Sul finire dell’estate del 2008 venne di fatto sancita la nascita della Fondazione con  la sottoscrizione dell’atto ufficiale. La firma, a Poggiardo, quella mattina , fu posta dai presidenti di Regione e Provincia, Nichi Vendola e Giovanni Pellegrino, con Luigino Sergio dell’Unione della Grecìa e Sergio Blasi, dell’Istituto Diego Carpitella.

Si trattava di un obiettivo che venne raggiunto dopo circa undici anni di attesa e che si proponeva di sostituire i Comuni nell’organizzazione del festival. La Notte della Taranta, era reduce dal successo di quell’anno, oltre 100mila persone, richiedeva un intervento più presente, più corposo. Ed ecco che, la Fondazione aveva il compito di entrare direttamente nel merito dell’organizzazione. L’atto costitutivo fu depositato quella mattina, a Poggiardo, presso lo studio notarile Alfredo Positano. E fu lo  lo stesso notaio a leggere le norme che  avrebbe regolamentato il rapporto all’interno della fondazione. Ciò che emergeva e che non c’era un organo, un’istituzione a prevalere su un’altra. Piuttosto tutte si compensavano ed avevano un proprio compito. Ogni parte poteva abbandonare in qualunque momento la Fondazione, dopo aver adempiuto agli obblighi associativi. Ed ecco, che quella mattina, un gruppo di curiosi si mise a margine di piazza Umberto I. C’erano  le telecamere dei giornalisti, taccuino alla mano, ed i fotografi.

Quel giorno, poi, a Poggiardo, era giornata di mercato e di gente, in piazza, ce n’era molta. Prima di tutti, arrivarono il sindaco di Melpignano,Sergio Blasi, in qualità di presidente dell’Istituto Diego Carpitella, e il presidente della Provincia, Giovanni Pellegrino, ed il presidente della Regione Nichi Vendola.

Presente anche  Luigino Sergio  in rappresentanza dei Comuni della Grecìa Salentina, Ada Fiore Sindaco di Corigliano d’Otranto. Appena salito le scale, l’ampio salone illuminato, le sedia, l’atmosfera accogliente (la giornata era  importante, e si sapeva, la prassi voleva che tutti erano presenti dinanzi al notaio prima di dichiarare ufficiale la Fondazione). Seduti tutti intorno a un tavolo, i sindaci e i rappresentanti delle istituzioni si accomodarono per dare vita ad un nuovo ente. Intanto, alle domande dei giornalisti, per primi ha rispondere furono Vendola, Sergio e Pellegrino.

Quel giorno era presente anche un giovane avvocato di Sternatia, Massimo Manera, in qualità di Capo di Gabinetto della Giunta Pellegrino. Lo stesso Manera diverrà presidente della Fondazione nel 2013, quando Bray rassegnò le dimissioni, accetando la nomina a Ministro della Cultura nel governo presieduto da Enrico Letta.

Il presidente della Regione, Nichi Vendola, auspicava che la taranta coinvolgesse il territorio per 365 giorni all’anno. Una strumentazione giuridica, un luogo che consenta alla taranta di essere un luogo attivo 365 giorni all’anno – sottolineava – Ricerca e lavoro quotidiano tutto l’anno dovranno affiancare i i giorni del festival, quelli che lo precedono, e il concertone finale di Melpignano.

La Fondazione poteva contare su un fondo di garanzia di 325mila euro, di cui 300mila euro il valore assegnato al marchio Notte della Taranta, 10mila euro da Regione e Unione della Grecìa Salentina, e 5mila euro dalla Provincia. La formazione del consiglio di amministrazione era composto da quattro a sei consiglieri, l’indicazione della nomina a presidente ricadde su Massimo Bray, direttore dell’enciclopedia Treccani e salentino piuttosto conosciuto ed apprezzato.

La scelta di Bray – sottolineava  Giovanni Pellegrino, era di  un salentino di cui potevamo essere orgogliosi.

La Notte della Taranta ha fatto conoscere il Salento in tutto il mondo, anche attraverso mirate campagne di marketing di promozione come per esempio la comparsa del ragnetto con la mezzaluna sulle maglie del Lecce sul finire degli anni dieci del duemila.

La firma sul contratto annuale, con possibilità di rinnovo, che sanci’ l’intesa tra le due realtà territoriali fu apposta la mattina del 8 agosto 2007 nella sala conferenze del convento degli Agostiniani a Melpignano, dai rispettivi presidenti di allora, per l’Unione sportiva Lecce Giovanni Semeraro e dal presidente dell’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina Luigino Sergio. E così, ancora un volta, la dirigenza del Lecce riconfermo’ la volontà di legarsi al territorio attraverso l’evento simbolo che negli ultimi anni fece conoscere in tutto il mondo il Salento e le sue tradizioni. Il marchio de “La Provincia di Lecce,” quindi, si mise da parte per fare posto al gruppo dei Comuni salentini che avevano sottoscritto il capitale destinato agli eventi legati alla Notte della Taranta (1milione e 700mila euro), quei 450mila che consentirono al vivace ragnetto di correre dietro un pallone negli stadi italiani.


L’idea era buona, anche il presidente della Provincia di Lecce Giovanni Pellegrino, presente all’incontro insieme ai massimi dirigenti dell’Unione sportiva Lecce, volle spezzare una lancia in favore dell’elargizione del denaro pubblico in favore di operazioni di marketing come lo sponsor di un ente sulle magliette di una squadra di calcio: “Nel libro ‘La Casta’ veniamo indicati come cattivo esempio di investimento di risorse pubbliche – esordi’ Pellegrino – anche se poi ‘Il Sole24 ore’ ha invece scritto che il marchio Salento d’amare è un investimento importante per l’immagine del territorio, soprattutto quando l’impiego di denaro pubblico ha il fine di promuovere una terra che ha l’ambizione di proporsi oltre i propri confini regionali. In tutta Italia – aggiunse – si balla la ‘pizzica’ e la Notte della Taranta è ormai nota in tutto il mondo. Ciò significa che il ritorno d’immagine c’è stato e che quelle risorse impiegate hanno dato frutto sperato”.

A distanza di 17 anni possiamo tranquillamente affermare che quello della costituzione della Fondazione fu comunque un evento che ha fatto scuola per tanti operatori culturali del territorio.

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