In questo contenuto scritto mi avvalgo di ricerche e studi condotte negli anni da importanti docenti e studiosi quali Eugenio Imbriani, Vincenzo Santoro e Giuseppe Attanasi sulla materia della “ Notte della Taranta” per cercare di ripercorre la storia in sintesi, ricordando l’aneddoto sul tentativo di coinvolgimento del Monte dei Paschi di Siena all’interno della Fondazione.
Dopo l’avventura sperimentale della “ Notte della Taranta” tra il 1997 ed il 2000 risultava evidente a tutti che d’allora in poi l’ambizioso programma dell’Istituto Carpitella che ne deteneva l’organizzazione avrebbe dovuto tener conto del fatto che energie e risorse finanziarie sarebbero dovute essere reperite e orientate soprattutto verso il concertone di agosto, divenuto una grande opportunità di crescita per i musicisti locali e di visibilità promozionale del Salento in ambito quantomeno nazionale. La nascita della Fondazione “ Notte della Taranta”. Con la dissoluzione del primo direttivo dell’Istituto Carpitella che di fatto era un’associazione di comuni che avrebbe promosso le attività di ricerca e inoltre iniziative editoriali ed eventi pubblici, spettacoli musicali, conferenze, convegni. All’Istituto Carpitella, che aveva e ha tuttora sede a Melpignano, aderirono, oltre a questo, anche i comuni di Alessano (in un primo momento Cursi), Calimera, Cutrofiano, Sternatia, successivamente la Provincia di Lecce; un sostegno politico e istituzionale fu sempre garantito dal Consorzio (poi Unione) dei Comuni della Grecìa salentina, che raggruppa nove paesi della provincia di Lecce in cui è ancora viva una parlata di origine greca si chiude anche come detto poc’anzi la fase sperimentale della manifestazione, durata tre anni; la coppia della direzione artistica costituita da Maurizio Agamennone e Gianfranco Salvatore l’ha accompagnata fino alla sua trasformazione in festival: a partire dal 2000 la serie dei concerti si svolge in date differenti e culmina poi con il concertone finale di Melpignano. Nel 2001 entra in scena il bravo Sergio Torsello, che condivide la direzione artistica con Mario Blasi e Mimma Muci. Torsello si farà carico di mantenere vive anche le altre attività avviate, la rivista, per esempio, e promuove la pubblicazione sia di libri sia di materiali sonori. La Notte della taranta cresce nei numeri e nell’interesse che genera, si conferma un formidabile attrattore turistico e modello efficace di marketing territoriale: la musica tradizionale, in particolare la locale tarantella, la pìzzica pìzzica, costituisce il tratto più rappresentativo di un’offerta che coniuga elementi esotici di un passato recente (il tarantismo), associato a un messaggio liberatorio, con un percorso enogastronomico “tipico” e “locale”, le marine, la movida ininterrotta e affollata.
Per gli abitanti del posto ciò ha avuto importanti ricadute nel campo della identificazione con il territorio, contribuendo ad alimentare il senso dell’appartenenza (Attanasi, Urso 2015), quale risultato di una sorta di riconoscimento (a posteriori, almeno in parte) di un proprio patrimonio culturale,nel nostro caso, musicale e tradizionale. Sergio Blasi, madre della Notte della taranta, come si è curiosamente definito,lancia l’idea di una fondazione omonima. La Fondazione verrà costituita nell’agosto del 2008.
Nel 2005 accade un evento nuovo, e cioè la vittoria della sinistra alle elezioni regionali con Nichi Vendola presidente e l’avvento della “primavera pugliese” una stagione politica volta a rinforzare e sostenere iniziative culturali su tutto il territorio regionale; ed a questo punto al gruppo, politicamente omogeneo, che supporta l’Istituto Carpitella, si aggiunge il partner più importante che elargisce immediatamente un contributo economico all’impresa di quell’anno, mentre la precedente amministrazione di altro colore si era mostrata tiepida; in tempi brevi viene steso un protocollo tra enti, che prefigura la creazione della Fondazione.
