto un mondiale, l’anno scorso ho fatto terza al mondiale, varie medaglie nei vari Grand Slam ed agli Europei”.

  • Qual è il tuo primo ricordo dell’Olimpiade, che riesci a mettere a fuoco e qual è la sensazione che provi oggi pensando all’Olimpiade?

“Il mio primo ricordo se penso all’Olimpiade, proprio il primissimo che affiora alla mente è quando ho vinto la semifinale a Rio, che finalmente avevo realizzato quello che continuamente vivevo nella mia testa prima che arrivasse quel giorno; e poi girarmi e vedere la mia famiglia piangere di orgoglio e felicità sugli spalti… sicuramente questi sono i momenti che maggiormente mi salgono alla mente se penso alle Olimpiadi”.

Quello che provo adesso invece, è il pensiero dell’intero percorso che mi ha portato ad essere qui oggi, la persona che sono e quanto io sia veramente migliorata e non solo come atleta, perché l’Olimpiade è sì, una questione di sport, ma anche personale”.

-Hai già due esperienze olimpiche alle spalle e quella a Tokyo è stata indubbiamente particolare, ma come immagini possa essere questa a Parigi?

“Sicuramente Parigi sarà differente dall’Olimpiade a Tokyo, nonostante io non sia un’atleta che sente molto il pubblico, sono abbastanza concentrata su me stessa quando combatto, però la differenza la farà sicuramente la mia famiglia, che finalmente potrò avere sugli spalti con me, che è una cosa che mi è mancata molto a Tokyo e, viceversa, ho vissuto pienamente a Rio. Ricordo infatti, che la prima cosa che ho fatto dopo aver vinto la medaglia a Tokyo ho preso il telefonino e ho videochiamato la mia famiglia. A Parigi potrò vivere felicemente l’esperienza assieme a loro”.

  • Prova a chiudere gli occhi ed immagina di vivere la giornata della tua gara, come la affronti, quali le abitudini, i riti, se ce ne sono?

“Io credo che l’Olimpiade sia una gara come le altre; quindi, la mia routine sarà quella di sempre: mi sveglio e come faccio tutti i giorni prego e ringrazio per l’opportunità di avere un’altra giornata, successivamente mi attiverò un po’, farò la colazione, una doccia fredda, poi si va a dare tutto, a combattere e a divertirsi.

L’obiettivo di queste Olimpiadi è vincere, è ovvio. Penso che chiunque salga sul tatami abbia l’obiettivo di vincere. E se quello è l’obiettivo io mi auguro di scendere dal tatami orgogliosa e felice di me stessa. Spero di dare tutto quanto e di essere Odette! Essere me stessa. E la vittoria poi, sarà una conseguenza”.

  • C’è un pensiero che vuoi condividere con noi da rivolgere a chi, in questo percorso, ha avuto un ruolo particolare?

“Vorrei ringraziare tanto tutte le persone che mi sono state accanto, la mia famiglia che sicuramente è stata la mia motivazione più forte, cercare di ripagarli per tutto quello che hanno fatto per me, i miei amici, le mie amiche che sono sempre state presenti nei momenti più difficili ed anche in quelli in cui bisogna festeggiare. Voglio ringraziare il Gruppo Sportivo dell’Esercito, è stato la mia seconda famiglia, mi ha supportato e sopportato sempre, da quando avevo 17 anni, sono stati i primi a credere in me. Poi ovviamente il mio primo allenatore, il Maestro Gregorio, il mio primo club, un piccolo club, il Talenti Sporting Club. Ovviamente Dario (Romano, ndr) che è stato il mio primo coach in nazionale, nonché un mio secondo padre. E Francesco, Antonio, tutti i preparatori che mi hanno aiutata ad essere l’atleta che sono oggi. Il mio mental coach Laura Pasqua, che mi ha veramente fatto fare un grande cambiamento. Se posso, vorrei approfittare di questo momento per consigliare di farsi seguire da un mental coach, perché in Italia è ancora un argomento tabù ed io credo che sia veramente importante. Vorrei davvero ringraziare tutti quanti, la FIJLKAM e tutti quanti hanno fatto parte di questo bellissimo viaggio”.

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