Siamo vento, siamo sole, siamo pioggia, infondo siamo quel che siamo.
L’importante essere sempre se stessi, non snaturarsi mai, sia nei momenti di gioia e altre meno piacevoli, perchè proprio in quel frangente esce la nostra vera personalità. Vi sono quelle vivaci, solari, introverse, complesse frutto della semina fatta nell’infanzia.
Ci sono virtù e talenti che svezzano da soli senza che essi facciano nulla per essere anonimi, si trapelano nelle gesta quotidiane nella loro purezza e spontaneità dando al ritratto dell’esistenza il volto umano.
Storie intrise di sudore, passione, delusioni che aspettano la giusta rivalsa, trionfi assopiti dal tempo che passa inesorabile, che tutto cambia per poi accorgersi che nulla è mutato.
Si nasce, si cresce , ma in fin dei conti, alla fine della fiera tutto diventa eternità, come un aliante che vola nel cielo immolandosi per la nostra causa.
Ci si tramanda per generazioni, saperi, arti, cognomi, nomi, oggetti se non pure i soprannomi; però ognuno è diversi dall’altro comunque sia, ogni persona ha il suo tratto distintivo.
Nel Salento come risaputo vige la cultura popolare della Taranta, una musica del tutto autoctona nata nei paesi della Grecìa Salentina.
La tradizione vuole che la cura designata alla puntura di animali velenosi potesse essere solo la musica! Ecco perchè la “pizzica” prende il nome dall’essere pizzicati (punti), e la “Taranta” dalla Tarantola, il ragno velenoso che pungeva spesso e volentieri i lavoratori dei campi.
Anche i comuni costieri ionici hanno avuto questa influenza, come Gallipoli, Sannicola, Galatone, Nardò ma Aradeo e Neviano che anticamente facevano parte della Grecìa.
Orbene proprio da quest’ultimo paese deriva questo racconto.
Cosimo Ferrari, classe 1981 operaio artigiano nel settore lattiero, padre amorevole di 4 figli di cui il primogenito Umberto, un ragazzone nato a luglio di un’estate particolarmente calda di 13 anni fa.
Umberto già dalla tenerissima età impara a suonare il tamburello , seguendo il padre nei vari concerti della sua formazione musicale “ Anima e Core”. Impara in fretta il piccolo, è sveglio, intuitivo, ha una naturale propensione al suono taumaturgico griko. Ma il pallone che è una naturale continuazione fisica del ritmo tarantato fa la sua parte. A 6 anni si iscrive alla scuola calcio nevianese, un bel gruppetto allenato da Mauro Antonaci, che usa il metodo bastone e carota con i suoi piccoli allievi , ai quali si affeziona.
Si cresce in fretta, arriva nel 2020 la pandemia, niente è più come prima. Distanziamento sociale, allenamenti e partite annullate, idem pure per i concerti e cosi via.
Ma la passione ed il talento tengono alta la prospettiva, passata la grande paura si ritorna in pista più convinti e decisi che mai.
Umberto passa alla Scuola Calcio “ Academy Aradeo” presso il centro “ Bambo” dove trova tecnici e dirigenti che ne apprezzano le qualità tecniche, attualmente gioca nell’under 14 come centrocampista offensivo.
La scorsa stagione ha collezionato 8 reti con i Giovanissimi Under 14.
E’ un ragazzo alto, fisico simile a quello del padre, anche lui con trascorsi calcistici a Sannicola come difensore. Mino così viene chiamato dagli amici è un padre che segue i propri figli con estremo interesse nonostante gli orari di lavoro impegnativi, coadiuvato dall’instancabile moglie Pamela di un anno più giovane.
Così si narra nell’antica Terra d’Otranto: “ l’arte te lu tata è mezza nparata”
Tradotto: “Il mestiere del padre è quasi del tutto conosciuto dai figli”.
Michele Giannotta