Il nome non è dato a questo dipinto ( foto di copertina, ndr) per caso, tanto meno inventato dall’artista Elia Funiati di San Pancrazio Salentino , anzi, forse è l’espressione più nota, più diffusa, ma allo stesso tempo più rappresentativa della terra dei due mari: quello che ha fatto Funiati nel dipinto, è semplicemente rappresentare, o meglio ha tentato di farlo, questi elementi della natura, SOLE, MARE e VENTO, che caratterizzano la terra, il SALENTO.

In dialetto salentino la frase diventa tutto di un fiato: “Salentu lu sule, lu mare, lu jentu“.

L’iconica canzone, scritta nel 1994 da Davide Qba Apollonio ed eseguita nel video dal gruppo Salento All Stars, è intitolata proprio “” (Salento il sole, il mare, il vento). Molto probabilmente è dal suo ritornello che nasce l’oramai riconosciuto slogan del Salento “da vacanza estiva”.

La canzone di Apollonio racconta in modo sintetico ed efficace le sfaccettature di questa terra controversa, con un ritornello allegro e ridondante, contrapposto a strofe dalle immagini tormentate.

Ecco Funiati, Apollonio e i Salento All Stars, ma possiamo dire anche tanti altri……artisti, sportivi, accademici, ecc….. che in questi lunghi anni, a partire dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso il nostro territorio e la sua gente, ha cercato un riscatto sociale dall’emarginazione e isolamento.

Non bisogna dimenticare per 30-35 anni il Salento veniva scambiato per il Cilento; la stragrande maggioranza degli italiani non era mai venuto a visitare il tacco d’Italia, le sue immense meraviglie architettoniche, paesaggistiche, naturali, culturali. I primi pionieri in tal senso furono il duo- Mogol- Battisti che intorno alla metà degli anni settanta diedero vita al brano ” Acqua Azzurra, acqua chiara”, scritta a quattro mani a Porto Selvaggio marina di Nardò, un luogo pieno di fascino dove i nostri erano di casa in quegli anni di piena creatività artistica.

Il Salento ha avuto uno slancio, fatto di idee e programmazione sul finire del millennio passato, grazie all’intuizioni vincenti di personalità come Sergio Blasi in una sera di metà anni novanta insieme ad un gruppo di visionari tra cui anche Massimo Manera al Mocambo di Sternatia con la ” Notte della Taranta” portando sul palco per il battesimo dell’ evento i cantori della terra madre come Uccio Aloisio, Pino Zimba e il Canzoniere Grecanico Salentino, Adriana Poli Bortone che portò a Lecce per la prima volta il Giro d’Italia di ciclismo nei primi anni duemila, ed ora la storia si ripete con l’edizione del 2025, Luigino Sergio con l’avvento del marchio d’area ” Salento d’Amare”, Lorenzo Ria, Giovanni Pellegrino e Aldo Moro. Per non dimenticare gli artisti della musica, in particolare quelli che hanno sdoganato il reggae giamaicano trasformandolo in salentino ” Sud Sound System” poi gli Après la Classe, Negroamaro, Emma, Alessandra Amoroso, Mino De Santis tutti fucina di talenti di casa nostra che hanno contribuito nel risollevare l’immagine delle nostre comunità.

Franco Causio Campione del Mondo nel 1982 con l’Italia di Enzo Bearzot è stato sicuramente il primo sportivo salentino a salire alle cronache della ribalta nazionale; in seguito ci pensarono Sergio Brio, Antonio Conte, Francesco Moriero, Luigi Garzya,Fabrizio Miccoli, Graziano Pellè, Camillo Placì, Ferdinando De Giorgi, a mettere il sigillo di campioni alla scuola di sportiva salentina.

Questione di stile, di natura dell’uomo. Non ci si improvvisa , al massimo si arriva all’obiettivo con tenacia e determinazione. Nel Salento di quaranta anni fa, mancava quasi tutto. Dai campi in erbetta, alle sale musicali d’incisione, piccoli teatri di aggregazione sociale e crescita. Si sperimentava nelle strade piene di buche, bastava un portone ed un pallone, oppure un terreno incolto che diveniva un campetto con due mattoni a fungere da porta. I pomeriggi volavano tra improbabili prodezze sportive e cadute rovinose sull’asfalto, o sulla terra arida.

Le cantine impolverate venivano miracolosamente trasformate in sala prove, i battesimi, le cresime, i compleanni si festeggiavano a casa propria, all’interno dell’immenso salone costruito per l’occasione, non vi erano ludoteche e asili nido neanche a pagarle oro. I luoghi di conoscenza erano i famosi “passeggi domenicali”, lunghe strade, piazzette cittadine in cui i ragazzi dell’epoca consumavano le suola delle scarpe nell’andare e venire in attesa di “cuccare” l’anima gemella.

