Non tutti si ricorderanno ,soprattutto i giovanissimi. Sulle maglie giallorosse della squadra salentina, nel 2008 promossa  con merito in serie A, troneggiava la scritta «Salento d’Amare», marchio che individuava ( lo fa tuttora) l’area geografica e si lega alla promozione dei prodotti tipici locali.

Tornando indietro nel tempo e scartabellando le delibere ufficiali, si scoprì, che l’accordo tra il Lecce e la Provincia  andava  avanti già da sei anni. E che per ogni stagione furono sborsate cifre decisamente importanti ed oscillanti tra i 500-600mila euro, in caso di militanza nella sere cadetta, e i 900mila-1,2 milioni di euro, per gli anni trascorsi in serie A. In realtà, nella stagione 2007-08, sul petto dei giocatori del Lecce si leggeva «La notte della Taranta», sponsorizzazione patrocinata dall’Unione dei Comuni della Grecìa salentina, che avrebbe dovuto pagare alla società calcistica circa 400mila euro. Anche qui, però, la Provincia aveva dato un contributo di circa 360mila euro, regolarmente pagati con soldi provenienti direttamente dalle sue casse. Quell’anno invece, vi fu la novità, che a foraggiare le avventure dei giallorossi, c’era una parte dei 2,1 milioni di euro che l’Unione europea stanziò per attività di promozione e sponsorizzazione. Fondi che, con una delibera di inizio estate, la Regione Puglia girò alla Provincia di Lecce. Quest’ultima a sua volta, con delibera  dell’agosto del 2008, decise di impiegare per implementare la segnaletica turistica (700mila euro) e per iniziative legate alle sponsorizzazioni, un milione e mezzo circa, di cui 900mila euro per l’accordo con l’Us Lecce. 

L’allora presidente della Provincia di Lecce Sen. Giovanni Pellegrino  prontamente replicò: «Facciamo marketing territoriale e promuoviamo l’imprenditoria locale». Quindi, spiegò, non è un finanziamento ma «un contratto di reciproca utilità», secondo il quale la società si impegnava a compiere la promozione del marchio d’area «Salento d’Amare», e per il quale «circa 250 imprese salentine hanno acquisirono il diritto di utilizzare come marchio di qualità dei loro prodotti».

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