Nel 1997, il nostro territorio aveva visto la nascita l’istituto per la documentazione
e lo studio delle culture popolari intitolato a Diego Carpitella; anche in questo
caso il progetto si mostrava innovativo, proprio sul piano istituzionale, perché si
basava sulla creazione di un’associazione di comuni che avrebbe promosso le
attività di ricerca e inoltre iniziative editoriali ed eventi pubblici, spettacoli
musicali, conferenze, convegni. All’Istituto Carpitella, che aveva sede a
Melpignano, aderirono, oltre a questo, anche i comuni di Alessano (in un primo
momento Cursi), Calimera, Cutrofiano, Sternatia, successivamente la Provincia di
Lecce; un sostegno politico e istituzionale fu sempre garantito dal Consorzio (poi
Unione) dei Comuni della Grecìa salentina, che raggruppa nove paesi della
provincia di Lecce in cui è ancora viva una parlata di origine greca
Nel lungo ed a volte travagliato percorso che ha visto la nascita della Fondazione ” Notte della Taranta” vi è un aneddoto molto singolare, ovvero la mancata adesione dell’Università del Salento ha quello che doveva ed è divenuto l’organismo principale nell’organizzazione dell’evento culturale popolare per eccellenza nel nostro territorio.
Tutto nacque nella sessione conclusiva di un convegno sulla danza popolare svoltosi dal 10 al
12 ottobre 2005 presso l’Università di Lecce, questo tema venne affrontato in una
tavola rotonda al quale presero parte, oltre a colleghi studiosi, dei giornalisti e, in
particolare, Sergio Blasi, allora sindaco di Melpignano e presidente dell’Istituto
Carpitella, Massimo Manera, presidente dell’Unione dei comuni della Grecìa
salentina, il presidente della Provincia di Lecce il già senatore l’avvocato Giovanni Pellegrino;
quest’ultimo nel suo intervento rivelò proprio l’esistenza dell’intesa già siglata e, davanti alla
possibilità prospettata da più parti che anche l’università entrasse nella
Fondazione, rispose che ormai era troppo tardi, anche se in futuro sarebbe stato
possibile ripensarci:
“Come presidente della provincia non sono stato […] insensibile ad una
sollecitazione: se noi facciamo solo un fenomeno di questo tipo (si riferisce alla
dimensione spettacolare del festival), di grande successo e coinvolgimento, esso
non rischia solo di essere, come giustamente notava Marcello (Strazzeri, sociologo,
intervenuto poco prima), suscettibile di una degenerazione consumistica, ma come
tutti i prodotti di consumo può andare incontro alla rapida decomposizione e finire
in niente. Mi è quindi sembrata una buona idea quella di creare una fondazione che
potesse continuare in quella direzione ma che potesse fare tante altre cose. Una
fondazione in cui certamente l’università può avere il suo ruolo, anche se il
dibattito si è aperto in ritardo rispetto alla realizzazione di un protocollo d’intesa
che già esiste tra comuni della Grecìa, Istituto Carpitella, Regione Puglia e
Provincia di Lecce. E stiamo andando avanti su quella intesa; […] il presidente
della provincia c’è anche per proporre bozze di statuto, architetture di
un’istituzione, della fondazione e ho deciso di avvalermi di un esperto salentino
che è il direttore editoriale dell’Enciclopedia Treccani”,( Massimo Bray, ndr), queste le parole del senatore Pellegrino a margine del convegno, (Fumarola, Imbriani 2006, pp. 157-158).
L’allora presidente dell’Unione grika l’avvocato Massimo Manera portavoce del presidente Pellegrino in provincia, con estrema onestà intelettuale affermò:
“non credo che l’università voglia venire a fare ricerca all’interno della
fondazione, essa ha i suoi strumenti, le sue competenze e capacità”;
ciò significa che, dal suo punto di vista, la ricerca, se ci sarà tra le finalità della
fondazione, avrà un ruolo marginale. Lo stesso Manera non si è mai
discostato molto da questa posizione.
Nonostante gli accordi stabiliti, passerà qualche anno prima che la
Fondazione “La notte della taranta” si costituisca formalmente (2008) e diventi
attiva (2010); nel consiglio di amministrazione siederanno i rappresentati delle
istituzioni già menzionate.
Secondo lo statuto, la Fondazione si propone di “realizzare azioni positive in
favore di manifestazioni culturali, musicali, sociali e di comunicazione, e più in
particolare di progetti di sostegno e sviluppo alla ricerca culturale sul fenomeno
del ‘tarantismo’, delle tradizioni ‘grike’ e salentine, con particolare riferimento
alla musica popolare” (art. 2); più oltre (art. 3) si precisa l’intendimento di
“promuovere e organizzare seminari, corsi di formazione, manifestazioni,
convegni, incontri, procedendo alla pubblicazione dei relativi atti e documenti”; si
stabilisce anche la nomina di un Consiglio scientifico come organo consultivo che
“collabora con il Consiglio di Amministrazione e il Direttore generale nella
definizione e nella realizzazione delle attività della Fondazione e svolge una
funzione tecnico-consultiva in ogni questione in cui il Presidente, il Consiglio di
Amministrazione o il Direttore generale lo ritengano nececessario ( art.19).
ll primo presidente della Fondazione fu, come anticipato, Massimo Bray; il
Consiglio scientifico fu composto da Sandro Cappelletto, eletto presidente, Patrizia
Calefato (Università di Bari), Carmelo Pasimeni, (Università del Salento, delegato
dell’allora rettore Domenico Laforgia), Maddalena Tulanti (Corriere del
Mezzogiorno), Vincenzo Santoro ( studioso).