Le discoteche arrivarono diversi anni dopo rispetto al resto del paese, come tutto qui da noi; sulla scia del film ” La febbre del sabato sera” di John Travolta del 1977 vi fu a Neviano il “Play Time”, nel 1979, tanti amanti del ballo partivano da Taranto e altre provincie pugliesi per recarsi nel piccolo paese situato sulle “Serre Salentine “per scatenarsi al suono della disco come ” September” di Earth, Wind e Fire, ” Disco Inferno” dei The Tramps. ” Night Fever” dei Bee Gees, musica diffusa in sala dal giovanissimo DJ Sergio Gnoni. I promotori di una delle prime discoteche del territorio furono Edoardo Fonte e Fernando D’Ospina. Il primo futuro presidente del Neviano Calcio, il secondo artista-pittore di fama nazionale.

Nel giugno del 1979 giornalisti ed intelletuali del calibro di Beppe Lopez e Antonio Maglio, due su tutti, diedero vita al principale organo d’informazione locale ” Nuovo Quotidiano di Puglia” di Lecce. Sarà una palestra di giornalismo per tanti giovani del posto e lo è tuttora.

Per non parlare del fermento nella nascita delle prime radio libere private verso la fine degli anni settanta quando cessò il monopolio delle frequenze della Rai. Alcuni esempi tra i più conosciuti sono:

RADIO CITTA’ 1 LECCE / RADIO CITTA’ UNO LECCE / RADIO LECCE 1 (RC1 NETWORK): emittente di Lecce fondata da Adriano Barbano, irradiava i suoi programmi dai 101,600 MHz. aveva sede in via Cavour, fra i collaboratori: Toti Bellone (giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno), Gigi Coclite, Sandro Persano, Paolo Ricchiuto a cui si aggiunsero poi Raffaele Polo, Donato Danisi, la povera Ester Campobasso, Giovanni Rizzo, Maurizia Goffredo, Piero Lisi, Armando Tortorella, Gianni Giovanni Gallucci, Dino Bianco, Piero Caroli, Dino Bianco, Massimo Malinconico, Paolo Malinconico, Daniela Prato, Angelo Sabia, Pippo Renzi, Telemaco Telemaco Dj-the Voice Tombari, Rossano Placido, Carlo Bollino, Gianni Romano, Brunello Manfredi, Rino Cazzatello, Pinuccia Stigliani e Fulvio Monaco, il mattatore incontrastato. Ricordava Loredana Di Quonzo, anch’essa voce radiofonica, giornalista, ex direttore editoriale dell’Unione Sportiva Lecce e colei che è stata sua compagna di vita: “Fulvio era figlio d’arte, l’interesse per la musica è stato in qualche modo ereditato dai genitori che nutrivano la passione per la lirica. Fulvio, oltre ad ascoltare tutti i generi musicali, suonava la batteria, frequentò il Liceo Artistico e poi l’Accademia di Belle Arti. La sua era una creatività inarrestabile, un pensiero divergente,  con una capacità di immaginare il diverso e l’alternativo, un precursore.  Avendo deciso di restare a Lecce è il primo a mettere su una discoteca, il “Gipsy” in pieno centro, in via 95° Reggimento Fanteria. Lecce aveva una vita molto semplice e si nutriva dell’eco delle cose che avvenivano a Roma, con il mito del “Piper” nell’epopea degli anni ’70. Da queste prime esperienze, quasi in un crescendo, si articolò la fantasia della radio e l’incontro con Adriano Barbano, altro importante nome della storia della emittenza televisiva locale prima e della radio poi, fu fatale. Barbano tornava dall’esperienza dell’Istituto sperimentale di Roma, aveva anche realizzato in qualità di regista  il film Il Tramontano (uno dei primi girati in Puglia nel 1964) e pensò bene  di  creare prima la tv via cavo e immediatamente dopo una delle prime radio libere: Radio Lecce 1, in via Cavour. Lì c’era anche Toti Bellone, attualmente giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, impegnato in programmi di musica proveniente direttamente dagli Stati Uniti, grazie alla conoscenza e preziosa collaborazione del dj Sandro Persano. Dall’esperienza a TeleLecce Barbano passeranno un po’ tutte le voci storiche delle radio libere salentine.

