“COSÌ NON SIAMO COMPETITIVI, ABBIAMO SUBITO INTENSITÀ E FISICITÀ”
Dalmonte amareggiato per la prova di Piacenza. Passo indietro di HDL
Le fanfare, giuste e meritate, intorno alle tre partite vinte con Bologna, Brindisi e Rieti hanno forse coperto il fatto che si è trattato di tre autentiche scalate alpine, con un dispendio notevolissimo di energie fisiche e mentali. Il calo di ieri sera sul campo di UCC Assigeco Piacenza, allora, appare ragionevole. Persino comprensibile, in una fase in cui si gioca ogni tre giorni a ritmi sempre molto elevati. HDL Nardò Basket, un po’ inconsapevolmente, al PalaBanca forse ha tirato un po’ il fiato di fronte a un avversario meno blasonato e quindi meno stimolante, peraltro scrupolosamente dedito a saltare addosso anche alle ombre dei giocatori neretini. Il punto, semmai, è che a misurare il valore specifico, questo scontro diretto ha più importanza delle sfide alle grandi del campionato. E quindi si tratta sempre di due punti concessi a una rivale con cui giocarsi la salvezza in A2.
Impossibile portare a casa qualcosa di buono, del resto, se si tira meno e si difende (molto) peggio degli avversari. Troppi giocatori hanno fornito prestazioni insufficienti (i soli Mouaha e Stewart jr. non possono bastare), in questo senso la prova personale di Woodson (7 punti e 6 palle perse) è emblematica, messo in gabbia dai piacentini praticamente per quasi 40 minuti. Alle rotazioni corte si è aggiunta la prematura uscita di scena di Nikolic, che ha fatto 5 falli in 8 minuti. A proposito di rotazioni, a Piacenza si è rivisto in panchina Ruben Zugno, già alla prossima potrebbe allungare la rosa delle scelte di Luca Dalmonte.
L’amareggiato head coach granata inquadra in modo esemplare questa serataccia. “I numeri – ha spiegato Luca Dalmonte – dicono che abbiamo subìto la pressione, l’intensità e la fisicità soprattutto degli esterni di Assigeco. Questa pressione ha provocato 20 palle perse. E poi abbiamo subìto la presenza a rimbalzo di tutti i giocatori di Piacenza. La somma delle palle perse e dei rimbalzi subìti ha fatto sì che loro tirassero 71 volte e noi 55. In una partita come questa, indipendentemente dal finale che ci è scivolato via, questa differenza al tiro è un fattore che ci condanna. Abbiamo tirato meno, li abbiamo fatti correre in contropiede. Non possiamo permetterci di subire 93 punti. Noi abbiamo giocato e vinto partite in cui abbiamo subìto di media circa 70 punti. A 93 non possiamo essere competitivi, a maggior ragione in serate con questo flusso offensivo”.
Contento, invece, il coach di Piacenza Umberto Manzo, subentrato da tre partite (due delle quali vinte) sulla panchina che è stata di Stefano Salieri per più di quattro anni. “Avevamo di fronte una buonissima squadra – ha detto – con grande talento offensivo e grande fisicità. Abbiamo difeso bene, giocando di squadra e facendo esattamente quello che avevamo preparato. Woodson? Sapevamo che è un giocatore che fa canestro in tutti i modi e quindi che dovevamo fare una partita speciale su di lui. Ma lo abbiamo difeso di squadra. In attacco avevo chiesto di muovere la palla e di giocare insieme. È stata una grandissima prestazione. Complimenti alla squadra che ha dato una prova di maturità e al mio staff, perché giocare ogni tre giorni richiede uno grosso sforzo da parte di tutti”.
Altro giro, altra corsa. Senza pause. Nardò resterà a Piacenza sino a sabato, per poi trasferirsi a Verona per il match di domenica contro Tezenis. Il campionato di A2, citazione di Luca Dalmonte, è una lunga maratona.