Di pasoliniana memoria il romanzo di poesie omonimo uscito il 17 maggio 1975, il rifacimento con la seconda forma de «La meglio gioventù» (1974). Pier Paolo Pasolini mette in evidenza che di fronte alla disumanita’ del mondo c’è bisogno di gesti semplici, autentici che riporti l’uomo a riappropriarsi della propria esistenza con serietà contro le accattivanti pretese della modernità contemporanea.
Ch,i se non le gesta di un bambino, che con la sua disincantata passione e spontaneità quando ti chiede un pallone per giocarci, che la sola sua presenza crea entusiasmo scompigliando tutti i canoni del rigore imposto dall’essere tutti uguali sfiorando la perfezione, riporti l’uomo a tale essenza.
Essa non esiste, esiste solo l’identità soggettiva con i suoi pregi e difetti. Ognuno è diverso dall’altro, questo è il vero punto di forza dell’umanità. I ragazzi ci ricordano che anche gli adulti sono stati dei bambini a loro volta un tempo, con i loro sogni e speranze, magari inseguendo un pallone oppure suonando una chitarra dipingendo una tela, recitando in una commedia, imparando ad essere se stessi sin da piccoli. Quel sentimento leggero e spensierato non dovremmo perderlo mai.
Ci sono bambini che quotidianamente ce lo ricordano con il loro sguardo vispo e pieno di futuro come Riccardo Mariano 10 anni appena compiuti nel luglio scorso. Juventino per la gioia anche del custode del campo sportivo di Neviano l’ex calciatore Sandro Gnoni, è l’animatore di tanti allenamenti dei suoi coetanei. Gioca nei Pulcini biancoazzurri allenati da Giuseppe Iasi ed è bravo. E’ nato praticamente lì, sin dalla tenera eta’ di 4 anni si aggira tra i campetti della struttura, grazie anche alla presenza di papà Roberto dirigente della Polisportiva.

Sprizza gioia di vivere , un prezzemolino che non passa inosservato. Lo conoscono un po’ tutti. Tanto quanto i nevianesi presenti, tanto quanto i casaranesi che sono ormai di casa al “Comunale” ogni pomeriggio. Ne apprezzano la vivacità e l’impeto dell’età. È la mascotte della nuova era del campo sportivo.
Quando non c’è si sente la mancanza.

Riparte così, dalla “nuova gioventù” la storia del pallone nevianese.

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