RADIO NICE INTERNATIONAL: nasce nel 1977a Lecce per iniziativa di Fulvio Monaco, Toti Bellone, Lori Calcarella e Gigi Coclite ebbero delle incomprensioni con Adriano Barbano ed andarono a fondare in via Benedetto Cairoli, 1, con il caro ma sfortunato antiquario Carlo Sangiovanni, Radio Nice su FM 104,1. con Franca Gasparro, Bruno Petrachi, Carlo Bollino, Roberto Epifani (che diede vita anche a Radio Luna con i nastri registrati da Cicciolina), Ruby Fontana, Giuseppe Legittimo, Enrico Laudisa, Ciki Forchettii, Lory Calcarella, Carlo Serafini, Laura De Leonardis, Teo Pepe, Marcello Favale Paolo Pagliaro. La sede era nel centro storico di Lecce. “Salve provincia di Lecce” era il rituale saluto che veniva lanciato agli ascoltatori del leggendario programma Musica a Colori. La sede era nel centro storico di Lecce, fra i collaboratori ci sono Giovanni Merico e Paolo Pagliaro, futuro editore di Radio Rama. Nel nuovo millennio Pagliaro, ha riaperto un’emittente con il nome di Radio Nice.

RADIO ELLE: emittente nata nel 1978 per iniziativa di Monsignor Napolitano e del Vescovo Minerva, radio cattolica, irradiava i suoi programmi dai 100,700 MHz., fra i collaboratori Italo Zanchi, Enzo Guido, Antonio Natrella, Sandro Rollo, Alcino Siculella e Agesandro Siculella, Gianni Nuzzo, Patrizia Nuzzo, Roberto Fatano, Don Adolfo Putignano, Maurizio Bisanti, Massimo Orgiato, Daniela Prato, Michele Peluso, Carlo Cinotti, Maurizio Poterà, Pino Silvestri, Lino Merola.

RADIO ONDA LIBERA: emittente con sede in via Papatorero, irradiava i suoi programmi dai 101,500 MHz, era annessa alla discoteca Frankie ‘O. Fra i collaboratori Don Mario Bucari, Alberto Bucari, Peppino Ciraci, Silverio Bosco, Angelo Gala, ed il pilota dell’Aeronautica Militare Dedo Di Francesco.

PUNTO RADIO STUDIO: emittente di Galatone (Lecce) nata nel 1977 con l”antenna piazzata sulla collina dei Cappuccini di Galatone inizia le proprie trasmissioni con un trasmettitore a transistor da 150 watt acquistato a rate. 

RADIO ATLANTIDE: emittente di Alezio (Lecce) prima sede via Fiaccolada nacque il 20 settembre 1977 per iniziativa di Luigi Romano, Vincenzo Romano e Bruno Ventura. Il nome derivava dal brano di Francesco De Gregori ATLANTIDE Cessò di esistere nel 1981.

Erano i primi germogli di un fiore che comunque tardava a sbocciare. I petali si incominciarono a intravedere come detto nel periodo del cosidetto ” rinascimento” salentino che ha inizio in maniera ineluttabile, Come un uragano pieno di energia e passione, i salentini hanno voluto riscattarsi da un destino già scritto. I treni pieni di giovani che in quegli anni partivano per andare ” alla Germania” oppure ” alla Svizzera” per trovare un posto di lavoro sicuro, erano uno schiaffo alle prospettive di crescita dei tanti paesi della provincia. L’uso di droga imperante con innumerevoli vittime innocenti tra le nuove generazioni con annessi reati di piccola e grande criminalità ha scosso le coscienze di molti. L’abusivismo selvaggio è stato un peccato originale di uno sviluppo mosso su di una falsa idea di modernizzazione, peccato al pari “dell’industrializzazione di Stato” con la realizzazione degli stabilimenti dell’ex Ilva a Taranto e la Centrale Enel di Cerano Brindisi, che hanno prodotto danni alla salute dei cittadini e disastri ambientali non facilmente risanabili, comunque non a breve tempo. Solo Lecce e provincia è stata risparmiata da questa colonizzazione.

C’era la voglia di cambiare pagina, una voglia insaziabile di fare cultura, di sport fatto per bene e per il bene delle collettività. Ebbene quella voglia è rimasta intatta, non si è assopita è rimasta indelebile.

I problemi del nostro territorio sono rimasti intatti, sono cambiate le esigenze, le ambizioni delle persone, sone cambiate come giusto che sia le modalità di approccio per tentare di risolverle.

Nonostante tutto, quello che non cambierà mai è la sensazione di ” nostalgia” quando si sente pronunciare la parola ” Salento” da chi risiede fuori. Ed è come ritornare a casa.

Il desiderio diviene augurio.

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