Sembra che la Fondazione volle recuperare lo spirito e
il programma iniziali dell’Istituto Carpitella; infatti, in ossequio al citato articolo 2
dello statuto, si costituisse un gruppo di studio internazionale, denominato ‘Storia e
memorie del tarantismo’, guidato da Andrea Carlino (Università di Ginevra) e da
Sergio Torsello (Istituto Carpitella), il quale organizzò dei seminari intensissimi
e pubblicherà due volumi, finanziati dalla Fondazione stessa (Baglivi 2015, Pizza
2015). Il Consiglio scientifico, oltre a redigere annualmente un programma di
iniziative, esprimere pareri e valutazioni, organizzò, tra le cose più
significative, due convegni: il primo, “Sud e nazione. Folklore e tradizione
musicale nel Mezzogiorno d’Italia”, si svolse a Corigliano d’Otranto il 14 e 15
ottobre 2011 e rientrò tra le iniziative sostenute dal Comitato per i 150 anni
dell’Unità d’Italia; il secondo, dal titolo “Ascolta. Questo è il mio morso”, si è
tenuto a Castrignano de’ Greci il 23 e 24 agosto 2012, in occasione dei quindici
anni del festival.
Nelle elezioni politiche del 2013 Massimo Bray viene eletto deputato nelle
file del Partito Democratico e poi nominato Ministro dei beni culturali nel Governo di Enrico Letta lasciando la presidenza della Fondazione.
Al suo posto il CdA nominò l’avvocato Massimo Manera, anch’egli tra gli ideatori del festival, che ha seguito e sostenuto fin dal primo giorno, uomo politico impegnato sul territorio e nell’area della Grecìa in
particolare. Iniziò così il lungo periodo di amministrazione Manera, che ha portato profonde modifiche anche nella concezione della ” Notte” come strumento non solo di cultura popolare ma anche come mezzo di marketing nazionale e non solo.
Eppure su questo tema tutto ebbe inizio nel 2007.
“SALENTO D’AMARE e NOTTE DELLA TARANTA” i due marchi dell’identita’ salentina per il Lecce Calcio.
La firma sul contratto annuale, con possibilità di rinnovo, che sanci’ l’intesa tra le due realtà territoriali fu apposta la mattina del 8 agosto 2007 nella sala conferenze del convento degli Agostiniani a Melpignano, dai rispettivi presidenti di allora, per l’Unione sportiva Lecce Giovanni Semeraro e dal presidente dell’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina Luigino Sergio. E così, ancora un volta, la dirigenza del Lecce riconfermo’ la volontà di legarsi al territorio attraverso l’evento simbolo che negli ultimi anni fece conoscere in tutto il mondo il Salento e le sue tradizioni. Il marchio de “La Provincia di Lecce,” quindi, si mise da parte per fare posto al gruppo dei Comuni salentini che avevano sottoscritto il capitale destinato agli eventi legati alla Notte della Taranta (1milione e 700mila euro), quei 450mila che consentirono al vivace ragnetto di correre dietro un pallone negli stadi italiani.
L’idea era buona, anche il presidente della Provincia di Lecce Giovanni Pellegrino, presente all’incontro insieme ai massimi dirigenti dell’Unione sportiva Lecce, volle spezzare una lancia in favore dell’elargizione del denaro pubblico in favore di operazioni di marketing come lo sponsor di un ente sulle magliette di una squadra di calcio: “Nel libro ‘La Casta’ veniamo indicati come cattivo esempio di investimento di risorse pubbliche – esordi’ Pellegrino – anche se poi ‘Il Sole24 ore’ ha invece scritto che il marchio Salento d’amare è un investimento importante per l’immagine del territorio, soprattutto quando l’impiego di denaro pubblico ha il fine di promuovere una terra che ha l’ambizione di proporsi oltre i propri confini regionali. In tutta Italia – aggiunse – si balla la ‘pizzica’ e la Notte della Taranta è ormai nota in tutto il mondo. Ciò significa che il ritorno d’immagine c’è stato e che quelle risorse impiegate hanno dato frutto sperato”.
Dopo oltre un lustro, sul posto di comando (su nomina della Regione Puglia che è il socio di riferimento della Fondazione, ndr) è tornato il Prof. Massimo Bray; studioso e intellettuale che ha vissuto in prima persona il parto della nascita dell’organismo culturale motore di promozione territoriale molto importante per il Salento e la Puglia tutta. L’ex ministro ha promesso il ritorno al passato, ovvero riscoprire l’adrenalina e lo spirito pionieristico di questa strepitosa avventura che è la ” Notte della Taranta”.