Nella sessione conclusiva di un convegno sulla danza popolare svoltosi dal 10 al 12 ottobre 2015 presso l’Università di Lecce, questo tema venne affrontato in una tavola rotonda al quale presero parte, oltre a studiosi, dei giornalisti e, in particolare, Sergio Blasi, allora sindaco di Melpignano e leader dell’Istituto Carpitella, Massimo Manera, presidente dell’Unione dei comuni della Grecìa salentina, il presidente della Provincia di Lecce Giovanni Pellegrino; questi nel suo intervento rivelò proprio l’esistenza dell’intesa già siglata e, davanti alla possibilità prospettata da più parti che anche l’università entrasse nella fondazione, rispose che ormai era troppo tardi, anche se in futuro sarebbe stato possibile ripensarci:
Come presidente della provincia non sono stato […] insensibile ad una
sollecitazione: se noi facciamo solo un fenomeno di questo tipo (si riferisce alla
dimensione spettacolare del festival), di grande successo e coinvolgimento, esso non rischia solo di essere, come giustamente notava Marcello (Strazzeri, sociologo, intervenuto poco prima), suscettibile di una degenerazione consumistica, ma come tutti i prodotti di consumo può andare incontro alla rapida decomposizione e finire in niente. Mi è quindi sembrata una buona idea quella di creare una fondazione che potesse continuare in quella direzione ma che potesse fare tante altre cose. Una fondazione in cui certamente l’università può avere il suo ruolo, anche se il dibattito si è aperto in ritardo rispetto alla realizzazione di un protocollo d’intesa che già esiste tra comuni della Grecìa, Istituto Carpitella, Regione Puglia e Provincia di Lecce. E stiamo andando avanti su quella intesa; […] il presidente della provincia c’è anche per proporre bozze di statuto, architetture di un’istituzione, della fondazione e ho deciso di avvalermi di un esperto salentino che è il direttore editoriale dell’Enciclopedia Treccani ( Massimo Bray ndr,) . E sono andato a salutare il presidente della fondazione Monte dei Paschi perché era possibile interessarlo alla costituzione della fondazione e per verificare la sua disponibilità ad entrare a far parte di un qualcosa che non è solo un festival di riproposizione musicale, perché c’è tutto un luogo di studio della musica popolare in Italia, di ricerche sociologiche, etnografiche (Fumarola, Imbriani 2006, pp. 157-158) così l’allora presidente della Provincia di Lecce Sen. Giovanni Pellegrino.
Nel corso dei primi anni dieci del duemila la Banca con sede in Piazza Rocca Salimbeni nella città del famoso palio senese sponsorizzera’ il Siena Calcio per una cifra intorno ad euro 7,1 milioni di euro, il tennis, la Uisp Atletica Siena, Mens Sana Siena, top club italiano di pallacanestro con oltre decine di milioni di euro (100 solo tra il 2006 e il 2013) investiti da Mps in quella che diventa «la Barcellona d’Italia»I. n dieci anni la corazzata di campioni ingurgita otto scudetti, cinque Coppe Italia, sette Supercoppe Italiane, quattro Final Four di Eurolega e dodici titoli giovanili. Due allenatori «condivisi» con la Nazionale come Pianigiani e Recalcati, ma anche decine di top player del calibro di McIntyre, McCalebb, Kaukenas, Hackett. La Mens Sana era per tutti «la diciottesima Contrada», proiettando una città di 60.000 abitanti in una dimensione internazionale per molti inimmaginabile. Per l’antica banca nel mondo fondata nel 1492 dalle Magistrature della Repubblica di Siena che la chiamarono Monte di Pietà, perché aveva lo scopo di aiutare tutte le persone che vivevano in condizioni di miseria e criticità nella città di Siena, rimarrà quel sogno vissuto per un giorno accarezzando il ritmo della pizzica. Nei primi anni duemila MPS acquisterà la maggioranza delle azioni di Banca 121 dalla famiglia Semeraro all’epoca proprietari del Lecce.