Nadia Battocletti è la donna dell’anno, Mattia Furlani l’uomo dell’anno: questi gli ‘Oscar’ di fine stagione dell’Atletica Italiana, scelti da un panel di esperti (Consiglio federale, Direzione tecnica e selezione di giornalisti) e dal voto sui social tra un’ampia rosa di candidati e candidate che hanno lasciato il segno nel 2024. La squadra dell’anno è la 4×100 uomini, le stelle nascenti Elisa Valensin e Matteo Sioli, i master Emma Mazzenga e Carlo Sonego.

DONNE – Al femminile è un plebiscito per Nadia Battocletti, splendida protagonista della stagione che sta terminando (e che la vedrà in gara ancora il 31 dicembre alla BOclassic di Bolzano). Il voto del panel e le preferenze sui social (mix 2/3 – 1/3) premiano l’eccezionale continuità, la classe e l’eleganza dell’unica atleta con due ori individuali agli Europei di Roma (5000-10.000) e con la medaglia più pesante alle Olimpiadi, l’argento dei 10.000 metri, dopo aver sfiorato il podio nei 5000 (quarta). Risultati che la proiettano definitivamente ai vertici mondiali di queste specialità. A completare la magica stagione della trentina delle Fiamme Azzurre, allenata dal papà-coach Giuliano, il titolo europeo nel cross ad Antalya, mai conquistato prima da nessuna atleta azzurra. È lungo anche l’elenco dei primati italiani battuti: 14:31.64 nei 5000, 30:43.35 nei 10.000, 31:19 nei 10 km su strada. E c’è spazio anche per il primo sub-4 minuti nei 1500 metri, il 3:59.19 al Golden Gala Pietro Mennea.

UOMINI – È l’unico ad essersi messo al collo tre medaglie nelle tre grandi manifestazioni dell’anno. In più, esserci riuscito a soli 19 anni, è qualcosa di clamoroso. Nel 2024 Mattia Furlani ha fatto irruzione tra i grandi del salto in lungo mondiale: è salito sul podio a Glasgow e non è più sceso, con il clou a Parigi, alla sua prima Olimpiade. Ricapitolando: argento ai Mondiali indoor in Scozia a marzo (con 8,22, stessa misura del vincitore Tentoglou), argento anche agli Europei di Roma con il record del mondo U20 di 8,38, bronzo ai Giochi Olimpici di Parigi (8,34) con gli occhi di tutto il pianeta addosso. Salti nel futuro per il reatino delle Fiamme Oro, seguito da mamma-coach Khaty Seck: un talento finissimo che World Athletics ha celebrato con il Men’s Rising Star Award, il premio di stella nascente dell’anno a livello globale, vinto in passato anche da Usain Bolt.

SQUADRA – L’oro degli Europei di Roma di fronte al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La medaglia sfiorata ai Giochi di Parigi. Come squadra dell’anno è stata scelta la staffetta 4×100 maschile, un quartetto che in entrambe le finali è stato animato da Matteo Melluzzo, Marcell Jacobs, Lorenzo Patta e Filippo Tortu, con gli inserimenti in batteria a Roma di Roberto Rigali e Lorenzo Simonelli, e a Parigi di Fausto Desalu. All’Olimpico, quella della 4×100 è stata l’ultima delle 11 medaglie d’oro (24 in tutto), il punto esclamativo su un Europeo senza precedenti per i colori azzurri. Una finale dominata in 37.82 davanti a Olanda e Germania, tempo migliorato due mesi dopo allo Stade de France fino a 37.68 e che purtroppo per sette centesimi non è bastato per la medaglia olimpica (quarto posto), a tre anni da Tokyo.

STELLA NASCENTE DONNA – Allo scoccare della mezzanotte, quando brinderà per il Capodanno, soffierà anche su diciotto candeline. E aprirà un nuovo capitolo della sua giovane carriera sportiva dopo un 2024 di meraviglie. Elisa Valensin è stata votata come stella nascente al femminile, al termine di una stagione da regina d’Europa U18 dei 200 metri e della staffetta a Banska Bystrica. Non solo. A stupire, per la milanese che ha indossato la maglia dell’Atletica Bergamo 1959 Oriocenter, ora tesserata con il Cus Pro Patria Milano, è la capacità di sgretolare primati non soltanto della sua categoria (under 18) ma anche della categoria superiore (under 20). Basti pensare al 23.09 dei 200 e al 52.23 dei 400 metri: prestazione, quest’ultima, che l’ha portata nella finale mondiale U20 del giro di pista a Lima, conclusa al sesto posto.

STELLA NASCENTE UOMO – Il regalo di Natale è il recentissimo 2,25 di Parma, migliore prestazione di sempre al coperto per un under 20 italiano. Il ‘domani’ del salto in alto ha il volto gentile di Matteo Sioli, che aveva guadagnato la nomination grazie alla medaglia d’argento conquistata ai Mondiali U20 di Lima al termine di una palpitante finale combattuta testa a testa con lo statunitense Scottie Vines. Il milanese dell’Euroatletica 2002 ha concluso la sua stagione con dieci centimetri di progresso rispetto a dodici mesi prima, piattaforma per spiccare il volo.

MASTER DONNA – La novantenne più veloce del mondo. Una forza della natura, Emma Mazzenga, classe 1933, emblema dell’atletica a ogni età. A colpi di medaglie (soprattutto l’oro ai Mondiali di Goteborg nei 200) e di record mondiali nella velocità, dai 60 ai 400 metri, la prof padovana dell’Atletica Insieme Verona ha mandato un fortissimo messaggio a tutto il movimento: passione, tenacia e benessere.

MASTER UOMO – Il giavellotto di Carlo Sonego continua a volare anche tra i master. A venticinque anni dal record italiano, l’84,60 di Osaka che resiste ancora nell’albo dei primati, seppur avvicinato a settembre dalle spallate di Giovanni Frattini, il 52enne pordenonese tesserato per la Nuova Polisportiva Libertas Sacile è il master dell’anno al maschile: campione del mondo M50 a Goteborg ma, soprattutto, esempio per i più giovani.

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