E’ stato riconosciuto come il Presidente della Provincia di Lecce che ha sdoganato il territorio salentino dall’anonimato sul finire degli anni novanta, quando il Salento veniva confuso con il Cilento.

Le sue politiche volte alla conoscenza della penisola salentina il tacco d’Italia, il brand “ Salento D’Amare”, il Giro d’Italia di ciclismo, le sponsorizzazioni sportive e tutto quel mondo fatto di eventi.

Lorenzo Ria nasce a Taviano in provincia di Lecce  ( cittadina situata nel sud salento famosa per la produzione e commercializzazione dei fiori ndr) il 17 maggio del 1954, 70 anni appena compiuti.

E’ stato molte cose: un arbitro di calcio; presidente parrocchiale di Azione Cattolica; negli anni ’70 presidente e giocatore della squadra giovanile tavianese intitolata a John Kennedy; dal 1972 donatore è volontario di sangue presso la sede Fidas di Taviano.

Dal 1979 ha  esercitato la professione forense, soprattutto nel campo del diritto amministrativo. E’ in collocamento a riposo dal 2016.

ATTIVITÀ POLITICO-AMMINISTRATIVA:  1975 Eletto consigliere comunale a Taviano e nominato assessore alle politiche giovanili. Dal 1980 al 1997 Sindaco della città di Taviano. Dal 1997 al 2001 consigliere comunale a Taviano. Dal 1995 al 2004 Presidente della Provincia di Lecce. 1999 eletto Presidente dell’Unione Province Italiane (UPI). Dal 2004 al 2007 consigliere provinciale collegio Taviano-Matino. Dal 2004 al 2006 Deputato eletto nel collegio Gallipoli-Casarano. Dal 2007 al 2008 Senatore della Repubblica. Dal 2008 al 2013 Deputato. Dal 2012 al 2015 consigliere comunale nella città di Racale. Dal 2017 consigliere comunale nella città di Lecce. In Parlamento membro delle Commissioni Agricoltura, Finanze, Giunta per le autorizzazioni, Commissione parlamentare per le questioni regionali e del Comitato parlamentare per i procedimenti e Commissione Giustizia alla Camera.

LA SUA PRIMA GIUNTA PROVINCIALE: Gigi Pedone, Cosimo Casilli, Rolando Martina, Giovanni Invitto e i compianti ed indimenticabili Antonio Giuri e Giacinto Leone.

Con i suoi più stretti collaboratori Luigino Sergio e Regina Poso, il presidente diede vita al grande lavoro svolto in quegli anni, in particolare nei settori di turismo e cultura e beni culturali (loro rispettive competenze, all’epoca), ma più in generale per lo sviluppo globale del territorio del Salento.
Si pensa per esempio agli interventi di restauro e di recupero di numerosi beni culturali immobili, come il castello di Acaya e Villa Mellone; al restauro di centinaia di sculture e dipinti sacri e di decine di organi storici; al Protocollo con le Curie Vescovili per il recupero di numerosi beni ecclesiastici; alla costituzione della Fondazione Ico. Ancora, al Piano per il coordinamento e la gestione integrata del turismo, che fu lo strumento principale che permise di far conoscere il Salento – che spesso veniva confuso con il Cilento – al di fuori del territorio regionale e nazionale. E poi al piano provinciale per la mobilità ciclistica. La redazione del Piano per la gestione delle aree protette del salento, e ai vari interventi a tutela delle Coste salentine. Ancora, alla costituzione dell’Isufi, un’istituzione per la formazione di eccellenza post-universitaria. E poi ai miliardi e miliardi di lire investiti nell’edilizia scolastica Ai finanziamenti ottenuti nell’ambito di Interreg II, iniziativa comunitaria di Cooperazione transfrontaliera tra Italia e Grecia. E, ancora, al patto territoriale per il settore manifatturiero e a quello per l’agricoltura, primo in italia. E non posso dimenticare i numerosi interventi nel sociale, l’attenzione agli immigrati, ai disabili, ai minori a rischio di devianza; il sostegno a numerosi progetti di solidarietà internazionale, organizzati delle Caritas diocesane (due interventi in Rwanda, due in Albania, uno in Brasile).
Naturalmente c’è stato tanto altro, ma soprattutto c’era il ruolo della Provincia, un’istituzione allora a molti sconosciuta, ma che Ria riuscì a mettere al centro dell’attenzione della comunità salentina.

LA FEDE COME SERVIZIO: “Io tendo a tenerle distinte per scelta personale, ma lo spirito di servizio, sì, dovrebbe essere lo stesso. La politica, per citare Paolo VI, è la forma più alta della carità. Io ho cercato sempre di viverla così, almeno, e cerco di uniformarmi proprio a queste tre regole: ascolto (nel senso anche di immedesimazione), umiltà (anche intellettuale), spirito di servizio. E non mi perdo una messa la domenica: non riuscirei a vivere senza. Mi manca purtroppo la comunione, perché sono al secondo matrimonio, ma rispetto le regole della Chiesa. Papa Francesco aveva aperto la strada alla speranza di un cambiamento, ma poi la cosa è finita lì”.

LA FAMIGLIA DI ORIGINE:  “I miei si sposarono con il distintivo dell’Azione Cattolica Italiana. Mio padre era un insegnante di Lettere, veniva da lì –  dalla Dc – ed era molto religioso:  conservo tre o quattro delle sue lezioni sull’impegno dei cristiani in politica. Io stesso sono stato presidente parrocchiale dell’Azione cattolica”. Attualmente è sposato con Maria Addolorata Fiore ex-sindaca di Corigliano d’Otranto.

LO SPORTIVO: Arbitro di calcio, dal duemila corre come podista con la società del suo paese natìo Taviano, la A.S. ATLETICA TAVIANO 97.

Un politico, una persona con una visione integrante di comunità, la modernizzazione infrastrutturale dei territori e dell’immagine collettiva. Un Salento d’Amare appunto. Questo è stato ed è Lorenzo Ria.