Due quinti posti e tre settimi, è questo il risultato ottenuto dalla rappresentativa italiana a Parigi in occasione delle gare di judo paralimpico. Simone Cannizzaro e Carolina Costa sono arrivati ad un passo dalla medaglia, ma anche per gli atleti FISPIC, così com’è stato per i nostri azzurri alle recenti Olimpiadi, Parigi ci ha riservato una sorta di maledizione del quinto posto. Paolo Dongdong Camanni, Matilde Lauria e Valerio Romano Teodori si sono piazzati invece al settimo posto, concludendo così questa edizione dei Giochi con soddisfazione, anche se senza medaglie.

“Potrebbe sembrare una Paralimpiade amara perché non abbiamo vinto medaglie, ma in realtà siamo soddisfatti per i progressi mostrati dai nostri atleti. -è stato il commento del Direttore Tecnico Nazionale, Silvio Tavoletta– Dispiace per Carolina, va ricordato che non avrebbe dovuto nemmeno partecipare a causa del recente grave infortunio. È rientrata e ha combattuto con grande determinazione. Questo è un gruppo che continuerà a crescere in prospettiva di Los Angeles. Ringrazio il presidente Di Girolamo e la Federazione per la fiducia che ci hanno dato ed i ragazzi perché ci hanno fatto vivere delle belle emozioni”.

“Avrei voluto dare di più, ma sono contenta -ha detto Matilde Lauria– aver partecipato alle Paralimpiadi è un motivo di grande soddisfazione”.

“Oggi ho vissuto una delle esperienze più emozionanti della mia vita -è stato il commento di Paolo Dongdong Camanni– Ho percepito l’atmosfera di una gara diversa, carica di emozioni intense. Nel mio primo incontro contro il brasiliano, ho lottato come un leone fino alla fine, ma purtroppo è stato lui a prevalere. Nel secondo match contro l’argentino, mi sentivo preparato e determinato, e ho conquistato la vittoria con grande soddisfazione. Nell’ultimo ripescaggio contro l’uzbeko, purtroppo un errore tecnico mi è costato il match. Nonostante questo, gareggiare in una competizione di tale livello è stato bellissimo. Sono orgoglioso di aver dimostrato di essere un atleta competitivo, anche se so che avrei potuto e dovuto fare di più. Oggi non è andata come speravo, ma porterò con me questa esperienza straordinaria”.